- 10 - Don't Try So Hard

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Il giorno della vigilia di Natale, la Casa dello Studente aveva Flavio come unico inquilino. L'assenza del suo compagno di camera gli permetteva ormai da un paio di giorni di isolarsi dalle festività che fuori di lì si erano impossessate di chiunque.

Tra lo studio e i sogni ad occhi aperti sulla vacanza con Claudia, Flavio cercava di tenere a bada la disperazione che, come una bestia inclemente, ancora lo avvinghiava, risucchiando lentamente ma senza tregua le sue energie vitali. Un cellulare economico giaceva sulla scrivania, mentre il suo proprietario aspettava smanioso almeno un messaggio da parte della ragazza di cui era innamorato.

Fuori da quelle mura, invece, i cellulari erano naturalmente molto più attivi del solito, usati ed abusati da gente in preda ad attacchi di shopping e interminabili quanto frivole conversazioni di saluti festivi. La mania del futile pre-augurio si era già scatenata a modo di prova generale dell'augurio vero e proprio, la cui utilità poteva essere un argomento di discussione che, valido o no, non avrebbe intaccato la gratitudine delle compagnie telefoniche.

Di tutte le telefonate di quel pomeriggio di vigilia, ce n'erano alcune, poche, che non erano dedicate alle cortesie di circostanza. Una di queste stava per avere luogo tra due dipartimenti dell'università. Il motivo per cui quella telefonata stava per avere luogo, era che i due futuri interlocutori si trovavano ancora nei rispettivi uffici dei rispettivi dipartimenti, e il motivo per cui costoro si trovavano ancora in ufficio era costituito dalle scadenze imposte di recente da un progetto cui lavoravano. Quel progetto era stato voluto della Difesa, coinvolgeva quattro facoltà della Sapienza e ultimamente aveva messo tutti quanti alla frusta per accelerare i tempi.

Valerio Boccaccio fissava le finestre del foglio elettronico aperte sullo schermo del computer. Ci aveva lavorato per più di un'ora, cercando di tirare fuori informazioni significative da un archivio di dati epidemiologici passatogli dalla collega del San Giovanni Addolorata.

Cominciava a dirsi che a quell'ora di quel giorno doveva essere a casa con sua moglie Francesca, che fare elaborazioni statistiche di dati demografici non era il suo lavoro e che le pressioni provenienti dai capi del progetto gli avevano procurato parecchie seccature nei giorni precedenti. Erano seccature di quelle che ti scoprono i nervi, di quelle che ti stizziscono. Sì, pensò che lo facevano sentire decisamente stizzito. Stizzito e seccato.

Pensò che non si sentiva così seccato da... da quando aveva preso la pioggia e saltato il pranzo per farsi dare quell'archivio. Ripensò alle parole che allora gli aveva detto il ragazzo della rosticceria: "Lei affronta il mondo come fosse una belva da domare", "tende ad avere un atteggiamento di contrasto con tutto ciò che crede possa sfuggire al suo controllo", "se si aspetta continuamente che qualcosa di brutto possa accadere, aumenta le probabilità che effettivamente qualcosa di brutto accada".

Quel ragazzo era sveglio. Aveva ragione da vendere. Accidenti se aveva ragione. Forse non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma aveva visto giusto su tutta la linea. Inoltre era stato il primo, in anni di lezioni, a capire il suo gioco con il parassita che non infesta gli esseri umani. Quel ragazzo era molto sveglio, pensò.

Era uno studente di statistica, se in quel momento lo avesse avuto per le mani, avrebbe potuto mettere lui a lavorare su quei dati demografici. Si illudeva di lavorare al progetto e aveva anche detto che gli piaceva la medicina. Boccaccio si spinse finanche a pensare che avrebbe potuto offrirgli un dottorato nella propria cattedra.

Se non fosse stato per quel cretino di Nasoni, pensò più forte ancora, avrebbero potuto avere degli assistenti e dei collaboratori che sbrigassero certe rogne. Nessuno avrebbe dovuto stare lì a scervellarsi la vigilia di Natale. Ma Nasoni era un cretino, quindi niente collaboratori.

Il ragazzo della rosticceria invece era sveglio, se avesse avuto un rendimento accademico appena discreto sarebbe stato un ottimo collaboratore. Decise che, in tal caso, non poteva mica farsi sfuggire un ragazzo sveglio per colpa di un cretino...

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