𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 13

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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 13

Le parole erano come pensieri lenti, che si disperdevano sulla carta, creando un turbinio di immagini rese complete dalla verbosità dei periodi

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Le parole erano come pensieri lenti, che si disperdevano sulla carta, creando un turbinio di immagini rese complete dalla verbosità dei periodi. Avvolgevano i colori sbiaditi che dalla mente si proiettavano in quel ruvido ritaglio di pagina, determinano le emozioni che sarebbero straripate dal flusso del discorso.

Si susseguivano l'una dopo l'altra, completando un ritmo lineare e ben collocato nel settore delle sue intenzioni, che faceva trasmettere al lettore l'anima pragmatica di chi l'aveva perfezionata, di chi aveva dato la sua anima per permettere la comprensione di tutti quei pensieri che, forse, avrebbero dovuto rimanere al sicuro dalla conoscenza altrui.

Erano lettere rilegate con fili d'argento, che si incastravano tra le fibre di quel pezzo di carta, arrotolando le parole e facendole ricadere sul fiume dei suoi pensieri.

Dolorosi istanti che non avrebbe più avuto indietro e che io avrei dovuto custodire come se fossero miei.

E la mia mente si lasciava trascinare da quella corrente, conducendomi verso una foce sempre più stretta e impavida, che conteneva, tra le alghe dei suoi fondali, le risposte che non avevo mai cercato ma che, come se fossero guidate da un senso di dovere, riuscirono a bagnarmi le mani.

Ed era solo un ritaglio di carta sciupata, bagnata da delle lacrime che facevano sbavare l'inchiostro. Ma io la ammiravo con l'interesse di una pergamena mentre mi bruciavo lentamente l'anima, con quel rovente fuoco di risposte.

Un labile ritaglio che non sarebbe durato a lungo, non sarebbe andato oltre la mia e la sua conoscenza e, da adesso, anche la vostra sarebbe stata parte da questo circolo ristretto.

Ed iniziava così quella lettera, che ancora oggi, mio caro lettore, non riesco a dimenticare.

Mio caro James,
ricordo ancora il profumo emanato da quei pini bagnati, quando nel cortile di scuola ti incontrai, reduce di un allenamento di nuoto. Io, con tutta la mia sicurezza, camminavo lungo il viale poco affollato, sventolando i miei capelli e immaginando la scena vista dai tuoi occhi., che non si preoccupavano nemmeno di battere ciglio.

Eri sempre stato uno di quei ragazzi che se ne stava sempre sulle sue, guardando gli altri dall'alto verso il basso, mostrandoti superiore anche se non era nelle tue intenzioni.

Ricordo ancora il tiepido calore che il tuo sguardo produceva dentro di me, sussurrando alla mia anima il tuo grande desiderio che era così sporco da macchiare il mio passato, assuefacendo il mio futuro.
Non ti era mai importato di apparire azzardato, ti interessava solo del giudizio che apparteneva a te.

Posseggo ancora la mia uniforme, che indossavo quel giorno quando mi accennai un sorriso per la prima volta e la stringo al mio petto tutte quelle volte che la tua mancanza si fa troppo difficile da poter mettere da parte.

𝐊𝐞𝐲 𝐨𝐟 𝐃𝐚𝐫𝐤𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora