Capitolo XIV - Dove ti porta il cuore

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Dax

Entro in classe e trovo Alma seduta a giocherellare con i suoi capelli rossicci. Le sue dita continuano a danzare tra le ciocche, tracciando vecchi percorsi e creandone di nuovi, mentre la tensione cresce. Alza la testa quando sente la porta chiudersi, puntandomi addosso i suoi grandi occhi ghiaccio che mi bruciano la pelle.

Ogni volta che incontro il suo sguardo, rimango paralizzato come se fossi intrappolato da una magia potente.

Socchiude leggermente le labbra quando intravede i graffi sul mio viso, i suoi movimenti sono scoordinati e indecisi. Io invece abbasso la testa perché non voglio che mi veda in questo stato.

Senza esitazione, si alza in piedi e si avvicina a me con passo deciso. Le sue mani tremano appena mentre esamina le ferite sul mio viso.

«Cosa ti è successo?» Mi viene incontro calcando i segni con le dita lontane dalla mia pelle.

Tento di sorridere, ma il dolore lo rende difficile. Sento però un calore avvolgermi e confortarmi quando lei si avvicina a me,  nonostante i tagli.

«Sono solo graffi, Alma.» Rispondo con voce affaticata, cercando di minimizzare la gravità delle mie condizioni. «Niente di cui preoccuparsi.»

Le cicatrici sono come testimoni mutevoli della mia incapacità di proteggermi, di evitare gli attacchi dei miei nemici e le discussioni che non mi portano mai a niente. Mi sento esposto, vulnerabile, come se ogni occhiata fosse una sentenza di condanna per la mia debolezza.

Il tocco di Alma è puro, nobile e sentito e il mio corpo lo respinge ogni volta che la nostra pelle si sfiora. La sua natura e la mia, così diverse che non riescono ad accettarsi e a convivere.

Lei però non si arrende mai, provocandomi emozioni contrastanti quando il suo viso è a pochissimi centimetri di distanza dal mio. Quando le sue dita finalmente riescono a trovare i graffi profondi, una scossa percuote entrambi.

«Non riesco mai a toccarti, Dax. Ogni volta che ti sfioro, il tuo corpo mi respinge in qualche modo.»

È innegabile, ci respingiamo in modo naturale come due calamite, e questa dinamica non potrebbe mutare; poiché un'anima pura può essere contaminata dal male, ma il male non si trasformerà mai in bene.

Le sue braccia mi circondano la vita e io non riesco a trattenermi dal fare lo stesso. Lo strato di vestiti che ci copre è l'unica soluzione che abbiamo per riuscire a toccarci.

Vederla così vulnerabile e spaventata mi dilania, penetrando ogni angolo di quel cuore già così ridotto dopo la trasformazione.

I suoi occhi incontrano i miei e non c'è più traccia dell'imbarazzo che aveva colorato i nostri momenti giorni prima, nella mia stanza. Il suo sentimento, sebbene io non possa definirne la natura esatta, è palpabile e sincero.

I suoi capelli le offuscano la vista e con un gesto delicato sposto una ciocca rossa dietro il suo orecchio, rivelando le lentiggini che punteggiano delicatamente il suo viso.

«Parlami, dimmi qualsiasi cosa. Ti ascolterò, promesso.» Mi supplica con un tono di voce confortante.

Le ferite dei vampiri si rimarginano in pochi istanti dopo essere state inflitte, tranne quando sono causate dai poteri dei maghi. I maghi possiedono l'abilità di infliggere danni irreparabili ai vampiri mediante tecniche studiate appositamente per difendersi da loro, fino a provocarne la morte.

Alma non è a conoscenza della sua vera natura, non pratica incantesimi e non nutre alcun desiderio di farmi del male. Tuttavia, quando è vicina a me, sento le gambe cedere e il mio corpo vacillare, come se un'energia sconosciuta mi circondasse e mi rendesse fragile.

CURSE - Passione dannataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora