Bastien 14.

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Bastien 14.

Trattenermi quella sera non mi costo poco. Quando Sevda andò via andai sotto la doccia per liberare il mio ardente desiderio ma non bastava. La volevo così tanto che ne rimasi sconvolto io stesso. Non capivo come fossimo arrivati a questo punto. Quand' era successo che il mio corpo aveva cominciato a desiderarla così tanto? Forse da quella volta che la vidi nel giardino. Seduta sulla riva del fiume con il suo vestito nero e i capelli rossi che le accarezzavano il viso minuto, anche lei sembrava una creatura surreale. Una creatura completamente sola. Forse fu questo ad avvicinarmi a lei in realtà. Fu questo a farmi aprire in qualche modo per cercare un contatto con lei. C'era una sorta di empatia. Non sentivo nemmeno di dovermi nascondere da lei. Perché?... Vedevo in lei qualcosa che era fin troppo simile a me stesso.

***

Vivevo la mia vita come un comune mortale. Sapevo come mimetizzarmi tra gli essere umani. Ma questo non mi aveva mai dato nessuna felicità. Anche se da dove venivo ero acclamato per la mia bellezza e nel mondo mortale lo ero ancora di più, questo mi dava un grande senso di vuoto. Il sesso, le donne che arrivavano e se ne andavano solo per soddisfare i miei bisogni. L' unica cosa che mi piaceva della mia vita era il mio lavoro. Adoravo l arte e la mente umana. Ero uno psicologo di fama nel mio paese. Conoscevo bene tutte le emozioni umane. La psiche umana. Quella era la parte che mi affascinava di più della mia vita mortale. Se questo tempo nel mondo mortale era la mia punizione non lo avrei sprecato, avrei cercato di capire il più possibile quello che ero e quello che sarei diventato con il tempo. Ma più di altro volevo capire da cosa tenermi lontano.

***

Quando la mia memoria comincio a riaffiorare all età di 16 anni fu sconvolgente. Al inzio credevo che fossero incubi ma ben presto capi che non lo erano. Il cibo non mi sazziava, mi faceva stare male. E un giorno mentre ero nel infermeria della scuola, capì che quello che volevo era il sangue. L' odore forte del ginocchio sbucciato della mia compagna di classe, mi sembrava un buonissimo pezzo di torta. A quei tempi scappavo, non volevo accettare quello che ero diventato. Ero solo un adolescente con i ricordi spaventosi di un angelo che affiancava la morte. Commisi molti errori. Quello mi porto al limite della follia, finché incontrai Victor. Mi aiuto ad' adattarmi. Finché capi che studiare gli umani mi avrebbe portato ad avere dei benefici oltre che saziare la mia fame e curiosità.

*

Sevda era tutto ciò da cui sarei dovuto stare lontano. Ma era qualcosa da cui non riuscivo più a stare lontano.

Quello che stava accadendo tra di noi, era troppo veloce  per essere analizzato nel dettaglio. Ma in realtà non lo volevo. Non era un caso da analizzare, o una mia paziente ero quella persona che mi capiva senza sforzarmi di essere qualcuno che non ero.

Avevo visto le mie ali e non era scappata. Aveva visto di cosa mi nutritivo e non mi aveva respinto.

Quindi non sarei andato da nessuna parte neanche dopo l avvertimento di Victor.

Anzi ero andato dritto tra le sue deliziose gambe.

E quella notte avrei reso Sevda la regina del mio regno.

Il mio sole di mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora