- 12 - Lo chalet delle vanità

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Erano arrivati. Dopo quasi un mese di attesa Flavio era lì e Claudia lo stava aspettando. Scesero ancora avvolti dal tepore dell'abitacolo, raccolsero le borse dal bagagliaio e si avviarono su per la scaletta di pietra che dal parcheggio sotto la palafitta conduceva all'ingresso. Flavio, coi nervi tesi per l'emozione e l'impazienza, precedette gli altri a lunghi passi che sperava non apparissero affrettati.

Un po' gli tremavano le ginocchia. Avrebbe potuto raccontare che era per il freddo, ma non sarebbe stata la verità. Arrivato in cima alla scala e a pochi passi dall'ingresso, vide la porta aprirsi proiettando fuori il caldo chiarore interno. Claudia si sporse a scrutare il gelo notturno con espressione curiosa. Nel voltarsi a incontrare lo sguardo di Flavio il viso le si illuminò di un sorriso pieno di calore.

«Ehi...» sussurrò avvicinandosi per passargli le braccia intorno al collo.

Flavio la strinse con cautela a sé quando sentì il suo bacio premergli sulla guancia. Gli abbracci di Claudia riuscivano sempre a estasiarlo, e i suoi gesti d'affetto lo ripagavano, ogni volta, dell'attesa tra i loro sporadici incontri.

«Capitano!» disse poi andando a salutare gli altri due. «Ciao, Franco! Dai, entrate tutti, presto! La cena è pronta.»

Claudia fece sedere a tavola gli ospiti appena arrivati e presentò Flavio ai suoi amici che erano già lì. Michela, Alessia e Gianluca gli strinsero la mano con facce sorridenti.

Michela gli sembrava una ragazza piuttosto riservata, sebbene avesse dei modi molto gentili. Lunghi boccoli scuri le incorniciavano il viso candido, sul quale uno spruzzo di efelidi era esposto senza il minimo velo di trucco.

Alessia, al contrario, chiacchierava più di tutti gli altri, dando la netta sensazione di parlare più di quanto riuscisse a pensare. Con il suo trucco sofisticato e un caschetto castano che scuoteva in continuazione, riusciva ad attirare l'attenzione tanto da compensare ampiamente la bassa statura.

Durante la serata Gianluca si mostrò garbato e disponibile, dalla risata sempre pronta ma mai invadente. Il viso da bravo ragazzo con gli occhi chiari era coronato da corti ricci biondi in perenne ed incorruttibile ordine.

Si attardarono a conversare fino a tardi.

«Sì, domani mattina possiamo andare un attimo a vedere il lago da vicino» propose Claudia, «se non vi svegliate troppo tardi.»

«Perché, nel pomeriggio va da un'altra parte?» la prese in giro Franco.

Claudia e Flavio furono gli unici a non ridere.

«Nel pomeriggio abbiamo da fare, dobbiamo ricevere gli altri che arrivano e preparare la casa se vogliamo fare la festa» spiegò la padrona di casa. «Peccato che questa sera sia coperto, se no con la luna si vede bene da qui.»

«Speriamo domani ci sia bel tempo, allora» disse Alessia.

«Sì, domani dovrebbe esserci il sole» rassicurò Claudia. «Adesso però si è fatto davvero tardi, meglio andare a letto.»

«Franco, tu vai intanto. Claudia, io ti pulisco piatti» si offrì Cristina.

«Lascia stare, ci penso io» disse Claudia, «tu sarai stanca per il viaggio...»

«Ma che stanca, ha guidato tutto il tempo Flavio, è stato eccezionale.»

Flavio sorrise imbarazzato, stava portando il proprio coperto al lavandino.

«No, assolutamente! Tu sei in vacanza» lo fermò Claudia. «Cristina, li laviamo insieme. Voi andate a nanna, quando arrivano gli altri fatevi trovare riposati. Buonanotte, Flavio.»

Presosi un altro bacio da Claudia, Flavio andò a letto con l'impressione di aver vissuto più che negli altri giorni. Aveva mangiato e passato tutta la serata con Claudia e aveva conosciuto i suoi amici. Non aveva parlato molto ma non gli importava: l'unica cosa cui riusciva a pensare era che nella stessa casa, a pochi metri da lui c'era la sua Claudia.

Futuro di Scorta - ProiezioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora