Il club di canto e ballo

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Il giorno seguente, tutti erano in agitazione per i corsi pomeridiani, anche Peter, che di solito era molto calmo e attento, quel giorno era in ansia e continuava ad aggiustarsi i capelli e la camicia a quadri blu, distraendosi durante la lezione. Io ero forse tra le persone più ansiose, da quel pomeriggio sarebbe dipesa la mia vita scolastica, e non volevo certo andasse male. Per tutta la sera precedente non avevo fatto altro che esercitarmi su dei brani o su pezzi di coreografia, e avevo addirittura spento il computer per non avere distrazioni o pensare a Lunatico. Così a pranzo ingoiai il mio toast al prosciutto, mi separai dai miei amici e mi diressi verso il mio futuro, il club di canto e ballo della scuola, nei sotterranei. Questi ultimi non erano come quelle cantine dei film horror, ma ci erano vicini, c'era polvere sparsa ovunque, scatoloni con oggetti non più utilizzati o in pessime condizioni, l'illuminazione era scarsa e l'umidità era ovunque. Mi incamminai per il corridoio fino a raggiungere un allargamento che dava su uno spazio che doveva corrispondere all'auditorium superiore, dove trovai Brian e i ragazzi del club in compagnia di altri ragazzi che dovevano far parte del club di ingegneria, come mi aveva spiegato Brian il giorno prima. Quando mi vide mi disse:- Benvenuta nei sotterranei, il luogo di ritrovo dei nostri club- e così facendo indicò se stesso e un altro ragazzo. -Lui è Charly, il rappresentante del club di ingegneria- -Ciao-mi salutò lui in tono molto amichevole -Ciao- risposi io con un sorriso, Brian si riferì agli altri ragazzi presenti questa volta:-Lei è Ella, farà parte del nostro club, ma prima vediamo quello che sa fare- questa volta si rivolse a me:-Conosci la canzone Titanium?- io annuì, ero tesissima avevo una gran paura di sbagliare -Bene allora facci sentire quello che sai fare se non ti dispiace- Così dicendo accese il karaoke e mi invitò a cantare, ero così nervosa che tremavo da non riuscire a stare in piedi, così chiusi gli occhi, immaginai di essere nella mia camera e cantai senza timidezza, con quanta voce avevo. Quando arrivai al ritornello aprì gli occhi e dopo le prime note, una ragazza cominciò a cantare con me e a lei si unirono poi tutti gli altri, compreso Brian, era una sensazione che non avevo mai provato, in quel momento mi sentivo a casa, sapevo di potermi fidare di quelle persone, ed era qualcosa che provavo raramente, perché ero restia a parlare anche con Susanne, nonostante ormai la conoscessi da diversi anni. Quando la canzone finì tutti applaudirono e anche Brian mi guardò e fece finta di applaudirmi, poi disse:-Beh se sai ballare come canti allora non c'è bisogno neanche che ci fai vedere. Benvenuta nel club- e mi diede il cinque. La ragazza che si era unita per prima alla mia canzone si presentò e mi presentò gli altri:-Benvenuta, io sono Rose, loro sono Agata, Jessy, Leonardo ma chiamalo Leo, Alex e Will- -Benvenuta nel club- mi dissero gli altri -Allora El, dove hai imparato a cantare?- -In realtà mi è sempre piaciuto cantare e ballare, ma non ho mai fatto nessun corso, perché mio padre mi ha indirizzato sempre su lavori d'ufficio, per così chiamarli- -Deve essere davvero molto severo- -La maggior parte delle volte, quando è a casa, mi domanda della scuola, del mio profitto e mi ripete che un giorno io avrò il suo posto, e voi? Da quanto frequentate questo corso?- -Da quando ci siamo iscritti al college- -Perché non avete pensato di dare una pulita qui intorno per avere almeno un pavimento decente?- -Ci abbiamo pensato, ma i bidelli non forniscono il materiale ai ragazzi dei progetti come il nostro- -Allora forse non dovremmo chiederlo- E così dicendo mi alzai in piedi -Ma ci metteremmo nei guai- -Forse- -Bene mi piace mettermi nei guai- intervenne Alex -Allora andiamo- Salimmo le scale e di soppiatto entrammo nello sgabuzzino delle scope, dove recuperammo pezze, scope, vari detersivi, dei camici, per non sporcarci, dei pennelli e della pittura. Scendemmo di nuovo nel massimo silenzio e cominciammo a darci da fare, spazzammo e lavammo a terra, e ridipingemmo le pareti, nel fare ciò però iniziammo una lotta con la pittura, alla quale si unirono un po' tutti. Insomma fu uno dei pomeriggi più belli che avessi mai avuto, i ragazzi erano davvero fantastici. Quando terminammo erano ormai le sei passate, rimettemmo tutto di nuovo nello sgabuzzino e uscimmo indisturbati, una volta fuori ci demmo appuntamento per il giorno seguente sempre alla stessa ora nei sotterranei, cosa che con il passare del tempo divenne un'abitudine.

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