Continuammo a ballare fino a non sentire più i piedi, in coppia, in gruppo, e non mi divertì mai come quella sera, nessuno era di cattivo umore, o era stanco della compagnia. Nessuno ad eccezione di Katie, che non divertendosi cercava di trascinare Josh con lei, senza però nessun risultato, o di mettere in imbarazzo qualcuno, ma tutti erano così presi dalla musica e dal buonumore generale che nessuno le fece caso, e non c'era cosa più brutta per Katie di essere ignorata completamente. Ma non riuscì a vendicarsi o a farsi notare ulteriormente, a causa di un invitato inatteso, mio padre. Quando lo vidi uscire in giardino il mio cuore mancò un battito, era così raro che tornasse a casa, soprattutto quando era in viaggio per affari, e dalla reazione di Eleonore capì che lei era sorpresa quanto me. Nel frattempo i miei amici vedendomi sulla luna cercarono la fonte della mia distrazione e individuarono subito mio padre che salutava Eleonore e le sue figlie e vagava con lo sguardo in cerca di qualcun altro: io. Non feci in tempo a salutarlo con un sorriso che Eleonore mi stava letteralmente trascinando verso di lui, facendo molta attenzione a scegliere il percorso più lungo, per potermi fare le sue solite raccomandazioni, che consistevano nel lodare il suo modo di gestire la casa e la famiglia in assenza di mio padre ed evitare di dire quanto fossero crudeli e spietate lei e le figlie con me, ma non le badai neanche un attimo, presa dall'entusiasmo di rivedere il mio adorato papà dopo ben sei mesi di assenza. -Ciao piccola mia, come stai? Ti trovo molto cresciuta- -Ciao papà, mi sei mancato tantissimo, sto bene ho trovato degli amici fantastici, dopo te li presento, ma come mai sei qui, non ti aspettavamo?- -Ho pensato che non potessi mancare al compleanno di una delle mie due preferite e ho deciso di fare una sorpresa- -Caro ti è riuscita davvero bene, adesso lascia andare questa ragazza a divertirsi, parlerete dopo- intervenne Eleonore pensando che la conversazione tra me e mio padre potesse degenerare, e in effetti la sua affermazione mi aveva letteralmente spiazzato, aveva parlato di due preferite e l'altra era Cristina, perché aveva ammiccato verso di lei. Non so cosa mi facesse più male, se le risate di scherno di Katie, Gemma e Cristina, o l'affermazione stessa di mio padre, io, sua figlia di sangue ero meno importante di due figlie non sue. Così non riuscì a trattenere le lacrime e corsi a rifugiarmi nel mio nascondiglio preferito, dietro l'albero più lontano dalla casa, vicino il confine della proprietà. Era da sempre stato il mio posto preferito, perché era l'albero preferito di mia madre e una delle ultime cose che mi restavano di lei, un luogo tranquillo per leggere senza essere disturbata e l'unica cosa solo mia, in quanto nessun altro sapeva della sua esistenza o lo ignorava completamente ritenendolo un albero come gli altri. Credevo di essere riuscita ad andare via dalla festa senza essere vista, ma a quanto pareva Josh era riuscito a vedermi e mi aveva seguito fino al mio nascondiglio, mi porse un fazzoletto e mi chiese cosa non andava, così gli raccontai la storia della mia vita in breve, e sembrò capirmi più a fondo di quanto pensassi perché si incupì anche lui. -Ti capisco, molti padri pensano di poter sostituire il loro affetto con la ricchezza, e commettono l'errore più grande che si possa fare, non prendono in considerazione le vere esigenze dei figli. Tu però ricorda che hai degli amici su cui puoi contare e di cui puoi fidarti e non affrontare tutto da sola, parlane con loro, senza paura che non ti possano capire, quindi adesso torniamo da loro, anche perché si staranno chiedendo dove siamo finiti- -Josh...- -Dimmi- -Grazie per avermi ascoltato e per i tuoi consigli, sei un vero amico- -Di niente, adesso vieni e finiamo la serata in bellezza- e mi porse la mano e io la afferrai senza indugiare neanche un attimo. Avete presente quando il mondo vi sta per crollare addosso ma voi riuscite a vedere la luce in fondo al buio, per me i miei amici erano la luce e la mia famiglia il buio più oscuro che esistesse. Ero sull'orlo del burrone mentre la mia vita si divideva avevo già un piede nel baratro, ma cercavo con tutte le forze di non cadere completamente. Quando la festa finì, mi andai a cambiare e come se avessi dovuto sopportare già poco quel giorno, la mia matrigna mi ordinò di aiutare il catering a pulire l'intero giardino. Quella sera decisi di passare da mio padre ed informarlo su ciò che stava accadendo, così passai per il suo studio, il posto in cui trascorreva la maggior parte del suo tempo quando era a casa e lo trovai seduto sulla sua poltrona intento a scrivere al computer. -Ciao papà, posso entrare o sei impegnato?- Lui mi fece cenno di entrare senza distogliere gli occhi dal pc. -Avevo bisogno di parlarti. Mi ha fatto molto piacere che tu abbia deciso di riassumere Dora- -Ne sono contento, ho pensato ci volesse un po' di pulizia in questa casa, e devo dire di non aver mai visto i pavimento brillare così- Ecco un'altra pugnalata dritta allo stomaco, non aveva mai notato come sgobbavo per attirare la sua attenzione e rendere la casa uno specchio proprio come piaceva a lui, mentre adesso notava che tutto era lucido. -Sì- dissi amaramente, iniziando a pentirmi della scelta di andargli a parlare. -Sai ho deciso di ricominciare a cantare e ballare nel band della scuola- Non avessi mai detto quelle parole, mi padre alzò lo sguardo con occhi minacciosi e mi chiese di ripetergli ciò che avevo detto, non me lo feci ripetere due volte avevo bisogno di scaricare la tensione accumulata negli ultimi mesi. -Sì ho ricominciato a cantare e ballare perché mi sentivo sola e tu come al solito non eri presente, e ho trovato degli amici eccezionali, sempre disponibili e gentili- -Lascerai subito quel gruppo, io non ti permett...- -No- -Come prego?- -Non lascerò quel gruppo solo perché così vuoi tu- -Non osare mettere in discussione la mia parola- Ma era troppo non potevo permettere che prendesse un'altra decisione al mio posto quindi mi voltai ignorando ciò che stava quasi urlando, andai in camera mia, mi distesi sul letto e iniziai a piangere.
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Cenerentola
RandomUna semplice ventenne, con un sogno nel cassetto, ostacolata da tutti e abituata a lasciar correre le cose. Una storia che ti lascerà con il fiato sospeso fino alla fine.