CAPITOLO 42 | parte I

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Logan

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Logan

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Dentro. Fuori.
Dentro. Fuori.

Nei minuti che ho passato in macchina, con gli occhi puntati sul salone, al di là della strada, il grande edificio rosa pallido circondato da aiuole e ciclamini, ho sviluppato quasi una dipendenza da questo movimento, a tratti addirittura elegante.

Dentro. Fuori.
Dentro. Fuori.

Il suono è calmante, più piacevole delle note di Reminder che suona a volume basso attraverso gli altoparlanti della Dodge.

E vedere la lama spuntare dal cilindro per poi ritrarsi? Soddisfacente.

Sentire l'impugnatura morbida nel palmo, ma l'attrito del cursore sotto il pollice: è tutto piacevole, cazzo. Come grattare una ferita quando nessuno è lì per dirti di non farlo.

Chissà se è per questo che Marika ha scelto quest'arma per attaccare Nicole?

Le piaceva il suono?
Il peso?

No. Forse no.

Erano piccole quando è successo tutto e quindi, forse, Marika ha scelto questo arnese senza una ragione elaborata.

Forse era solo più semplice da nascondere o da usare.
Era più veloce?
Di sicuro più terrificante di un paio di forbici.

La lama affilata, il riflesso accecante della luce sul metallo: se qualcuno me lo avesse puntato contro, mi sarei pisciato addosso per lo spavento.

Sentirlo tra i capelli, praticamente attaccato al viso, deve essere tremendo.

E quindi forse è questo il motivo: il vero perché di quella scelta.

La paura.

Marika voleva far paura.
Psicopatica del cazzo.

Voleva traumatizzare Nicole, per cosa? Essere stata sospesa e aver subìto le giuste conseguenze delle sue azioni?

Nic non ha parlato di ciò che le facevano. Lo ha ripetuto fino allo sfinimento quando mi ha raccontato la verità -anche se avrebbe avuto tutto il diritto di denunciare Marika e le sue seguaci di merda- e non merita quello che invece le è stato fatto senza rimorso.

L'hanno perseguitata e, per quanto cerchi di razionalizzare l'accaduto, convincermi che, forse, Marika si è davvero lasciata solo prendere la mano, in quel bagno, questo alibi precario non riesce proprio a calmarmi.

"Uno scherzo."
William Bennet ha avuto il fegato di definire quell'aggressione solo uno "stupido scherzo", ma la verità è che Marika è una sociopatica!

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