Capitolo XXVIII - Ferite aperte

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Alma


Mi siedo sul bordo del letto, lui mi segue e si mette accanto a me, i suoi occhi fissi nei miei, preoccupati e attenti. Prendo un respiro profondo, cercando di trovare le parole giuste. «Dax, devo parlarti di una cosa.» Cerco di mantenere la voce ferma. «Voglio che tu sappia questa cosa perché io so come ci si sente a essere tenuti all'oscuro di tutto, a soffrire per qualcosa che si pensa di essere colpa propria e non lo è. Devi ascoltarmi.»

Lui annuisce, il suo sguardo si fa ancora più serio. Inizio a raccontargli di qualche giorno prima, in ospedale da Roan. «Ho visto una ragazza,» dico. «Una ragazza che tu conosci.»

Descrivo la ragazza con dettagli precisi: i suoi capelli ricci e folti, la sua pelle candida, la sua bellezza pura. Vedo il cambiamento nei suoi occhi. La comprensione e il dolore iniziano a prendere forma sul suo viso.

«No, non è vero.» Scuote la testa, la voce tremante. «L'ho uccisa, è impossibile.»
Mi guarda, cercando una negazione che non posso dargli. «Devi aver visto male, non la conosci.»

Gli racconto allora di come Lucien e Bernard mi abbiano rifatto vedere la foto. «Sia Margot sia io abbiamo confermato che fosse lei.» La mia voce rimane ferma, ma dolente.

«No!» Continua a ripetere, la negazione evidente nel suo sguardo. «Non può essere vero.»
Il dolore nel suo sguardo è insopportabile. Vedo il conflitto interno, la lotta tra quello che ha sempre creduto e quello che gli sto dicendo ora.

Dax si alza di scatto, nervoso, iniziando a girare per la stanza in preda all'agitazione. I suoi occhi cambiano colore, diventando di un rosso simile al sangue, mentre le vene sul suo volto diventano sempre più evidenti. Si passa una mano vicino alla bocca, che piano piano cambia forma, rivelando i suoi denti da vampiro in tutta la loro ferocia.

Comincia a tirare pugni ai muri, il suono sordo e potente delle sue mani che colpiscono il legno e il gesso rimbomba nella stanza. Scaraventa una sedia contro il vetro del balcone, rompendolo in mille pezzi. Senza fermarsi, esce sul balcone e grida, un urlo primordiale e carico di dolore che sembra liberare ogni emozione repressa.

Rientra in camera, il suo sguardo carico di rabbia e disperazione. «Ho vissuto con questo peso sul cuore.» La voce rotta e piena di dolore. «L'ho vista morire davanti a me, per colpa mia. Sono morto dentro anche io quando lei non c'era più. Ho dovuto affrontare quel dolore da solo, senza nessuno che potesse starmi accanto. Ero completamente solo, lo capisci? È per questo che ora loro, Lucien, Bernard ed Eva sono la mia famiglia.»

Si ferma un attimo, il respiro pesante, poi continua. «Da allora ho ucciso un sacco di persone, per la rabbia che ho accumulato dentro. Ho fatto stragi che non sono mai riuscito a dimenticare. L'ho amata, Alma. L'ho amata da quando l'ho incontrata. È stata la mia spalla fino a quel giorno. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Avrei dato la mia vita per lei, se ci fosse stato modo di tornare indietro.»

La sua voce si fa ancora più dura. «E ora è dalla parte di quel viscido di Roan e dei Baker. «Oh te lo giuro, che te la farò pagare.»

Con un salto quasi naturale, Dax si lancia giù dal balcone, lasciandomi sola nella sua stanza devastata. Sento il cuore martellarmi nel petto mentre mi precipito fuori, scendendo le scale con tutta la velocità che posso. Mi addentro nel bosco, l'oscurità che sembra avvolgermi mentre urlo il suo nome. «Dax! Dax!»

Non risponde. Continuo a correre da un lato all'altro, invano, la paura che cresce dentro di me, non so cosa potrebbe fare. Poi mi ricordo di cosa mi ha insegnato Lucien durante gli allenamenti. Mi fermo, cerco di rallentare il respiro e mi concentro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26 ⏰

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