17 ~ Buonanotte, stellina

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Ed eravamo bravi, bravissimi
A fissare il vuoto e
ad ascoltare i sospiri
Sei perfetta così
quando metti i vestiti stretti
Vorrei ti vedessi con gli occhi miei

- Jeans, Psicologi

Nathan

Nel bar la canzone si ferma, facendo momentaneamente penetrare tra le mura non abbastanza spesse la fastidiosa musica ritmata della discoteca, situata dall'altro lato della strada. Poi nell'aria iniziare a farsi largo una melodia dolce, d'altri tempi, che mi riporta alla mente fredde giornate invernali riscaldate dal fuoco del camino e dalla cioccolata calda.

Sto aspettando Estela seduto sul tappeto soffice al centro del soggiorno, perso ad osservare la neve che si deposita sulla finestra con i suoi fiocchi leggeri.

Papà mi ha raccontato che in città non si riesce mai a vedere questo spettacolo naturale per colpa del troppo caldo; questo è il motivo per cui considero la montagna un luogo magico, dove tutto può accadere. A mostrarmi la magia è stata proprio lei, la mia stella dell'alba.

Il suono di pneumatici che schiacciano lo strato sottile di neve solidificato al suolo riecheggia tra le mura della casa. Riesco a riconoscere la jeep di papà dal brusio del motore, finalmente sono tornati.

Ho la tentazione di andare alla porta per accoglierli con un abbraccio ma il mio babbo è nervoso quando torna dal lavoro o dalle visite di Estela. Decido che è meglio non disturbarlo, proprio come mi ha suggerito la mamma quando sono andato a trovarla la settimana scorsa.

Ultimamente vanno dal medico sempre più spesso, ma mi hanno detto di non preoccuparmi, sono questioni da adulti e un bambino di quasi 10 anni non deve pensarci.

Dalla soglia fa capolino il cappotto di Estela, la sua mano è avvolta da un paio di guanti marroni e sta parlando con papà.

"Fai come ti pare, allora", le dice lui alzando la voce, la rabbia traspare dalle sue parole.

Si avvia al piano superiore, dove resterà fino all'ora di cena proprio come tutti i giorni, e io sento la mia stella dell'alba fare un sospiro profondo. Eppure quando arriva da me in soggiorno il suo viso è illuminato da un sorriso raggiante. Forse non vuole farmi preoccupare.

"Come è andata?", le chiedo in un sussurro. Ogni volta le faccio questa domanda e ogni volta lei mi dice che non è importante e che sta bene.

Stasera non risponde. Sento la paura attanagliarmi lo stomaco in una morsa più fredda della temperatura esterna.

Siede anche lei sul tappeto, con le gambe incrociate e la schiena appoggiata al divano dietro di lei. Mi fa cenno di raggiungerla e io mi avvicino guardandola con preoccupazione

Solo gli alberi della foresta sembrano comprendere la mia ansia, le loro fronde si muovono velocemente sotto il tocco del vento; irrequieti.

Mi stringo a lei, con un braccio mi circonda e mi avvolge con il suo calore, i capelli grigi le ricadono su una spalla.

"Tu sai chi è Tom, giusto?", mi chiede senza perdere il suo sorriso, anche se i suoi occhi nascondono la tristezza.

"Il tuo angelo custode", dico con sicurezza. È anche suo marito, ma non le piace che io dica questo.

L'ho sempre considerata una persona strana, in un certo senso. Vede le cose in modo diverso, un modo più allegro e romantico. Non ama la semplicità e le piace cambiare cose che normalmente non possono essere cambiate. Per esempio si ostina a farsi chiamare Estela, che significa stella dell'alba, quando il suo vero nome è Amber, pensa sia una condanna ingiusta essere chiamati per tutta la vita con un nome che non si gradisce.

Come inchiostro sulla cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora