15. «My brain is inside my hockey stick» (Marcus)

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🎧
The tortured poets department , Taylor Swift

*non potevo non mettere la nuova canzone dell'album della nostra Queen 👸

Buon sabato,
ed eccomi qui con un nuovo aggiornamento.

Correte a seguirmi sulla mia pagina, se volete scleare insieme --> hellen_ligios_autrice

Ps. Marcus avrà un pò di 🚩 in questo capitolo🤣

Non gliene vogliate 🌝

Buona lettura ❄️

Thunderstorm ⚡️
19 anni

Mi tiro su i pantaloni della tuta neri, esausto, lasciando il busto nudo, mentre passo le mani tra i ricci ancora umidi.

Sono appena uscito dalla doccia dopo gli allenamenti, e ogni cazzo di muscolo mi fa male.

Si vede che siamo nel pieno del campionato.
Ruiz ci ha spaccato di flessioni.

Mi tocco le braccia indolenzite, e quando mi piego per afferrare il mio shaker, gli addominali mi tirano.

Con la coda dell'occhio scorgo Damian seduto sulla panchina, a petto nudo anche lui, i muscoli in evidenza.

La sua schiena tatuata, per quanto coperta, non riesce a nascondere le vecchie cicatrici, sbiadite, che tagliano la sua pelle. Non riesco a staccare lo sguardo da quella vista cruda, che mi chiude lo stomaco in una morsa, fino a quando non solleva bruscamente la testa e io mi concentro sulla mia bevanda energetica al gusto di cioccolato.

Detesta essere fissato.
E non voglio farlo di certo incazzare ora, che abbiamo finito l'allenamento.

«Ho la data della partita di hit hockey» sussurra.

Il resto della squadra è ancora sotto la doccia; li sento dal piccolo spazio dove ci siamo appartati ridere e fare i coglioni.

«31 ottobre. Contro i Detroit Wolf. Me l'ha appena riferito Jess» ci informa. «Ci saranno anche gli allibratori. Puoi portare Ace se vuoi, così potrà aiutarci con le scommesse».

«Ad Halloween?» si informa Taylor, mentre si scrocchia il collo con le vene in evidenza. «Figo».

Damian annuisce. «Esattamente dopo la festa che si terrà a scuola. Andremo direttamente a fare casino là. E saremo mascherati, così, potranno infilarsi su per il culo foto e video. Nessuno ci riconoscerà».
I suoi occhi neri come la pece, brillano spietati.

Mi infilo veloce la maglietta e la felpa, il cappotto e afferro la mia mazza.
«Non li avrebbero riconosciuti lo stesso, almeno ai Detroit Wolf. Non dopo che gli avremo spaccato la faccia», una battuta la mia che fa ringalluzzire Damian e Taylor, bramosi come me di prendersi la loro vendetta.
Anche se il pensiero delle foto e dei video che potrebbero circolare mi turba, visto che sono state proprio quelle ad incastrarmi.

Zavier è immobile di fronte a noi, a braccia incrociate. Ha il solito ciuffo di capelli castano che gli ricade sul lato destro del viso, coprendogli quasi metà occhio. Sta giocherellando con il piercing che ha sul labbro.
«Spero che si inventeranno qualche altra cosa per le altre partite. Non è sempre Halloween».

«Ci penseremo poi, amico» liquido la questione, mettendogli una mano su una spalla.

So che è preoccupato per me.
Gliene sono grato, ma so badare a me stesso e soprattutto, non ho intenzione di passare da coglione cagasotto di fronte a Ross.
Non dopo il modo in cui mi si è palesato in discoteca.
Digrigno i denti se ripenso a come si è preso gioco di me e Mildred.
Poco ma sicuro, gli farò passare la voglia di fare l'arrogante.
A quanto pare essere stato pestato dal sottoscritto nell'ultima gara di hit hockey di due anni fa, non è stata una lezione più che sufficiente.

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