CAPITOLO 22

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Logan

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Logan




«È permesso?»

Sento dei colpi leggeri sulla porta e mi distraggo dall'azione in play sul televisore. Io e i miei amici ci giriamo nello stesso momento e io resto sorpreso più di tutti quando vedo Nicole spuntare da dietro la porta della sala video, abbracciata a un pacco rettangolare che è quasi più grande di lei.

«Nicole?» scatto in piedi per aiutarla e faccio cenno ai ragazzi di mettere in pausa il filmato, per raggiungere il mio genietto e toglierle il polistirolo dalle mani. «Che fai qui?» chiedo confuso dalla sua presenza, ma soprattutto dal profumo delizioso di carne e di senape che riempie la stanza.

Dopo la fine delle lezioni -nell'unica ora disponibile- il Coach ha convocato la squadra nell'aula multimediale per mostrarci un video dei nostri prossimi avversari e nessuno ha ancora pranzato, attenuando la fame solo con mandorle e barrette energetiche che usiamo come spuntini post workout.

Un palliativo poco efficace: questi panini arrotolati nella stagnola sono una visione.

Appoggio la scatola a una sedia libera e i miei compagni schizzano in piedi come molle, radunandosi attorno a me e Nic con gli occhi sgranati e la bava alla bocca. I soliti esagerati.

«Cos'è questo profumo?» Frankie sbuca sotto le braccia di un paio di ragazzi e allarga le narici come un toro pronto a caricare il bersaglio.

«Logan mi ha detto che eravate bloccati qui, così vi ho portato il pranzo.»
Nicole sorride gentile e inizia a distribuire il cibo prima che possa realizzare quello che ha detto.

"Vi ho portato il pranzo".

Quando l'allenatore ci ha convocato, le ho mandato un messaggio per avvisarla che non avremmo potuto pranzare insieme e che, probabilmente, io e i miei compagni saremmo rimasti perfino digiuni. Ma stavo scherzando.
Il Coach non ci avrebbe mai lasciati a stomaco vuoto, soprattutto con l'allenamento che ci aspetta nel pomeriggio. Nel peggiore dei casi ci saremmo accontentati della famosa insalata di cavolo che a mensa non tocca mai nessuno, ma pazienza.

Nicole invece si è preoccupata di portare da mangiare per tutti, e non me lo aspettavo.

È stata carina e premurosa come al solito, anzi, no, più del solito, perché nonostante gli stupidi pettegolezzi di oggi, ha comunque messo da parte il malumore o l'imbarazzo e ha pensato non solo ai miei bisogni, ma a quelli di tutta la squadra.

È eccezionale. Come faccio a meritarmi una ragazza del genere? Come ho fatto a rinunciarci finora?

«Ho chiesto alla Signorina Porter di fare dei sandwich per tutti. C'era il pastrami oggi e non volevo che ve lo perdeste» dice soddisfatta e i ragazzi urlano subito il proprio entusiasmo, addentando i panini senza quasi togliere gli incarti.

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