Capitolo 1

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Love what you do and do what you love. Don't listen to anyone else who tells you not to do it. You do what you want, what you love. Imagination should be the center of your life.

- Ray Bradbury


Settembre era il suo mese preferito. Si percepivano gli ultimi scorci d'estate, con il sole che accarezzava dolcemente la pelle ma senza la pesantezza della canicola estiva. Nonostante la malinconia dei mesi trascorsi in balia del "dolce far niente", il ritorno all'attività lavorativa le sembrava sempre un momento carico di tranquille promesse.

Si trovava in biblioteca, dedicandosi a sistemare le ultime scartoffie necessarie per l'ordinazione di nuovi libri. La giornata era perfetta: l'aria era mite e un soave venticello rinfrescava l'ambiente, creando un'atmosfera quasi magica. Affondando nei suoi pensieri, non si accorgeva del tempo che passava, assorta nelle sue attività quotidiane.

Improvvisamente, un trillo del telefono la colse di sorpresa, interrompendo il suo flusso di concentrazione. Lo schermo lampeggiava con una notifica che la fece gelare un attimo: era un avviso riguardante la pubblicazione dei risultati dei test di ammissione a Oxford. Il cuore le batteva forte, e in un attimo, la curiosità e l'ansia la spinsero ad abbandonare tutto. Si sedette, le mani tremanti, afferrò il telefono e accedette al sito dell'università. I secondi le sembrarono eterni mentre la pagina si caricava. Finalmente, apparve il documento che avrebbe determinato il suo futuro. Respirò profondamente, la mente in tumulto, e cliccò sul file. In pochi istanti, il verdetto si materializzò davanti ai suoi occhi: era stata ammessa.

Ci volle qualche secondo perché la realtà le si manifestasse in tutta la sua potenza. Il mondo sembrava fermarsi. Una calma surreale la pervase, un preludio a una tempesta di emozioni, positive e travolgenti. L'adrenalina le scorreva nelle vene. Di slancio, si alzò; correva dalla sua collega, e quasi urlando, esclamò: "Sono stata ammessa!"

Colta da quel momento di pura felicità, la collega la abbracciò stretta. Non riusciva a esprimere in parole ciò che provava. Aveva atteso questa notizia per così tanto tempo, e finalmente era riuscita a realizzare il suo sogno. Condividerla con Ava, che oltre a essere la sua compagna di lavoro, era una delle sue più care amiche, la rendeva ancora più speciale. Si erano conosciute prima della sua partenza per l'Italia e, fortunatamente, erano riuscite a mantenere i rapporti nonostante la distanza. Insieme avevano affrontato sia i momenti felici che quelli più difficili, ed era proprio questo a rendere il loro legame così forte. Si erano sostenute a vicenda attraverso le tempeste della vita e avevano festeggiato i successi reciproci. Stare con Ava la rassicurava, sapeva di potersi fidare senza temere alcun giudizio. Ava era una persona genuina, con una maturità che superava di gran lunga quella delle loro coetanee, e la sua gentilezza le riempiva il cuore di gratitudine per tutto ciò che avevano vissuto e per tutto ciò che ancora avrebbero vissuto insieme.

"Dobbiamo festeggiare!" esclamò con entusiasmo, ma la consapevolezza che il loro turno di lavoro non fosse ancora concluso la fece esitare. Tuttavia, Ava, con un gesto fulmineo, la prese per un braccio e la trascinò verso l'uscita. "Suvvia! Una decina di minuti non cambieranno la vita a nessuno. Chi vuoi che arrivi in biblioteca a quest'ora?"

In effetti, aveva ragione: era ora di pranzo e l'aula era deserta, tutti erano impegnati a tornare a casa, lontani dalla tranquillità degli scaffali libri.

"Va bene, ma questa volta il pranzo lo offro io!" Disse, chiudendo, forse per l'ultima volta, la porta del luogo che era stato la sua seconda casa per quasi un anno. La biblioteca, con il suo silenzio carsico e i profumi di carta e inchiostro, sarebbe sempre rimasta nel suo cuore, ma ora era tempo di voltare pagina e abbracciare un futuro luminoso.


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