In realtà le cose non stavano andando come sembrava. E, quella mattina, in tutto l'universo nessuno se ne stava rendendo conto. Neanche l'Assemblea, nonostante l'impegno profuso per essere al corrente dei fatti, se lo sarebbe mai immaginato. Ciò che stava per accadere era ormai inevitabile e le conseguenze che si sarebbero abbattute sul giovane Flavio Mancini si sarebbero riversate a cascata sull'umore dell'Assemblea prima, sul destino di un'intera civiltà poi.
La superficie scivolosa della vita, su cui Flavio poggiava i piedi, non era mai andata d'accordo con le gambe tremolanti che si ritrovava. L'Assemblea lo sapeva bene, dato che aveva intessuto, seguito e curato le sue sorti sin da prima che nascesse, per secoli. Nel suo momento più buio, l'oscurità e il freddo sarebbero stati un gradito anestetico per i suoi tormenti.
Di lì a poco, con i piedi poggiati, letteralmente, su una superficie scivolosa, avrebbe contemplato la morte da vicino, ne avrebbe subìto il fascino subdolo fino a desiderare la crudele bellezza del suo oblio, fino a desiderare di annegarci dentro e annullare tutto sé stesso.
Quando Flavio cadde nell'acqua, il suo corpo venne frustato dal gelo.
Irrigidito per il freddo, sprofondò sotto la superficie increspata di onde. Con il petto ricolmo di sconforto, la guardava allontanarsi quel tanto da condannarlo all'annegamento.
"Potessi tornare indietro... imparerei per lo meno a ballare."
Una manciata di pensieri ridicoli emergeva dalla sua disperazione. Consapevole di trovarsi nella propria tomba, ammirava i bagliori che la luna proiettava sulle onde. Spettacolari e allegri. Intravide il macabro senso dell'umorismo di un destino che fino all'ultimo si stava beffando di lui. Avrebbe voluto avere almeno il fiato per riderci su.
"...e invece tutto si riduce a un mucchio di memorie tristi, di tempo sprecato, senza che abbia mai neanche vissuto l'amore, senza che abbia mai vissuto davvero la vita... Potessi tornare indietro..."
Ma la realtà lo aveva sopraffatto con una sequenza di eventi insensibili ai suoi sforzi, inappellabili come quelle acque che lo stavano torturando, e senza dargli alcuna scelta gli era stata tracciata una sorte contro la quale non era possibile ribellarsi.
Le sue lacrime tiepide cadevano verso l'alto nella massa d'acqua ghiacciata, dove il suo pianto si dissolveva invisibile in rigagnoli fragili e muti. Resistendo al violento impulso di respirare, guardò il cielo nero distorto dalle onde, attraverso frammenti di ghiaccio imbevuti del candore della luna. Un candore gentile ed etereo, ma spietato, gelido.
"...e irrilevante come questa vita che non ho mai avuto il coraggio di amare o l'amore che non ho mai avuto il coraggio di vivere."
Si sentiva così irrilevante, a quel punto, da mettere in dubbio di avere mai avuto davvero un'identità nell'universo.
"Ci siamo mai veramente conosciuti per ciò che siamo, Claudia?"
Se avesse avuto la possibilità di tornare indietro, pensò ancora, avrebbe imparato a ballare con Claudia. Ormai con pochi istanti a separarlo dalla morte, però, gli sarebbe rimasta la certezza che non l'avrebbe mai più rivista. Eppure, se non altro, poteva decidere di amarla fino all'ultimo pensiero, un pensiero così forte da sembrargli immortale.
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Futuro di Scorta - Proiezioni
Science FictionFlavio Mancini non è un laureando romano qualunque. Orfano e genio delle scienze statistiche, vive in bilico tra una profonda introversione e l'attaccamento a Claudia, una presenza luminosa e stravagante nel suo mondo. Mentre Flavio cerca un senso p...