Capitolo 5

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TOM:

Mi alzo dal letto cercando di districarmi dai corpi nudi che si trovano vicino a me e mi arranco fino al bagno.
Nel tragitto riesco a raccogliere i miei boxer e me li infilo, ma non senza difficoltà.

Mi gira terribilmente la testa, il buio che entra dalle finestre mi fa desumere che sia ancora notte.

Arrivato a destinazione chiudo la porta e mi appoggio contro di essa cercando di riacquistare lucidità.

Mi sento uno schifo.
Non ricordo bene cosa sia successo, sento lo stomaco rivoltarsi, mi dirigo veloce al water e vomito anche l'anima.

Dopo un tempo che mi sembra infinito il mio stomaco mi concede una tregua.
Mi siedo a terra sfinito e appoggio la testa contro il muro guardando il soffitto.

Cazzo! Ho bevuto decisamente troppo.
In poco tempo alcuni ricordi riaffiorano.

Rivedere Melanie è stato un duro colpo, anche se ho cercato in tutti i modi di non darlo a vedere, mi ha fatto male, incredibilmente male.

Quando se n'è andata ho iniziato a bere e forse ho preso anche qualcosa che ha portato Gustav. Sono troppo confuso per ricordarlo, so solo che volevo dimenticarmi di lei, del mio passato.
Penso di aver anche fatto sesso, visto che mi sono risvegliato nudo, ma non lo so con certezza.

Un altro conato mi scuote, ma questa volta non vomito niente, il mio stomaco è ormai vuoto.

Mi alzo e mi appoggio al lavandino per lavarmi la faccia con l'acqua fredda.
Mi guardo allo specchio, sono veramente uno schifo, ho i capelli arruffati, gli occhi rossi e sono più pallido del solito.

Un pensiero mi attraversa la mente: cosa avrà visto Melanie? Cosa avrà pensato? Tom era così diverso.

I ricordi mi piombano addosso indesiderati e dolorosi, sento la morsa allo stomaco farsi più forte e i sentimenti che ho provato in passato ritornare vividi e laceranti. Inizio a tremare sotto il peso di questo dolore che non riesco a placare.

Sento il freddo attraversarmi la schiena e farmi tremare, sono passati anni dall'ultima volta.

Odio riconoscere che Melanie ha ancora questo potere su di me.
Un potere tale che non mi permette di controllare i miei sentimenti, sono ancora vergognosamente succube.
Sono solo un debole, altro che il grande Tom Kaulitz play boy, sono ancora quel ragazzino che non riesce a capacitarsi di aver dato il proprio cuore ad una stronza che non ha avuto il coraggio di difendere la nostra storia ed il nostro amore, solo perché il padre essendo un pezzo grosso aveva altre aspettative dalla figlia.

Guardandomi allo specchio ero cosi talmente arrabbiato che ho dato un pugno talmente forte da farlo rompere.
Sento le vertigini assalirmi e cerco di sedermi a terra, ma nel tentativo sbatto la testa contro il muro e questa botta mi fa ritrovare un po' di lucidità.
Butto la testa all'indietro e chiudo gli occhi concentrandomi sul dolore alla testa causato dalla botta e dal pugno.

Sento la porta aprirsi, giro appena la testa e vedo Bill sulla soglia che mi guarda sconvolto.

Rimane immobile alcuni secondi, poi si fionda su di me urlando.

«Tom? Che cazzo è successo?» prende degli asciugamani e cerca di tamponare il sangue.

Mi aiuta ad alzarmi e mi porta al lavandino, con delicatezza vuole riuscire a vedere l'entità di quello che mi sono fatto e con tutto quel sangue non gli è possibile.
Rimanere in silenzio, ma sento che è preoccupato e sono certo anche incavolato. Lo conosco fin troppo bene.

Mi fa sedere sul wc e prende la cassetta del pronto soccorso. Tira fuori delle garze e dopo avermi disinfettato la ferita alla mano dove c'era un taglio causato dal pugno, mi benda la mano e controlla la testa dato che l'avevo sbattuta.
Ma fortunatamente nulla di grave, solo un semplice ematoma a quanto pare.

Io non dico niente e lo lascio fare, sono ancora troppo stordito e preferisco godermi questo momento di assoluta apatia seguendo come incantato i suoi movimenti esperti e delicati.

Quando ha finito mi dice semplicemente:

«Aspetta un attimo»

Lo sento tornare di la nella camera.

«Sveglia ragazze. È ora di andare se non volete farvi beccare dai giornalisti»

Non sento la loro risposta, ma dal rumore che proviene dall'altra stanza capisco che si sono alzate e si stanno vestendo.

Le loro voci allegre mi fanno storcere il naso.

«Grazie Bill. Saluta Tom, digli che è stato splendido come sempre»

«Anche tu lo sei stata tesoro»

Sento la porta sbattere e in un attimo arriva anche Justin accompagnato da Bill nuovamente al mio fianco.

Provo ad alzarmi, ma mi gira ancora la testa, così Justin mi aiuta e mi accompagna in camera.

Dopo avermi fatto nuovamente stendere sul letto, si mette seduto vicino a me.

«Tom non devi ridurti così per quella stronza di mia sorella. Non lo merita. Ti ha già fatto fin troppo male»

Sento una strana rabbia assalirmi, e mi ritrovo a pensare che non è giusto.

La colpa è solo di Melanie ed è arrivato il momento che riceva il conto, si pentirà di essere riapparsa nella mia vita.

«Solo averla rivista ti ha portato a farti questo, a ridurti uno schifo»

Mi giro verso Justin, lo guardo negli occhi.

«Mi vendicherò Justin»

Sento Justin irrigidirsi e Bill sta per dire qualcosa, ma io lo precedo.

«Gli farò provare cosa vuol dire essere ingannati. Gli farò rimpiangere...»

Le mani di Bill mi circondano il viso e non rieso a pronunciare lultima frase.

«Tom, questa una pazzia»

Mi allontano da lui per guardarlo nuovamente negli occhi e fargli capire la mia determinazione, ho forse trovato un modo per dare un taglio netto al mio passato.

Una volta che mi sarò vendicato e l'avrò distrutta, distruggerò con lei anche il vecchio Tom una volta per tutte.

Dico con voce ferma: «Ci riuscirò»

Il mio migliore amico non è convinto, ma decide di non dire niente.
Mentre mio fratello è seduto nuovamente sul letto accanto a me con aria preoccupata.

Sono quasi addormentato quando vedo Justin alzarsi ed andare sul terrazzo con il cellulare in mano, vorrei chiedergli a chi sta telefonando a quell'ora assurda, ma non ne ho il tempo perché mi addormento sfinito.

 ʟᴀ ᴍɪᴀ ʀᴏᴠɪɴᴀ - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora