Capitolo 15

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Osservo il manuale di storia moderna tentando di ricordare più informazioni possibili riguardo alla fine della seconda guerra mondiale. Le poche righe sottolineate con l'evidenziatore giallo si stagliano sulla pagina bianca e nera facendomi alzare lo sguardo sul Sole che oggi splende fuori dalla vetrina di Snaky's. Afferro il cellulare dalla borsa che ho appoggiato sulla poltrona in pelle e guardo se Ruel mi ha scritto qualcosa, ci saremmo dovuti incontrare più di dieci minuti fa, ma non c'è ancora traccia del ragazzino biondo un po' troppo alto per la sua età.

Appena ripongo l'apparecchio elettronico nella tasca interna della borsa il campanellino posto al di sopra dell'entrata del locale tintinna annunciando l'entrata di un nuovo cliente. Quando vedo gli occhi scuri di Ruel chiudo il libro e lo appoggio accanto a me.

"Ciao Ruel, come va?" Mi alzo dalla poltroncina su cui sono seduta e abbraccio il ragazzo che svetta su di me per più di quindici centimetri.

"Tutto bene, grazie. Tu come stai, Elizabeth?" Ruel si siede sul lato opposto del tavolo e si porta i capelli biondi all'indietro con l'aiuto di una mano, mentre con l'altra appoggia il suo cellulare nero sul tavolo.

"Sono immersa tra i libri, però sopravvivo." Il ragazzo si fa scappare una risata per poi essere fermato da Lucas, il mio compagno del corso di fotografia.

I capelli che ricordo corti adesso si sono allungati tanto da essere acconciati in un ciuffo platino come al solito, non penso di aver mai visto Lucas senza i suoi caratteristici capelli platino. Il suo fedele paio di occhiali per correggere la miopia di cui si è sempre lamentato quando siamo andati a scattare delle foto insieme a giro per la città è stato sostituito da un paio di lenti a contatto che permettono di vedere bene i suoi occhi color del ghiaccio.

"Hey, Lucas." Il ragazzo mi rivolge un sorriso mentre tira fuori un taccuino e una penna, pronto a prendere i nostri ordini, "Ciao Elizabeth. Quest'anno non ti ho vista al corso." Lucas frequenta il quarto anno e per lui quest'anno non è stato faticoso quanto lo è stato per me che mi devo preparare all'esame finale.

"Sono stata impegnata con lo studio e il football." Rivolgo un sguardo giocoso a Ruel che mi sorride timido.

"Cosa prendete?" Con un click Lucas appoggia la penna a scatto sulla pagina del suo taccuino.

"Io prendo una cola fredda, grazie." Ruel mostra un mezzo sorriso a Lucas mentre lui scrive veloce.

"Io un americano, grazie." Lucas ci sorride per qualche secondo e poi sparisce dietro il bancone lasciandoci da soli.

"Allora, come va con la squadra? Hanno iniziato di nuovo a trattarti male? Non parlo più con gli altri, ma sarei pronta a tornare indietro per difenderti, lo sai." Ruel scuote la testa ridacchiando poi sposta velocemente lo sguardo da me alla superficie del tavolo e viceversa, è a disagio.

"La maggior parte dei ragazzi della squadra è al suo ultimo anno, quindi sono tutti particolarmente nervosi sia per la finale che per gli esami. Ci alleniamo di più, ma manca quella leggerezza che portavi ogni volta che venivi a trovarci durante gli allenamenti." Rivolgo uno sguardo comprensivo al ragazzino seduto davanti a me.

"Anche a me manca tutto Ruel, ma capisci bene che era finto. Non c'era niente di vero in quello che vedevi e mi dispiace che anche tu ti sia trovato in mezzo a questa vicenda. Non voglio che tu pensi che tutti i ragazzi della squadra siano dei doppiogiochisti, devi avere fiducia nei tuoi compagni, dovete essere uniti."

Ruel scuote la testa energicamente e sospira, "So che non vuoi sentirne parlare, ma non ce la faccio. Elizabeth, è impossibile che tutto quello che ho visto fosse finto. Il capitano era realmente felice quando parlava di te, se tutti sapevano del piano perché avrebbe dovuto farlo? Non doveva fingere con loro, avrebbe potuto semplicemente evitare l'argomento, invece ogni volta che ne aveva l'occasione parlava di te. Non penso che se ne rendesse neanche conto." Vengo salvata da Lucas che torna al tavolo con le nostre bevande appoggiate su un vassoio, dopo averle appoggiate sul tavolo ci saluta con un sorriso e sparisce di nuovo.

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