1478, 4 maggio.
Giorno di San Ciriaco.Ezio scivolò fuori dal sonno ai rintocchi del mattino. Di certo la chiesa di San Gimignano, indifferente al cerchio che gli aleggiava attorno alla testa, stava già cominciando ad accogliere i fedeli.
Durante le sommosse seguite alla congiura dei Pazzi, ho saputo che ha perso la vita un ragazzo che mi faceva da modello.
Il giovane Assassino girò di scatto il collo e trasse un respiro difficoltoso. Da quello che aveva sentito, in genere erano le prostitute – non certo le ragazze di buona famiglia – a posare per gli artisti nei ritratti di nudo. Si chiese se fosse un'usanza diffusa anche tra gli uomini, e se Leonardo quel giovane l'avesse visto senza vestiti, mentre erano coinvolti in quell'attività o anche in altre.
La sgradita immagine di Leonardo con un ragazzo sulle ginocchia gli si attaccò addosso come una zecca.
Eppure aveva Clara che gli piaceva e che baciava come una dea, Clara che aveva delle gran tette e che aveva acconsentito a rivederlo ancora. Cos'altro sarebbe servito per allontanare quella brama persistente che premeva piano proprio dove il bacino si univa alla coscia?
Ah, io mica faccio queste cose con gli uomini.
C'era una voce, in fondo alla sua testa, che gli diceva che il giorno del Calendimaggio aveva perso. E dopo quello, le ore si erano accumulate sopra di lui come la terra sopra una bara, e ognuna aveva il marchio e il nome di un fallimento.
Devo essere sicuro di non averlo ucciso io.
Devo andare da lui.
Quella morte aveva fatto soffrire Leonardo, anche se lui non voleva darlo a vedere.
Pur di scacciare quel pensiero, affondò i denti sul labbro inferiore. I consueti pensieri del mattino sulle dame persero consistenza e diventarono un canale che scorreva verso il contratto di Lorenzo.
Ezio si alzò con un sospiro dal letto. Si passò una mano sul viso, rendendosi così conto che la sua pelle era appiccicosa. Non aveva neanche voglia di guardarsi allo specchio.
Presi i cartigli, ignorò quello con la traduzione e lesse di nuovo quello di Lorenzo. L'amato signore della città, in quel messaggio, era stato laconico come sempre.
Ho recuperato informazioni su un cittadino di Firenze coinvolto nella congiura. Il sesto giorno di maggio, attorno all'ora prima, un mio uomo di fiducia sarà alla Taverna del Cambio per riferirti cosa ha scoperto. Incontralo e uccidi il traditore. ~ Lorenzo
Ezio sentì dei passi inconfondibili oltre la porta.
«Claudia!» gridò. «Che giorno è oggi?»
«Lunedì,» rispose subito lei. «Il quarto di maggio!»
Non aggiunse altro. Ezio sospirò ancora e si lasciò cadere di schiena sul letto. Cominciò a valutare come avrebbe potuto passare quella giornata fingendo che non ci fosse che qualche ora a separarlo dal seguente assassinio.
Per sua fortuna, gli abitanti di Firenze – anche quelli che non mostravano la propria erudizione raccontando di come Giunone avesse creato un fantasma da una nuvola – erano al corrente di molti fatti interessanti.
Paola della Rosa Colta, con cui quel mattino Ezio ebbe una lunga chiacchierata, gli disse che il ragazzo morto era stato ripescato dall'Arno qualche giorno prima, con la testa spaccata. Tra le vie della città si mormorava che avesse un amante regolare. Tuttavia, Paola non sapeva dire se svolgesse o meno la sua stessa professione, poiché la prostituzione maschile seguiva altre vie rispetto a quelle profumate delle sue ragazze.
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Queste quiete stanze [AC2]
FanfictionDopo la morte di Giuliano de' Medici e il fallimento della Congiura dei Pazzi, Ezio Auditore entra nell'ambiente della corte di Lorenzo. Il ritrovamento di alcune pagine del Codice, custodite dagli Assassini di Firenze, lo porterà ad avvicinarsi sem...