CAPITOLO 18

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Logan

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Logan



Parcheggio la Dodge in garage con un sorriso ebete stampato sul volto, sentendomi leggero e appagato come non mi è mai successo.

La serata passata insieme a Nicole è stata una specie di sogno e io non voglio assolutamente svegliarmi.

Divertente, galante, romantico: pur di regalarle un primo appuntamento perfetto, ho cercato di essere la migliore versione di me stesso e mi è piaciuto. Io mi sono piaciuto.

A mio agio nel farla felice, le ho aperto la portiera della macchina, prenotato i biglietti del cinema -per avere i posti più alti e centrali-, scostato la sedia al ristorante, e mi sono finalmente sentito all'altezza, capace di essere insieme a lei, e Nicole si è divertita davvero, regalandomo i suoi mille sorrisi e quegli occhioni azzurri pieni di dolcezza ogni volta che ho fatto qualcosa di carino.

Quando le ho stretto la mano durante il film, è arrossita così tanto da fare tenerezza e, a parte il malinteso che mi ha innervosito alla sala giochi, è stato tutto meraviglioso.
Lei è meravigliosa e, per questo, lasciarla tornare a casa è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto.

Se non fosse stata obbligata a rispettare il coprifuoco, l'avrei tenuta probabilmente con me fino a domani, passando la notte tra parole, risate e poi baci, abbracci, coccole e orgasmi sorprendenti.

Cazzo, quello che ho avuto in macchina è stato inaspettato, ma fantastico e, anche se mi sono ripromesso di andarci piano ed essere paziente, condividere con Nicole quel momento ci ha avvicinati ancora di più.

Ricordo i suoi baci umidi sul collo, i gemiti sensuali nelle orecchie, la sua fica calda e bagnata che ha pulsato attorno al mio dito e ho quasi le vertigini.

"Toccami", mi ha pregato ansimante, proprio come nelle mie fantasie, e io ho già voglia di rifarlo per sentirla sciogliersi tra le mie braccia, fiduciosa e coinvolta in quei gesti pieni di necessità che mi hanno aperto i cancelli del paradiso.

Sono stato un vero idiota ad aver sprecato tutti questi anni a fingere che non mi piacesse solo per paura di rovinare tutto.

Se non avessi ascoltato la vocina che mi ripete sempre quanto sono inadeguato, un fallito, non l'avrei nemmeno mai ferita con Marika.

Se mi fossi fidato di me stesso, per una volta, non avrei mai permesso a mio padre di manipolarmi e sarei forse una persona migliore, ora, con meno rimpianti sulle spalle, e più felicità.

Sì, sono felice per la prima volta da tempo, forse da sempre, e superando la porta di casa, desidero solo che la sensazione duri in eterno: rivedere il mio genietto ed essere ancora la persona che lei merita. E anche io.

Recupero il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans quando lo sento vibrare e continuo a sorridere senza sosta quando leggo il nome di Nicole sullo schermo.

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