Il ventitré di dicembre era arrivato molto velocemente per Hyunjin che tra scuola e studio aveva cercato un po' di tempo in quelle settimane per dedicarsi al regalo per il suo amico.
Hyunjin era sempre stato una persona creativa, un'artista nato ed usava proprio questa sua abilità per creare regali. Amava le feste di compleanno ed i giorni festivi per fare regali alle persone che più amava, cercava qualsiasi momento per usufruire della scusa "sapevo che lo volevi" per comprare qualcosa -- che fosse costosa o meno non importava -- e creare con le sue stesse mani il pacchetto.
Amava dipingere e fare regali e le due cose tra di loro andavano a braccetto secondo Hyunjin perché lui aveva la possibilità di fare entrambe le cose contemporaneamente come in quel caso. Aveva dipinto una violacciocca rossa solo ed esclusivamente per Seungmin.
A Hyunjin andava bene ricevere come regali anche dei foglietti di carta strappati dai diari di scuola e con sopra scritto un semplice "tanti auguri" -- era dell'idea che finché dietro c'era anche solo il pensiero di fare un regalo lui l'avrebbe amato incondizionamente da qualsiasi fosse il contenuto della scatola -- ma lui doveva assolutamente impegnarsi per vedere i suoi amici ed i suoi familiari sorridere. Sempre.
Quindi tra una pennellata e l'altra, tra schizzi di vernice in viso e sui mobili bianchi, tra un lamento di sua madre ed i suoi "prometto che pulisco io dopo", Hyunjin era riuscito a far vivere la violacciocca rossa di Seungmin.
Fedeltà assoluta. Hyunjin sarebbe sempre stato fedele nei confronti di Seungmin.
Era un poeta dell'amore che guardava la bellezza di esso in diverse sfumature, dalla più grigia al rosso per eccellenza ammirando qualsiasi zona amorosa. L'amore per lui era come un quadro di Gustav Klimt. L'amore per lui era come quando perdevi il tuo sguardo in mezzo la magnificenza dell'arte fino a pensare di essertene innamorato così tanto che potresti startene lì in piedi a guardare per ore, per giorni, mesi e addirittura anni ciò che ti fa dire "wow..." senza mai stancarti. L'amore lo vedeva da qualsiasi parte, che fosse un dipinto visto per strada o in un museo, che fosse una rosa rossa, due signori anziani che si tengono per mano, i sorrisi, i piccoli gesti d'affetto...
Hyunjin era un poeta dell'amore, quando ne trovava l'occasione parlava di questo argomento con gli occhi a cuore ma nonostante pensava di sapere tutto su di esso non riusciva a definire con certezza ciò che provava per Seungmin. Di certo non poteva definirlo amore ma neanche semplice cotta passeggera.
Un ti amo sarebbe stato troppo per Hyunjin, ma un mi piaci sarebbe risultata una bugia perché a lui piaceva molto di più Seungmin di un dannato e basic "mi piaci".
E allora che altro fare se non dimostrare la sua fedeltà in un semplice dipinto come segno d'amore?
"Jisung, amore mio, mi dai una mano?" Aveva giunto le mani in preghiera verso l'esponente più importante in campo amoroso, colui che scriveva testi infiniti riguardo l'amore e le sue crepe -- nonostante avesse avuto solo una relazione in croce alle elementari. Jisung era corso in suo aiuto trascinandosi dietro la propria valigia verde acqua in cui aveva riposto tutte le cose che si era portato dietro per quei quattordici giorni.
"Grazie ancora mamma per il passaggio." Felix aveva preso le ultime borse insieme l'aiuto di sua madre e Changbin.
"Non c'è bisogno che mi ringrazi tesoro. Piuttosto lasciatemi casa intatta quando tornerete." Sua mamma ridacchiò alle sue stesse parole ma la sua risata si fermò subito quando i suoi occhi caddero sulle figure di Hyunjin e Jisung che quasi non inciamparono mentre portavano la tela dentro casa. "Stelle, tutto apposto?" Aveva chiesto preoccupata, erano appena arrivati e quei due già rischiavano di andare in ospedale.
"Sì Soyon, è tutto okay!" Jisung aveva alzato il pollice e mostrato un ampio sorriso, gesto che eseguì poco dopo anche Hyunjin.
Felix rilasciò dalle sue labbra a cupido un lungo respiro prima di salutare la madre con un bacio sulla guancia e raggiungere insieme a Changbin quei due pazzi. Come previsto loro furono i primi ad arrivare nella casa in montagna della famiglia di Felix, quest'ultimo aveva spiegato il 'piano' a Changbin dando al restante del gruppo un'orario completamente diverso da quello in cui erano arrivati loro. Erano le tre e mezza del pomeriggio ed i restanti quattro sarebbero arrivati verso le cinque. Quell'asso di tempo l'avevano utilizzato per far esplorare a Changbin la grande villa a due piani di Felix, per mettere i propri vestiti nei loro posti e nascondere la tela di Hyunjin.
"Cazzo ma quanto è grande 'sto posto?" Aveva bisbigliato Changbin e Felix, riuscendo a sentirlo comunque, rise sotto i baffi.
"Quest'individuo è così ricco che si pulisce il culo con le banconote!" L'esclamazione di Jisung fece scoppiare in una fragorosa risata tutti i presenti che riempirono ben presto il silenzio di quell'immenso salotto con quel chiasso per nulla fastidioso.
E qualche risata più tardi finalmente il resto della combriccola fece il proprio ingresso in casa Lee. Appena varcata la porta d'ingresso Jeongin e Minho erano rimasti a fissarsi intorno spaesati, Ma dove sono finito? Era la stessa domanda che ronzava nelle loro menti mentre spostavano lo sguardo da una parte all'altra, Chan invece era andato a salutare con un grande sorriso gli altri e Seungmin l'aveva seguito ma invece che compiere lo stesso gesto del più vecchio tra tutti loro aveva solo insultato gratis i suoi amici.
Ah, luna storta eh Seungmin?
Felix fece da guida turistica a chi non era mai stato nella sua casa in montagna prima d'ora. Fece vedere le tre camere da letto spaziose tra cui quella sua condivisa con le sue sorelle in cui avrebbero dormito lui, Jisung, Hyunjin e Seungmin. Gli altri quattro invece avrebbero formato delle coppie e sarebbero andati a dormire nella stanza degli ospiti e in quella dei genitori, e così si divisero per sistemarsi al meglio.
Da quando Seungmin aveva messo piede in casa Hyunjin non faceva altro che ammirarlo. Sì, magari vedeva l'amore come quando guardava uno dei tagli di Lucio Fontana o la Notte Stellata di Vincent Van Gogh, ma Seungmin... Seungmin è il dipinto per eccellenza che osserveresti per secoli e che ameresti anche nell'aldilà.
Seungmin aveva tanti piccoli particolari che Hyunjin più guardava, più scopriva e più se ne innamorava perdutamente. Sì, si era innamorato di una scultura che non si trovava in nessun museo. Hyunjin si era innamorato dell'arte di strada.
E mentre osservava da vicino e qualche volta anche da lontano ciò che riputava surreale, Jisung aveva iniziato ad osservare gli occhi persi di Hyunjin nella bellezza di quel cane rabbioso e la paura aveva cominciato a impadronirsi di lui.
Jisung sapeva il segreto di Seungmin che proprio quest'ultimo gli aveva confessato una sera dopo essersi scolati entrambi quattro o cinque bicchieri di birra.
Jisung sapeva che mai e poi mai Seungmin avrebbe ricambiato i sentimenti di Hyunjin e sapeva che si sarebbe sentito tremendamente in colpa al riguardo.
Non era volere suo, Seungmin avrebbe tanto voluto provare ciò che riusciva a provare Hyunjin... ma non tutti hanno un lieto fine.
Non tutti hanno una storia felice che finisce bene.
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SUGAR BABY
Fanfictionsconosciuto: hey babyboy vuoi diventare il mio sugar baby? I PERSONAGGI DI QUESTA STORIA SONO SOLO DEI PORTANOMI E PORTAVOLTO, NULLA DI QUESTO È REALE ! ! TW ! ! MINSUNG ! ! ©__minmoon