- 15 - Le anime piuttosto morte

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Il pezzo di vita che Flavio aveva l'impressione mancasse nella sua memoria, semplicemente non l'aveva mai vissuto. I pezzi mancanti di quanto gli era appena capitato erano in realtà accaduti sei anni nel futuro... e quei fatti se li era persi: primo, perché erano per la maggior parte accaduti all'Assemblea Interdimensionale, di cui Flavio ignorava perfino l'esistenza; secondo, perché mentre accadevano Flavio era piuttosto morto. Sebbene nel linguaggio comune "piuttosto" sia un avverbio che poco senso ha se accostato all'aggettivo "morto", tale espressione aveva perfettamente senso nell'ambito probabilistico in cui l'Assemblea si stava avventurando ad operare.

«Dobbiamo far tornare la Terra indietro nel tempo» asserì Riklev.

«L'avevo detto, io, che bisognava fare così!» esultò fiera Clyella.

«Bene... e per avere la risonanza mentale tra Flavio e Wilol, che facciamo?» domandò Kidhe.

«Dobbiamo resuscitarlo: recuperiamo la sua mente con la risonanza già avvenuta» spiegò Riklev.

«Anche questo l'avevo detto!» disse Clyella stizzita. «Accidenti! C'ero quasi arrivata per conto mio!» sussurrò poi, anche se ancora non aveva idea di come tutto ciò potesse risolvere il problema.

«E per evitare di sconvolgere la sua psiche a ridosso dei compiti che lo aspettano, come risolviamo?» chiese ancora Kidhe.

«Ne facciamo una copia, gli diamo un'altra vita» rispose secco Riklev.

Gli altri Esecutivi lo guardarono sconcertati.

«La vita di un altro, cioè» specificò Sleeld, con i nervi che gli tendevano l'espressione fino a spalancargli palpebre.

Kidhe interpretò l'origine di quel nervosismo all'istante e girò indeciso lo sguardo, mentre cercava di combattere un senso di impotenza sempre più opprimente.

«Riklev, i timori di Sleeld sono più che fondati» tentennò il Presidente. «Non credo ci lasceranno fare una cosa del genere. Non possiamo...»

«Andiamo!» esortò Wilol sbrigativo. «Che vuoi che succeda, che ci dichiarino guerra?»

«Valutiamo prima se vale la pena» concesse Kidhe. «E vediamo di fare in fretta.»

«Computer» sollecitò Riklev, «che probabilità ci possono essere di mantenere in vita una copia della mente di Flavio, modificata dalla risonanza, se la trasferiamo nel corpo di un'altra persona?»

«Le probabilità di sopravvivenza possono oscillare tra lo zero e uno. Le probabilità più alte si hanno per la copia trasferita nel nuovo corpo ospite» rispose il computer.

«Sai com'è, computer, a noi interesserebbe che rimanesse vivo l'originale...» disse Clyella indispettita.

«Le possibilità che l'originale sopravviva aumentano con il livello di interazione e l'affinità tra l'ospite scelto e Flavio Mancini» puntualizzò zelante il computer.

«Allora è scontato che debba essere Aziz» si sbilanciò Kidhe.

«In questo caso le probabilità che una delle due copie sopravviva non vanno oltre il quattordici percento, signore» avvertì il computer.

«Ma come?! Avevi detto tra zero e uno! Uno vuol dire cento per cento!» esclamò Kidhe contrariato.

«Oh, sai com'è, Kidhe, il nostro amichetto di silicio non sa contare molto bene» si sfogò Wilol.

«In realtà Aziz e Flavio si conoscono solo da un anno e mezzo» spiegò Cronquit. «Inoltre, rispetto alle abilità di Flavio, Aziz ha una vita troppo indipendente. È un imprenditore immigrato, Flavio non ce la farebbe nei suoi panni.»

Futuro di Scorta - ProiezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora