𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 7

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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 7

Il caldo del sole sfiorò la mia pelle nuda, scaldandola e solleticandola nel tentativo di addolcire quel risveglio diverso dal solito

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Il caldo del sole sfiorò la mia pelle nuda, scaldandola e solleticandola nel tentativo di addolcire quel risveglio diverso dal solito. Non ero nel mio letto, ma tra le lenzuola bianche dell'uomo con cui ero uscita la sera precedente e con il quale avevo deciso di trascorrere anche la notte.

Un risveglio cosparso dal tepore irradiato dal suo corpo accanto al mio, che seppelliva dentro di me una sensazione di formicolio costante.

Sentii una mano scorrere lungo la mia schiena, percorrendo tutta la lunghezza della mia spina dorsale, fino ad arrivare al mio volto. Deliziò la mia pelle con delle semplici carezze, che resero quella mattina più dolce del dovuto.

Spostò i capelli che coprivano il mio viso, facendomi aprire gli occhi e permettendomi di ammirare le fossette, che se ne stavano stampate sul suo viso illuminato dalla luce del sole, che filtrava dalle finestre della sua camera da letto.

Due piccole cavità, che addolcivano i suoi tratti marcati e quella mascella scolpita, che sembrava essere parte di una statua.

«Buongiorno, splendore.» sussurrò con la sua voce calda, ancora impastata dal sonno, mentre io ammiravo il suo petto cosparso di tatuaggi, percorrendoli con la mano e tracciandoli come se li stessi ricalcando.

Sembrava una storia, quella che era impiantata nel suo corpo. Una successione di disegni che, seppur fossero l'uno scollegato dall'altro, erano uniti da una complicità, che li rendeva legati da delle emozioni che si erano succedute nel tempo e che erano state tanto grandi e imponenti da meritarsi di essere ricordate.

Uno in particolare attirò la mia attenzione. Era posizionato sulla spalla, appena sopra il bicipite, e raffigurava l'Uroboro, un serpente che mordeva la propria coda, formando un cerchio senza inizio né fine.

Qualche mese fa mi era capitato di scrivere un articolo sulla simbologia dei segni ricorrenti e, tra quelli che avevo trattato, era presente anch'esso.

Ero sempre stata interessata dai significati che si celavano dietro a misteriose figure come quella. Sapevo benissimo che stava a significare la riproduzione ciclica di un evento, una situazione, un emozione ed ero curiosa di sapere a che cosa fosse dovuta la sua scelta di imprimerlo per sempre sulla propria pelle. Doveva essere successo qualcosa, nella sua vita, che lo aveva condotto a nutrire un sentimento di impotenza di poter cambiare una situazione, di poter ottenere un miglioramento in qualcosa.

L'esperienza, però, mi aveva condotta ad evitare di dare una considerazione quando non ero a conoscenza di alcun dettaglio, che mi sarebbe stato utile a percorrere la giusta strada. E, la carriera del giornalista, si compone anche di tutta questa parte meno emozionante; vagliare le informazioni ed evitare di intromettersi in modo soggettivo. Il famoso distacco dell'osservatore; quello che io, a mio sfavore, non sono mai stata in grado di mettere in atto nella sua completezza.

𝐊𝐞𝐲 𝐨𝐟 𝐃𝐚𝐫𝐤𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora