Capitolo 15

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Dopo che Tom è uscito di casa, decido di alzarmi, avevo progettato diversamente la nostra mattina, coccole e colazione insieme, ma pazienza.

Però un grande motivo per sorride c'è l'ho ugualmente, quando mi ha dato quel tenero bacio ho rivisto il mio Tom.

Lui c'è ancora e può essere nuovamente mio.

Fatta la doccia mi appresto a prepararmi la colazione, quando il mio telefono prende a squillare.

Appena vedo il mittente sento un brivido di terrore attraversarmi la schiena e il mio stomaco chiudersi in una morsa, è mio padre.

Lui non mi chiama mai, troppo impegnato per sprecare tempo, per chiedermi semplicemente come sto, quindi deve essere una questione che ritiene di vitale importanza e me ne viene in mente solo una: Marvin deve averlo informato del nostro incontro.

Mi faccio coraggio, se voglio avere un futuro con Tom è arrivato il momento di affrontare mio padre ed essere chiari.
Rispondo decisa.

<< Buongiorno papà. A cosa devo l'onore di questa telefonata? >>

<< Non ho tempo da perdere con il tuo sarcasmo. Ti aspetto nel mio ufficio fra mezz'ora. Non farti venire a prendere! >>

<< Non sono più una bambina papà!>>

Quando ero piccola diverse volte ha mandato i suoi uomini, guardie del corpo personali, a prendermi perché non mi ero presentata ad un impegno che lui mi aveva imposto.

Mi preparo con calma e poi mi dirigo al suo ufficio.

La segretaria, a differenza di tutte le altre volte, mi fa subito entrare risparmiandomi le lunghe attese a cui sono ormai abituata, segno che mio padre ritiene di vitale importanza la questione.

Sono certa che con mia madre non si è nemmeno consultato, per lui è sempre stata solo una figura da mostrare alle feste e alle cene importanti, niente di più.

Dopo che mia madre ha partorito me e mio fratello, non ha più avuto voce in capitolo sulla nostra educazione, tranne che nel venire accusata di essere la colpevole, avendolo viziato, del comportamento disonorevole di Justin.

Come entro nel suo ufficio la tensione nella sua voce mi fa intuire che è decisamente arrabbiato.

<< Vieni siediti >>

Mi accomodo sulla sedia di fronte alla sua immensa scrivania.

I suoi ospiti li accoglie sempre nel salottino, per creare un'atmosfera più rilassata, con me invece ci tiene a farmi sentire tutta la nostra differenza di posizione.

Appena mi sono sistemata, mi guarda negli occhi, i suoi sembrano quelli di un predatore, e inizia il suo atto d'accusa.

<< Questa mattina mi ha chiamato il Ministro Moore raccontandomi quello che è successo ieri sera. Era decisamente infuriato con te, Marvin era distrutto dal dolore >>

Non riesco ad impedirmi di sbuffare, Marvin è distrutto se non riesce ad accaparrarsi l'ultimo posto in azienda, non per me e poi sono certo sia stata lui stesso a chiamarlo già ieri sera.

A cosa serve tutta questa sceneggiata?
Per coinvolgere anche suo padre e rendere il tutto più eclatante?

Lui continua facendo finta di non notare la mia espressione scettica.

<< Mi ha raccontato che non solo hai disdetto il vostro appuntamento, che io stesso mi ero disturbato ad organizzare, ma lo hai fatto per passare la serata con quella sorta di straccione puttaniere. Non ti permetterò di rovinare il buon nome della nostra famiglia e di distruggere la reputazione della mia azienda per le tue stupide stupide idee sull'amore. Oggi stesso chiederai scusa a Marvin e gli dirai che accetti di sposarlo! >>

 ʟᴀ ᴍɪᴀ ʀᴏᴠɪɴᴀ - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora