26 ~ Amore sotto le stelle

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Ed io che invece vorrei
averti solo più vicino 
cascare nei tuoi occhi
e poi vedere se cammino 
che sono grandi come i dubbi
che mi fanno male 
ma sono belli come il sole
dopo un temporale 

- Cascare nei tuoi occhi, Ultimo

Marika

Siamo entrati in una radura immersa nel verde, circondata dalla natura selvaggia e dai suoni di quel bosco ricco di vita. Ho fatto un giro su me stessa e osservato i pini che si innalzavano dal terreno, liberi di svettare sopra le nostre teste.

Di fianco alla piccola casetta in legno ce n'è un esemplare magnifico, più grande di tutti gli altri e, all'apparenza, anche più antico. Non mi sono ancora spiegata il perché, ma negli aghi lucidi e nei movimenti eleganti delle fronde è nascosta una sorta di magia; la corteccia ricoperta da decine di incisioni sembrava confermarlo.

Quando le ho viste volevo chiedere a Nathan cosa stavano a significare, ma mi sono persa ad osservare la volta celeste, quell'infinito spazio che non ho mai visto così affollato di stelle. Non sarei mai riuscita a contarle tutte, a sussurrare numera stellas, si potes prima di fare qualcosa che mi spaventava.

Nathan non lo sa, ma la mia prima stella cadente l'ho osservata mentre lui mi abbracciava restando dietro di me, con il suo fiato caldo che mi riscaldava la pelle del collo. Il desiderio che ho espresso e il pensiero di lui si sono fusi subito, come se non potesse accadere diversamente. Se avessi visto qualche mese fa quella piccola luce squarciare il cielo probabilmente avrei aspirato ad una speranza molto più grande; forse di essere qualcuno di importante un giorno, qualcuno da rispettare, qualcuno che ha un ruolo ambito.

Ora voglio avere un ruolo nella sua vita e nella vita delle persone che amo.

Curiosa come sono non ho resistito e gli ho chiesto cosa avesse desiderato lui, nonostante Nathan non mi sia mai sembrato qualcuno che affida i propri sogni alle stelle. Eppure...

Eppure abbiamo ballato sulle note di una melodia che sentivamo solo noi, che proveniva dai nostri cuori, dai nostri corpi uniti, dai respiri irregolari e dai baci rubati.

Eppure mi ha permesso di eseguire una piroetta prima di tornare nelle sue braccia.

Eppure le nostri fronti si sono toccate e i nasi sfiorati.

Eppure mi ha confessato che c'è posto anche per le nostre iniziali su quell'albero maestoso. Che c'è posto per me nel suo dolore, in quel mare in cui spesso rischia di annegare, in quella tempesta che lo trasporta lontano.

C'è posto per me e forse posso essere il faro, la luce, qualcosa a cui aggrapparsi, qualcuno da cercare quando tutto va male. Forse.

È strano pensare che adesso la scritta N + M è incisa nel legno; sembrava un'azione talmente stupida e infantile che abbiamo deciso di farla. Dal modo in cui sorrideva ho capito che c'era qualcosa di più, un significato nascosto che non sono riuscita a cogliere.

Se ci penso sento i battiti cardiaci accelerare, eppure non percepisco solo le pulsazioni solo del mio cuore ma anche del suo. Di quel cuore che mi ha regalato in un gesto di pura dolcezza, il cuore che mi ha chiesto di amare o odiare, il cuore che ho promesso di osservare sempre.

La sua felicità si è affievolita entrando nella casetta; un'abitazione diventata subito accogliente con il fuoco scoppiettante del camino. Una classica baita, in legno, colorata e vivace. Per me anche i più grandi dettagli non significano nulla, ma per lui devono essere un pugno nello stomaco.

Come inchiostro sulla cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora