19. Risveglio

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Un uccello che cinguetta armonioso mi risveglia dal mio dolce riposo.

Mi sembra di aver dormito per un'eternità.
Gli occhi ancora chiusi per colpa della luce che emana la finestra dell'hotel.

Improvvisamente mi ricordo che non sono a casa, ma non ci dò troppo peso perché riesco a ricordarmi che Reiner ci ha pagato la notte in questo meraviglioso hotel da quattro stelle.

Cerco di rammentare qualcos'altro come al fatto che eravamo alla festa di Floch;

Abbiamo giocato al solito gioco stupido in cui si beve;

Mio fratello è stato male;

Ho baciato Jean dopo aver dato uno schiaffo al proprietario della villetta, Floch in persona;

Ho quasi fatto sesso con Jean che mi ha palesemente rifiutato per motivi che la mia stupida testolina non riesce a rammentare in un primo momento.

Ricordo, inoltre, che durante la serata in hotel abbiamo ancora giocato ad obbligo e verità, ma i ricordi non sono ancora lucidi nella mia mente.
Se provo a concentrarmi finisce che mi fa ancora più male la testa che al momento mi gira incredibilmente.

Mi concentro sulle cose positive:
Il materasso di questo letto è morbidissimo;
La brezza mattutina raffredda il mio corpo avvolto dalle lenzuola che profumano di acquamarina, strano odore per delle lenzuola.

Mi rannicchio ancor di più e un dettaglio mi fa sobbalzare per lo spavento: sono completamente nuda.

Perché non ho i vestiti addosso?

Posso comprendere perché non ho più il mio vestitino, ma è impossibile che avevo così caldo da togliermi pure le mutandine...

Apro gli occhi e me li stropiccio per vedere meglio ciò che mi circonda, tutto mi farebbe pensare di essere nella stessa stanza se non per un fatidico dettaglio inquietante: la lampada decorativa che mi ricordo molto bene Sasha avesse spaccato sta proprio sopra il comodino sotto la finestra.

Le opzioni sono sempre due:
La lampada è venuta a vendicarsi oppure questa non è la stanza che condivido con la mia amica.

Quest'ultima idea mi va alzare di scatto a sedere dimenticandomi di essere completamente svestita.

Capelli biondi spettinati giacciono sul cuscino di fianco al mio. Il volto non è visibile in quanto è rivolto dall'altra parte. Il lenzuolo copre metà schiena lasciando l'altra metà nuda.

"Non avremo mica fatto..."

L'ipotesi che sia successo mi fa cadere dal letto.

«Ahi!»

Il sedere ha sbattuto sul pavimento duro e freddo della stanza.

A causa della mia esclamazione Armin si è svegliato di soprassalto. Dalla sua faccia confusa ho la conferma che neanche lui ricordi granché...

«Che ci fai qui?» chiede allibito.

Premo una mano sulla testa che mi gira ancora:

«Me lo chiedo anch'io...» mormoro spaventata.

Armin sbircia da sotto il lenzuolo e sgrana gli occhi:

«Anche tu-tu sei senza...?» lascia in sospeso la frase ed io annuisco col volto all'altezza del materasso del letto.

«Non l'avremo mica fatto...?!» formula la domanda premedosi la testa per rammentare. Io sussurro con le guance arrossate:

«Se l'avessimo fatto me lo sarei ricordata...»

More than you can believe -Armin Arlert x oc Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora