Capitolo 6

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She's really got a magical spell
And it's working so well

- ''Love Grows'' Edison Lighthouse


Nei giorni successivi, le lezioni per Freya proseguirono a un ritmo sorprendentemente veloce. Decise di recarsi in biblioteca per dedicarsi allo studio. Un vento leggero soffiava attraverso gli spifferi, portando con sé il profumo fresco dell'autunno che ormai dominava il paesaggio. Le foglie, che avevano assorbito toni aranciati e dorati, danzavano lentamente al dolce respiro del vento, talvolta attaccandosi alle enormi vetrate dell'edificio. Gli scaffali della biblioteca si ergevano imponenti, sembrando quasi toccare il soffitto affrescato che catturò subito la sua attenzione. Freya avrebbe potuto passare ore ad ammirare l'arte sopra di lei, ma il richiamo dei libri da studiare era troppo forte.

Navigando tra le scansie in rovere, che emanavano l'aroma ricco della resina, si rese conto che lo spazio era limitato. Le mensole, cariche di tomi pesanti e polverosi, non lasciavano spazio per il passaggio di più di una persona alla volta. La biblioteca era un luogo che respirava storia e conoscenza, e Freya si sentiva fortunata a poterlo esplorare.

Dopo un intenso pomeriggio di studio, sentì che l'orario della chiusura si avvicinava. Decise di dirigersi verso la sezione dei testi greci, alla ricerca dell'ultima risorsa necessaria per preparare il suo esame di filosofia greca. Mentre si avvicinava, notò che un altro ragazzo era già immerso nella consultazione dei manuali. Non volendo interrompere la sua ricerca, sopratutto dato che si trovava nel settore a cui era interessata, gli chiese gentilmente:

"Scusa, dato che sei lì, potresti passarmi la Costituzione degli Ateniesi di Aristotele se la trovi? Mi servirebbe quella con il testo greco a fronte, non so se c'è..."

Quando il giovane si girò verso di lei, la ragazza notò un leggero sussulto.

"Uhm, certamente, dammi un momento e te lo prendo..." rispose, sembrando piuttosto schivo. Ella pensò che la sua reazione potesse derivare dalla timidezza o dalla sua richiesta inusuale. Quando lui finalmente le mostrò l'opera che aveva trovato, un lampo di riconoscimento attraversò la mente della giovane studentessa.

"Ti ringrazio infinitamente. Scusa se ti ho fatto perdere tempo, ma non volevo trattenermi qui troppo a lungo considerando che la biblioteca sta per chiudere!" Esclamò, sorridendo.

"Non ti preoccupare." Rispose lui, con un discreto sorriso: "Capita spesso qui di dover cercare tra i libri, ci sono così tante cose da scoprire che a volte diventa difficile trovare un tavolo libero per studiare..."

Freya esitò un attimo prima di porgli una domanda che sembrava inevitabile, e tra di loro calò un breve silenzio:

"Un'ultima cosa, sembrare indiscreta, ma è possibile che ci siamo già visti da qualche parte? Hai un volto estremamente familiare..."

Il ragazzo, con calma e senza sembrare turbato dalla domanda, rispose: "Probabilmente mi hai già visto in biblioteca o nei corridoi. L'unico altro posto che frequento oltre a questi è un pub non molto distante da qui. Credo sia piuttosto riconoscibile, ha le pareti azzurre, non so se hai presente..."

La lampadina nella mente di Freya si accese all'istante. "Certo che ho presente qual è! Io lavoro lì!"

"Veramente? Giurerei di non averti mai vista... Forse nell'ultima sera in cui ci sono stato, può darsi?"

Freya annuì, pensando al misterioso ragazzo dagli occhi blu che l'aveva colpita. "Certo, mi sono trasferita da poco qui a Oxford, era il mio primo giorno di lavoro."

"Quindi lavori e studi? Quale corso frequenti?" Chiese lui, interessato.

"Studio archeologia classica e storia antica." Rispose Freya.

A quel punto, Cillian, il giovane, sobbalzò e constatò: "Anche io frequento il tuo stesso corso, ma sono al terzo anno. Presumo tu stia ancora svolgendo il primo..."

"Oh certo, ho appena iniziato." Fece una pausa e poi aggiunse con un sorriso: "Ah, e a proposito, io sono Freya!"

"Cillian, piacere di conoscerti, Freya."

Delicatamente, lui le strinse la mano. Freya ricambiò il sorriso e chiese: "Cillian? È un nome piuttosto inusuale. Da dove vieni?"

"In realtà sono irlandese." Spiegò: "Questo spiega il mio nome e probabilmente anche il mio accento. Tu invece? Da dove sei?"

"Vengo da un paesino a sud dell'Inghilterra, ma in realtà non ho sempre vissuto lì. Ho trascorso diversi anni anche in Italia..."

Proprio in quel momento, la voce della bibliotecaria interruppe la loro conversazione: "Ragazzi, la biblioteca sta per chiudere. Dovreste andarvene, se non volete rimanere chiusi qui dentro!"

I loro sguardi si incrociarono e ridacchiarono all'unisono; Cillian si accorse solo ora di non aver ancora raccolto i suoi libri, mentre Freya li aveva riposti ordinatamente nella sua borsa. Si diressero insieme verso il tavolo dove poco prima stavano studiando, e lui si affrettò a raccogliere il materiale.

Francamente, continuarono a scambiarsi aneddoti sulle loro vite, nulla di eccessivamente profondo, ma sufficiente per cominciare a conoscersi meglio.

"Prego, m'lady..." Disse Cillian con un inchino esagerato mentre arrivarono alla porta d'uscita; la aprì con un gesto affettuoso e la fece passare prima di lui, richiudendola alle sue spalle poco dopo. Quel gesto suscitò un colorito rossore sulle guance di Freya la quale smorzò la situazione sogghignando, non era abituata a quel tipo di attenzioni.

Si ritrovarono nel piazzale che segnava l'entrata dell'università e della biblioteca, usciti giusto in tempo per non dover affrontare una notte all'interno. Il cielo al di sopra di loro si tingeva di sfumature rosate mentre il sole tramontava.

"Uhm, senti, non è che per puro caso hai Instagram o un qualche altro social su cui posso contattarti? Potremmo anche trovarci a studiare, se ti va..." Azzardò Freya, mentre il suo cuore accelerava per la possibilità di conoscerlo meglio.

"Non uso molto i social, ma posso darti il mio numero di telefono. Puoi contattarmi lì se hai bisogno..." Rispose Cillian.

Freya annuì con entusiasmo, e si scambiarono i rispettivi contatti telefonici. Aveva ottenuto ciò che desiderava e si sentiva soddisfatta. Dopo aver salutato, Freya si incamminò verso il suo appartamento. L'atmosfera era tranquilla e il sole stava scomparendo all'orizzonte, ma nella sua mente ripensò alla conversazione appena trascorsa, sorridendo al ricordo delle confidenze condivise: il loro piatto preferito, il libro che stavano leggendo, il film che aveva toccato entrambi. Aveva apprezzato particolarmente il tempo trascorso con lui.

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