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A scuola, Mostro non c'era. Probabilmente stava così male ieri sera da decidere di non farsi vedere da nessuno in quello stato, o forse si stava preparando per la gara che si sarebbe tenuta, forse, la prossima settimana, o molto semplicemente non aveva sentito la sveglia. Mostro era fatto così, era imprevedibile, un giorno poteva avere la forza di spaccare il mondo, un altro giorno poi lo vedevi così vulnerabile da farti pena, ma non credo che importi a qualcuno come sta, eccetto me e LowLow.
La campanella era suonata da più di 5 minuti, e della prof di italiano non c'era traccia.
Un'ora di buco! Si! Grazie Dio.
I miei compagni di classe andavano e venivano dal corridoio, le troiette passavano il tempo in bagno a Dio solo sa a fare cosa. In classe eravamo rimasti il 5, ma solo 3 di noi parlavano animatamente. Io e un altro ragazzo ce ne stavamo isolati, ognuno nel suo banco, io leggevo e lui ascoltava la musica.
Ero così persa nelle pagine di Città di carta* che non mi accorsi della presenza di qualcuno al mio fianco. Quando alzai gli occhi sobbalzai nel vedere che era il ragazzo che poco prima era dalla parte opposta della stanza ad ascoltare la musica.
Ecco, cosa vuole ora questo?
Ma io dico, la gente che ti vede leggere non potrebbe pensare che magari non vuoi essere disturbato? Lo stesso vale per la musica, se ascolto la musica con entrambe le cuffiette, è logico che non sento quello che dici, cazzo parli a fare?
-Ciao.-
Misi il segnalibro tra le pagine 120 e 121 e chiusi il libro.
-Ciao.-
-Scusa se ti ho interrotto, volevo fare conversazione. Vedo che leggi molto, Città di carta? Bello, l'ho letto anche io la settimana scorsa.-
Parla troppo.
-Tranquillo.-
-Io sono Valerio, piacere.-
Mi porse la mano con tutta la sicurezza che aveva. Era bello, bello da togliere il fiato, ed era molto simile a Mostro, se ne stava in disparte e alternava giornate in cui era triste e felice, anche lui era imprevedibile.
-Annalisa, ma chiamami Anna.-
Gli strinsi la mano e mi venne un brivido al contatto della mia pelle calda in contrasto con il suo anello di metallo.
Il silenzio e l'imbarazzo resero l'aria densa tra noi, che si sciolse al commento di una ragazza che parlava nell'altro gruppetto.
-Oh tesoro, non puoi capire, ieri ho visto uno che se ne andava tutto solino soletto per il bosco, era bello da togliere il fiato, tipo che avevo la bava alla bocca, stavo per chiedergli il numero, ma è scomparso, credo che faccia questa scuola, se lo trovo ci provo, amu, hahahahaha.-
-È esilarante vedere come le persone siano così sicure di piacere agli altri, ad esempio, lei si chiama Eleonora, pensa che tutti gli vadano dietro, ma lo fanno solo perchè è una grandissima troia, e pensa anche di essere simpatica a tutti, quando invece sta sul cazzo a mezzo mondo.-
Oddio.
Abbiamo pensato praticamente la stessa cosa, solo che io le davo mentalmente della troia perchè avevo capito che il ragazzo di cui lei stava parlando, era Mostro. Il mio Mostro. Come poteva anche pensare di essere alla sua altezza? Nessuno lo era, neanche io, ma lui mi ha scelta, e mi ama.
Se lo tocchi ti trovi un occhio nero, puttana.
Mi immaginavo la sua faccia quando Mostro non l'avrebbe neanche considerata, e scoppiai a ridere.
-La pensi anche tu così, eh?-
Mi rispose Valerio mentre io continuavo a ridere dando inizio ad una risata di coppia, visto che anche lui aveva cominciato. La sua risata era fantastica, non troppo psicopatica, e nemmeno troppo gutturale, era un po' rauca, ma bellissima.
-Sicuro.-
Gli avevo risposto con il volume della voce un po' troppo alto. Eleonora si girò nella mia direzione e mi guardò come un lupo guarda una preda facile.
-Hai qualcosa da ridire tu?-
Continuavo a ridere seguita da Valerio che stava quasi per piangere.
-No, No.-
E continuai a ridere accompagnata da Valerio, fino alla fine dell'ora.
Uscimmo insieme dalla classe e ci dirigemmo nelle altre aule. Nelle ore seguenti parlammo del più e del meno, lui mi raccontò che non si trovava bene con la sua famiglia, e che se ne sarebe presto andato, io gli raccontai di Mostro, di come l'ho conosciuto e di come l'ho salvato. Lui mi ascoltava in silenzio, senza proferire parola, e lo ringraziai mentalmente per questo.
Alla fine delle lezioni mi accompagnò al pulman e mi salutò abbracciandomi, profumava di erba appena tagliata e mandorle, una combinazione piuttosto strana, ma gradevole.
-Ci vediamo domani Anna.-
Aveva detto prima di scomparire dentro alla folla di studenti desiderosi di tornarsene a casa a mangiare.
-A domani.-
Risposi al suo saluto facendogli un sorriso sincero che in questi giorni avevo rivolto solo a Mostro e LowLow.
Mi stavo facendo un amico, ne avevo davvero bisogno. Ero stanca di essere sola. Adesso ho Mostro, LowLow e probabilmente anche Valerio diventerà un mio grande amico.
Non chiedevo di meglio.

*È un libro di John Green, lo stesso autore di Colpa delle stelle, ve lo consiglio, vi consiglio tutti i suoi libri, io li adoro troppo.

"ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ"  Benvenuta nel mio mondo cane.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora