5. Over and Out (Marcus)

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🎧
You broke me first, Tate McRae

Ciao ragazze, eccomi qui 💔🤪
Buona lettura!
Scatenatevi nei commenti 🫶🏻⚡️
Se volete chiedermi qualcosa, vi lascio la mia pagina ig: hellen_ligios_autrice


Marcus 11 Mildred 10

Ultima partita del campionato.
Un solo punto e la vittoria è nostra.
In caso contrario, avremo perso.

Il dischetto viene sballottato di qua e di la, fino a quando non è il capitano della squadra avversaria ad averlo in pugno.

Va verso la nostra porta, ci si ferma davanti e nel momento in cui sta per tirare, glielo soffio da sotto al naso.

Sfreccio sul rink, i pattini che slittano sul ghiaccio. Ci volo sopra per quanto vado veloce.
Ogni tentativo di difesa si rivela inutile.
Sono una tempesta.
Un temporale che non è disposto a retrocedere.
A fermarsi.

Pattino per tutta la distesa ghiacciata, con le urla del pubblico a farmi da colonna sonora, il dischetto in pugno, il bastone stretto tra le dita che muovo a destra e sinistra.

La porta è lì.

"Storm! Storm! Thunderstorm!"
Sento che gridano il mio nome.

Poi, ad un tratto, uno dei difensori sbuca dal nulla, si para tra me e la vittoria schiacciante.

Vuole spaventarmi, farmi vacillare, ma non perdo la mia sicurezza.

Invece di raggirarlo e stare al suo gioco mi blocco.

La porta è ancora un po' lontana, il portiere già pronto a parare il mio colpo.
Il difensore invece avanza.

So che avrei avuto solo questa unica possibilità.
Così, ruoto il busto, tiro su la mazza e con tutta la forza che ho in corpo, colpisco il dischetto.

Il difensore cerca di fermarlo, ma gli passa sotto le gambe e poi, alla destra del portiere.

È DENTRO.

È GOAL.

L'arbitro fischia, la partita è finita.
E vinta.

Lascio il bastone e corro ad abbracciare i miei compagni di squadra.

Guardo oltre le transenne: mio padre è in piedi, le mani dietro la schiena.
Niente trapela del suo volto asettico.

Faccio finta di niente, e seguo gli altri negli spogliatoi.

Dopo la doccia, usciamo dal campetto.
I genitori dei miei compagni sono tutti fuori ad aspettare i loro figli.
Guardo Zavier e sua madre che lo circonda in un abbraccio caloroso.
Rodrigo che corre incontro ai genitori e alla sorellina che saltella felice.
Il nonno di Louis, con quei baffoni strani che è venuto a prenderlo con il cagnolino.

Mi stringo nel cappotto pesante, mentre scorgo la macchina di mio padre con il motore acceso a pochi metri da lì.
E lui che mi aspetta dentro.

Sistemo il borsone nel sedile posteriore e mi siedo dalla parte del passeggero.
Non dice una parola mentre parte.
Il silenzio è l'unico rumore a farci da sfondo.

«Abbiamo vinto...», dico ad un tratto, entusiasta. «Hai visto?»

Annuisce.

Mi schiarisco la gola.
«Ti è piaciuta la partita? Il goal che ho fatto sul finale...»

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