Capitolo 19

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Sono ormai le 18:00 e si sta facendo tardi, sono già più di 20 minuti che sono ferma davanti allo specchio a guardare un’immagine che non riconosco.

I capelli pettinati alla perfezione, un vestito fatto su misura, costato una fortuna, in contrasto con i miei occhi spenti che sembrano aver perso ogni scintilla di vita.

Ho passato tutta la mattina e parte del pomeriggio tra parrucchiere, estetiste, sarte per rendere la mia immagine impeccabile, anche se la mia anima e il mio cuore sono devastati.

Tra pochi minuti anche la mia vita finirà.

Lo so, sto solo per sposarmi e non per essere giustiziata, ma per me è la stessa cosa.

Condannata a una vita che non voglio, al fianco di una persona che non amo e non sopporto, con un lavoro che odio.

L'unica decisione che mio padre mi ha lasciato prendere in tutta la mia vita è stata la scelta della facoltà universitaria, perché tanto non avrebbe fatto nessuna differenza, perché il mio futuro è un pacchetto già preconfezionato da lui.

Non potrò mai fare il lavoro che mi piace, la mia passione è scrivere, ma mio padre non mi permetterà mai di diventare una scrittrice, infangherebbe il buon nome della famiglia.

Ecco perché non ho mai spedito a nessun editore il mio manoscritto e penso mai lo farò, sarebbe troppo dura sapere che è buono e non poter comunque fare niente, preferisco consolarmi pensando di non avere talento e che tanto nessuno me lo avrebbe mai pubblicato.
 
Per quanto io cerchi di non pensarci e di illudermi, il dolore più forte è sempre la mancanza di Tom, sapere che lui non sarà mai più mio.

Nonostante la rabbia per quello che mi ha fatto, non riesco ad impedirmi di amarlo e desiderarlo con tutta me stessa.

E’ lui che il mio corpo vuole.
E' lui che il mio cuore cerca.
E' lui che la mia anima anela.
Non posso e non voglio avere nessun altro al mio fianco.
 
Per l’ennesima volta mi rendo conto che avrei dovuto parlargli, chiedergli spiegazioni e non chiudermi a riccio come 3 anni fa, quando dopo il suo primo rifiuto ho preferito rinunciare piuttosto che rischiare di essere ferita.
 
 
Sento suonare il campanello, è sicuramente il mio autista, si sarà spazientito, sono ormai più di 20 minuti che mi aspetta davanti casa al volante di una lussuosa limousine per portarmi in chiesa.
 
Devo muovermi e prendere una decisione, tra poco mio padre utilizzerà qualunque mezzo per costringermi a sposarmi anche portarmi davanti all’altare a forza.
 
Il mio corpo si muove ancor prima che la mia mente abbia fatto la sua scelta.

Esco e con l’ascensore arrivo direttamente in garage, in un batter d’occhio sono in strada al volante della mia Lamborghini.

Non ha importanza la destinazione l'importante è allontanarmi da tutto e tutti.

Giro senza meta per quasi un'ora, mentre il mio cellulare continua a squillare ininterrottamente, non so nemmeno io perché non lo spengo.

Ormai la notizia della mia fuga sarà sulla bocca di tutti.

Mi fermo e mi rendo conto che anche senza volerlo il mio cuore mi ha portato davanti casa di Tom.

Dall'unica persona a cui vorrei appartenere.

Rimango ferma in macchina a guardare il cancello d'ingresso.

Cosa dovrei fare?

Se sono qui vuol dire che infondo una decisione l'ho già presa.

Devo assolutamente parlargli per chiarire e capire, ma le mie gambe non vogliono muoversi, sembrano diventate di pietra per la paura di quello che posso trovare al di là di quella porta.

 ʟᴀ ᴍɪᴀ ʀᴏᴠɪɴᴀ - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora