Bastien 10.

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Sevda dava la colpa a se stessa per le scelte degli altri, non era difficile capirlo. Nelle ultime settimane avvicinarmi a lei non fu facile, era sfuggente e silenziosa ma sapevo che bramava di più. Perché decisi di dargli ciò che voleva? ... non volevo saperlo. Forse volevo solo fare qualcosa di buono che mi liberasse da una delle mie maledizioni ma era carino vederla sorridere ogni tanto.

Era terribile vedere il suo sorriso spegnersi.Era come una nube nera e profonda che la circondava. Era come vedere le mani di mille mostri trascinarla al inferno. Era una ragazza che stava creando caos nella mia mente. Per quanto lo negassi guardarla che correva felice tenendomi stretta la mano, mi fece sperare in qualcosa che non avevo mai osato fare. Ma cacciai quel pensiero e con grande sofferenza spalancai le mie ali. Il suo volto era sconvolto ma non per la paura, ma come se stesso guardando qualcosa di così bello che non poteva trattenere l emozione. Dopo molto tempo mi senti nuovamente  orgoglioso della mia vera forma.

- Sei stupendo...  posso toccarle? -

Mi avvicinai a lei e l' avvolsi con le mie ali. Mentre con le mani presi dolcemente il suo e la baciai. Volevo assaporare le sue piccole labbra pallide e non volevo più aspettare. Le assaggiai dolcemente con la lingua per poi succhiarle dolcemente. Sevda schiuse le labbra e mi diede un accesso completo. Avevo la sensazione che anche lei aspettasse questo momento dal giorno in cui mi vide da quella piccola fessura. Le sue mani si agrapparono al mio collo mentre le mie affondorono nei suoi morbidi capelli, dettando il ritmo. Restammo così aggrappati l uno al altro per molto tempo finché rimase senza fiato e dovette staccarsi. Ansimava e le sue guance era rosse, gli occhi lucidi per il desiderio, brillavano. Era una creatura meravigliosa. Bastava solo dargli un po' di attenzioni per vederla sbocciare. Accarezzai ancora i suoi capelli mentre lei giocava con le piume rovinate delle mie ali. Mi costava non un piccolo sacrificio tenerle aperte, il mio corpo umano a stento tollerava il loro peso ma potevo resistere ancora un po' per vedere quel sorriso così gioioso, che mi regalava una sensazione di calore al petto che non avevo mai provato.

Il mio sole di mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora