𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 2

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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 2

Riavvolgendo il nastro delle giornate trascorse e delle vicende vissute, non esisteva alcun istante che mi avesse allontanata così tanto dalla realtà, che mi aveva sempre circondata

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Riavvolgendo il nastro delle giornate trascorse e delle vicende vissute, non esisteva alcun istante che mi avesse allontanata così tanto dalla realtà, che mi aveva sempre circondata.

Fiori e alberi sempre nel pieno del loro vigore e attorniati da animali di ogni specie, che erano diventati in poco tempo una nuvola di smog e un baccano continuato. Non lo avevo potuto controllare quel cambiamento, ma era stato così radicale da indurmi a domandarmi, una miriade di volte, se era davvero ciò che desideravo nella mia vita. Ad oggi, posso dire che la risposta è sì, ma se qualcuno me lo avrebbe chiesto qualche tempo indietro, forse la mia risposta sarebbe stata differente e la motivazione è molto semplice; non si può immaginare l'epilogo di una storia senza averla letta.

Io la mia storia l'ho vissuta e per quanto sia stata piena di intoppi, mi ha portata fino a qui e non potrei chiedere di meglio. Tempo indietro, però, tutto era diverso e la mia mente era occupata da una sola cosa: scrivere un articolo relativo ad un caso di omicidio del quale nessuno, nemmeno i detective, sapevano molte informazioni.

Avevo appena passato la notte insonne, avventurandomi nel web per captare qualche informazione utile su come risolvere un caso di omicidio, ma non avevo alcuna testimonianza o confessione da cui partire ed ero restia dal recarmi sulla scena del crimine poiché le probabilità che mi facessero accedere erano pari a zero. Forse, non era stata una saggia decisione mettere nelle mani di una giovane appena laureata un compito così importante; non avevo abbastanza esperienza per soddisfare la sua richiesta.

Ero consapevole del fatto che avrei dovuto iniziare a rilevare informazioni il prima possibile ed era proprio ciò che stavo tentando di fare. Dovevo arrivare in fondo a tutta quella situazione per scrivere il miglior articolo che Collins avesse mai letto. Lo dovevo fare per me, per dimostrami che potevo fare qualsiasi cosa io desiderassi.

Quella mattina non avevo perso tempo in futili faccende e mi ero precipitata fuori dal mio appartamento. Davanti a me si proiettava una giornata piena di cose da fare e il tempo non aiuta affatto a facilitare i miei spostamenti per New York. Il cielo era annuvolato e l'umidità che avvolgeva il mio corpo mi trasmetteva una sensazione di stanchezza, che mi avrebbe accompagnata fino alla sera. I mezzi pubblici erano pieni di persone, che evitavano la strada per paura di un imminente temporale e le caffetterie straboccavano di turisti, che attendevano di poter assaggiare un caffè americano a Central Park e non sarei stata di certo io colei che avrebbe spezzato il loro sogno dicendogli che un caffè solubile, la cui composizione era formata da quasi solo acqua, non era affatto buono.

Ero il tipo da espresso amaro. Se volevo gustarmi un caffè, lo facevo al meglio e lo zucchero era solo un aggiunta che non faceva altro che coprire quel sapore intenso e armonioso, che si sposava a meraviglia con un quadretto di cioccolato fondente.

Molti dicevano che possedevo dei gusti alquanto complicati, mentre io ero convinta del fatto che fossero loro a non aver mai provato tutto quel gusto che risollevava le mie giornate.

𝐊𝐞𝐲 𝐨𝐟 𝐃𝐚𝐫𝐤𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora