Capitolo VII - Immensità

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Alma

Dax parcheggia la macchina dei suoi genitori vicino alla spiaggia. Fa il giro dell'auto aprendo prima la portiera di sua sorella e poi la mia. Tende la mano a Margot e la aiuta a scendere dal sedile posteriore, io nel frattempo sono già in piedi, le galanterie non fanno per me. Mi tolgo le scarpe e appoggio i piedi sulla sabbia morbida. Il freddo penetra attraverso la pelle e i brividi mi percorrono tutto il corpo fino a provocarmi delle piccole scosse.
Davanti al ristorante tolgo accuratamente la sabbia e mi infilo di nuovo gli stivaletti.

Il locale è raffinato, ci sono due terrazze divise da delle tende bianche raccolte con una cordicella. La luce è soffusa e si diffonde delle lampadine appese a fili che scendono vicino ai tavoli. Per ogni tavolo ci sono panchine coperte da cuscini di vari colori e nella seconda terrazza che si affaccia sul mare ci sono dei grossi ombrelloni. I tavoli sono pieni di ornamenti, fiorellini, sabbia e vasetti.

Dax allunga un braccio in aria e lo sventola mentre un ragazzo in un tavolo lontano fa lo stesso.
Ci avviciniamo al gruppo. Margot si presenta e saluta tutti con entusiasmo. Mi siedo al tavolo senza attirare troppo l'attenzione. Riconosco solo Lucien a cui accenno un sorriso e lui fa altrettanto. Dax batte il cinque e si stringe la mano con i ragazzi.
Vicino a me si siede Eva e dall'altro lato Margot, mentre i maschi sono di fronte a noi.

Lucien si alza in piedi rivolgendomi l'attenzione.
«Ragazzi, lei è Alma, è la migliore amica della sorella di Dax. Alma, abbiamo saputo e ci dispiace molto per tua zia, cercheremo di non farti pensare a lei.» Dax gli tira un pugno sul braccio e lui si risiede. Il biondo lo guarda con aria di sfida. «Sto bene adesso, non è un problema, grazie.» Cerco di prendere le difese di Lucien.

Di fronte a Margot c'è Bernard. I capelli scuri contrastano i suoi occhi chiari e le labbra arancioni mettono in risalto ancora di più i suoi zigomi sporgenti. Mostra tutto il suo fascino alla mia amica e lei ne rimane ammagliata. I suoi occhi si illuminano ogni volta che le rivolge la sua attenzione, facendole un sacco di domande a cui lei non vede l'ora di rispondere.

Il cameriere arriva e ordiniamo da bere, io prendo come al solito una bottiglietta d'acqua. Mentre i ragazzi conoscono Margot mi perdo a fissare il mare, così immenso e l'immensità mi provoca terrore. Il buio non mi fa capire le sue mosse e il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli mi fa tremare. Il mare fa paura, non sai mai quale sarà la sua prossima mossa, un momento è calmo e quello dopo travolge ogni cosa, vite senza colpe che finiscono nei suoi tranelli, la corrente le trascina e l'ultima onda è quella che porta via ogni ricordo. E poi il mare si placa ed è come se non fosse mai successo. Non rimane niente, solo l'immensità del nulla.

Mi sento vacillare e tocco la balaustra per sentirmi al sicuro. La voce del cameriere che è tornato con le bevande mi porta di nuovo a focalizzare i ragazzi. Dax mi guarda con dispiacere. La sua empatia è devastante, come se comprendesse il mio dolore senza sapere di che tipo sia, senza averlo mai toccato e questo mi fa soffocare, ma prima che lui capisse, distolgo lo sguardo da lui e fingo di non essermene resa conto.

«Rossa!» Mi sento chiamare. Alzo gli occhi e Lucien occupa la mia visuale. Mi porge un bicchierino con un liquido bianco, ma scuoto la testa e allungo la mano per farlo indietreggiare. «Non bevo.» Sogghigna e il labbro superiore più spesso rispetto all'altro gli copre leggermente i denti. «Quali peccati hai commesso per non bere? I tuoi segreti sono al sicuro.» Si dice che solo chi ha dei segreti oscuri non beva, per evitare che questi possano tornare a tormentarli, così, per dimostrargli che non è il mio caso, prendo la decisione più sbagliata e gli strappo dalle mani il bicchiere e butto giù il liquido senza respirare. Il retrogusto è amaro e la bevanda mi provoca un bruciore intenso dalla gola fin nello stomaco. Lucien mi passa una fetta di limone e la addento subito, la mastico e la mando giù senza nemmeno pensarci. «Sei strana, Rossa, prima non bevi, poi secchi il bicchiere e ora ti mangi anche il limone.» Gli altri iniziano a ridere e Margot mi abbraccia fiera. Mi riempie un altro bicchiere e mi fa segno di aspettare.

CURSE - Passione dannataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora