Capitolo III - Dax

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Dax

La porta principale della scuola si apre quando Eva la spintona con forza. Non sa ancora controllare perfettamente la sua forza, ma imparerà col tempo. È l'unica ragazza del gruppo ed è anche la più forte tra tutti noi.

Le ante sbattono contro i muri adiacenti. Il preside sorride con le labbra tirate, nasconde le mani dietro alla schiena e si muove nervosamente, barcollando da un piede all'altro.
'So che hai paura, ma non devi, siamo stati addestrati a comportarci bene in pubblico.'
Per il preside è sempre un problema quando arrivano nuovi studenti nella scuola che hanno appena imparato a essere civili in mezzo alla gente comune. Sicuramente per un periodo di tempo ci controllerà a dovere, ma se dimostriamo che il nostro comportamento e consono alle sue ideologie, l'accertamento non sarà a lungo termine.

Eva sfoggia i suoi denti bianchi mentre passa tra i nuovi compagni di scuola e i suoi capelli neri e lunghi sbattono contro la sua schiena a ogni passo pesante.  Gli occhi talmente chiari da non sembrare veri ammaliano qualsiasi persona che la vede.

Al suo fianco Bernard le tende il braccio e lo appoggia sulla sua schiena perché gli occhi indiscreti di coloro che fissano sua sorella, lo infastidiscono.

«Sa difendersi da sola.» Bisbiglio.

La sua sembianza è identica a quella della sorella, gli stessi occhi, lo stesso colore di pelle e perfino gli stessi capelli, ma ciò che li rende davvero simili è il carattere: irascibili e testardi.
«Pensa alla tua di sorella, Dax.» Mi ringhia contro Bernard.
«Dovete calmarvi, altrimenti non finirà bene.»

Le mie pupille si muovono velocemente nella ricerca di mia sorella. Attivo l'olfatto per cercarla al massimo delle mie potenzialità per tutta la scuola. Mi concentro sulla sua voce, provando a evitare gli schiamazzi degli altri passanti, ma ogni tentativo sembra vano perché non riesco a sentirla, vederla o respirare il suo odore; ho paura di averla dimenticata completamente.
Mentre inizio ad agitarmi per colpa dei miei scarsi tentativi, Lucien mi indica qualcuno che ho visto la sera prima.
Lucien mi ha accompagnato in quel locale decorato; non so esattamente perché fossimo lì, ma indiscutibilmente l'incontro con Alma mi aveva destabilizzato alquanto.

Inizio a studiarla senza avvicinarmi troppo e vedo i capelli rossi che sono raccolti in una coda alta che le tocca la schiena. Mi sposto con gli occhi più in basso e la camicia larga e bianca lasciata cadere sulle spalle le mette in evidenza le lentiggini che ha sul corpo. Il suo viso è così chiaro, le guance morbide e piene di puntini disordinati ravvivano nella mia mente la bambina che era e che è rimasta quasi uguale e gli occhi blu sono uguali a quelli che ricordavo. L'unico dettaglio che non avevo mai notato sono le labbra carnose e rossastre che le donano un contorno quasi angelico.

Interrompo i miei pensieri quando lei inizia a sbuffare, sbattendo l'armadietto e facendo cadere i libri a terra.
Mi muovo velocemente verso di lei e mi piego per rialzarli. Mentre si abbassa sulle ginocchia mi rivolge uno sguardo indignato e i nostri occhi sembrano non potersi più staccare. Conoscendola so che non riaprirà il discorso sulla maleducazione che ho sfoggiato nei suoi confronti la sera prima e farà forse anche finta di non avermi mai visto.

«Oh, il nuovo arrivato. Che gentile.» Proprio come immaginavo. La sua tenerezza mi spiazza ancora come sette anni fa. Le sorrido con fare amichevole.
«Sul serio? Ieri nemmeno ti presenti e oggi mi aiuti ad alzare due libri. Interessante, ma riesco da sola.» Ok, forse non ho colto l'ironia della prima frase.
'Sei carina quando cerchi di fare la dura, ma quello offeso dovrei essere io.'
Mi alzo con i due trattati in mano, do un'occhiata di sfuggita e uno dei due parla dell'arte impressionista. 'Bene, abbiamo anche un corso in comune.'

CURSE - Passione dannataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora