𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 8

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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉ℴ𝓁ℴ 8

Indissolubili, sono i ricordi, che riporto impressi nella mia mente, di quelle settimane trascorse tra domane e risposte scombinate tra loro

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Indissolubili, sono i ricordi, che riporto impressi nella mia mente, di quelle settimane trascorse tra domane e risposte scombinate tra loro. Spesso capitava che, nulla di ciò che accadeva, riusciva ad ottenere un significato plausibile, mettendo in discussione tutto ciò per cui avevo lavorato.

Come dei labirinti che, pur avendo un punto di partenza, non avrebbero mai raggiunto una fine, componendosi di soli vicoli ciechi che, susseguendosi tra di loro, avrebbero fatto in modo che, qualsiasi strada venisse percorsa, avrebbe ricondotto allo stesso punto da cui si era partiti.

Tutte le fatiche non venivano ripagate e le delusioni si accumulavano dentro di me, tanto che sembrava quasi che avessi piantato un albero, che stava producendo meno frutti di quanto aveva promesso. Spesso mi ero immersa nel mio panico, sperando che qualcuno bussasse alla mia porta, rivelandomi tutto quello che era accaduto quella notte e permettendomi di scrivere l'articolo migliore che i cittadini di New York avessero potuto desiderare.

Con le mie mani stavo stringendo il mio futuro e sarebbe bastata una goccia per donarmi il successo, ma, quella stessa lacrima d'acqua, sarebbe stata capace di rubare tutto quello per cui avevo versato sudore.

Tutto sarebbe svanito in un battito di ciglia e io, perduta tra le mie lacrime, sarei rimasta priva di tutto, derubata di tutte le mie forze e di tutto il mio coraggio per condurre quest'impresa, che si era dimostrata essere più insidiosa del dovuto.

Non c'era tesoro tanto ambito nella mia vita, quanto quello di creare un immagine dietro al mio nome. L'ambizione di una giornalista, che, forse, aspirava a raggiungere una vetta più alta e gratificante.

Avvolti in una scatola dalle piccole dimensioni, si nascondevano tutti quei desideri, che non avevo mai svelato a nessuno e li custodivo al sicuro, nella speranza che un giorno qualcuno si sarebbe preoccupato di togliere il coperchio e farli avverare; uno ad uno, come se fossero delle stelle da posizionare nel cielo di notte.

Le insidie erano onnipresenti e la mia poca fiducia mi induceva a tenere tutto al coperto, nella paura che una forza maggiore potesse rendere irrecuperabili tutti i miei tentativi.

Sin dal giorno in cui Collins irruppe nel mio ufficio, dandomi il compito di investigare a suo nome, per scrivere l'articolo migliore di sempre, mi ero resa conto di tutte le difficoltà che mi avrebbero potuta ostacolare durante il tragitto. La strada che dovevo percorrere era sempre stato un sentiero sterrato, uno di quelli che vengono percorsi dagli escursionisti per raggiungere le vette più alte delle catene montuose. E mi sarei dovuta munire di racchette e scarponi per incamminarmi lungo quelle salite. Ma sapevo anche che la vista, che avrei potuto ammirare, una volta aver raggiunto il punto più alto, mi avrebbe donato un'emozione impagabile.

Mi sarei sentita sopra il mondo, ad un passo dallo sfiorare il cielo. E, proprio come un aquila reale, avrei infranto il soffio del vento e spiegato le mie ali verso un azzurro senza epilogo.

𝐊𝐞𝐲 𝐨𝐟 𝐃𝐚𝐫𝐤𝐧𝐞𝐬𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora