Sevda 25.

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Vorrete sapere se io e Bastien ci ritrovammo subito, vero? Ma questa non è una favola, non è un romanzo rosa dove i due protagonisti chiudono la storia con il loro bel  matrimonio circondato di fiori.



La verità è che quando mi svegliai dopo l'accaduto ero una persona nuova. Non c'erano più incubi o mostri nei miei sogni. Non c'erano più ricordi. Mi trovavo in una piccola clinica, molto tranquilla. La gente al interno sembrava gentile e il medico mi disse che qualcuno mi aveva portato lì priva di sensi. Mi spiego che avevo subito un piccolo trauma cerebrale, sembrava un piccolo incidente. Ma quando mi guardai allo specchio non vidi nessuna fascia sulla mia testa e nessun graffio. Pensai da subito che era strano, anche se avevo perso una grande fetta dei miei ricordi, sapevo ancora quanto potevo essere sfortunata. Forse mio padre aveva esagerato stavolta e mi aveva lasciata in questa clinica. Ma non lo ricordavo e forse era meglio così. In realtà ricordavo ben poco della mia vita, c'erano stralci e i brutti ricordi sembravano così lontani che facevo fatica a vederli.

Forse non ricordare era una seconda possibilita dopo tutto. Appena lo pensai, avevo la sensazione che qualcuno me lo avesse già detto. Un Deja vu?..

****

Uscì nel cortile della clinica, così pieno di fiori colorati che mi incantai. In quel momento un uomo che camminava di fretta mi urto, facendomi cadere rovinosamente a terra. Un gran maleducato, pensai, finché l uomo si fermo e torno indietro. Il volto basso, coperto dalla frangia nera troppo lunga, il cappotto nero. Lo avevo già visto?

Mi porse la mano e disse - Non ho tutto il giorno! -

Afferrai la mano per rialzarmi e subito dopo andò via.

Rimasi immobile dov'ero con il cuore che accellerava ma non capivo perché, pensai che era dovuto all' incidente di cui mi avevano parlato. Tornai dentro l' edificio e l infermiera mi avviso che avrei avuto una seduta con uno psicologo per aiutare la mia memoria a tornare. In realtà non ne avevo per niente voglia, non volevo che i miei ricordi tornassero. Volevo la nuova vita che sembrava essermi stata donata. Tornai nella mia stanza e andai dritta sotto le coperte, ma quando stesi la mano sotto il cuscino qualcosa mi punse. Alzai il cuscino e vidi una piuma nera . La presi e tornai a stendermi sul letto, la guardai a lungo e pensai tutte le cose stupide che una persona comune può pensare, un uccello, forse un corvo era passato di lì.

Mi addormentai alla fine, con la piuma stretta tra le mani.

Il mio sole di mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora