1478, 18 maggio.
Natale di Annona.Monteriggioni ancora si scorgeva all'orizzonte. Vegliavano le torri quadrate, su cui era calata una foschia tessala, sentinelle vigili del pomeriggio. La primavera aveva tinto la campagna di ocra e di verde, adornato gli alberi con un contrappunto di canti e l'erba col tarassaco dorato.
I cavalli di Ezio e Leonardo, come uccelletti sospinti fuori dal nido, trottavano con le spalle alle mura. Il rivolo d'acqua, sottile ferita nella terra, si allargava per diventare un torrente vivo e dopo ancora mutarsi in quel fiume, l'Elsa, dove un giorno lontano aveva piantato ramo e raccolto colonna l'errabondo poeta degli Uberti. Un piccolo alcione, che solo sedeva su un legno spezzato in centro alla corrente, spiccò il volo quando udì un grido. Assieme a lui saltarono le cicale e volteggiarono le farfalle dell'ortica.
«Ha! Ha!» gridò Ezio, e tirando le redini fece sì che il cavallo baio, spinto al trotto, si voltasse con una precisione che le macchine di Leonardo, per suo cruccio, ancora non potevano raggiungere. Lo spinse di corsa per il prato che il sole irraggiava in obliquo, poi rallentò e girò attorno al cavallo dell'amico. Gli occhi tondi dei due animali s'incontrarono, e così fecero anche quelli dei due cavalieri. Leonardo sorrise a Ezio, quasi a voler inserire una virgola tenera tra i suoi scalpiti giovanili, e rallentò l'andatura per trovarsi al suo fianco. L'Assassino ansimava, come se fosse stato lui a correre avanti e indietro per il prato, e le sue labbra incise da una cicatrice scoprivano la fila regolare dei denti.
Lui guardò Leonardo, e più di tutto contemplò il modo in cui il mantello rosso gli ondeggiava sulle spalle, così da seguire sia il sobbalzare degli zoccoli sia la pennellata uniforme del vento. Forse qualcuno dei suoi antenati, uno di quella gens antica da cui gli Auditore vantavano la discendenza, un tempo aveva trovato dèi da venerare in mezzo a quei colli, tra l'ondeggiare dell'erba; lui era devoto solo al sorriso del suo amato.
«A cosa pensi?» gli domandò, guardando i suoi occhi chiari, socchiusi all'ombra del cappello. Si stupì di come la propria voce suonasse armoniosa in quel silenzio che solo pochi istanti prima aveva avuto il timore di spezzare.
Leonardo spinse lo sguardo verso le fronde che ora coprivano ora svelavano il corso del fiume.
«Mi piacerebbe poter dipingere all'aria aperta,» rispose, con fare un po' trasognato, «così da raffigurare quello che vedo. Chissà, magari un giorno sarà possibile».
Il cavallo di Ezio si lasciò condurre con facilità verso un grosso tronco, uno dei punti in cui il suo proprietario era solito legarlo.
«Perché, in genere cosa dipingi?» chiese lui. Smontò da cavallo e lo assicurò con una corda al tronco.
«Oh, non sono poche le volte che un committente mi chiede di disegnare quello che non c'è. E io faccio fatica a non esser sincero».
Mentre legava il cavallo di Leonardo, Ezio pensò a quella posa che chiedevano le dame, con le mani appoggiate con grazia l'una sopra l'altra. In modo tale divenivano immortali. Lo diventava anche Leonardo, che le aveva ritratte; Ezio solo era caduco, ma era solo assieme a lui nel vasto nulla, e lì non gli sarebbe importato di morire.
Allungò le braccia verso il suo amico per aiutarlo a scendere di sella. Leonardo si appoggiò alle sue spalle forti e non le lasciò neanche dopo essere atterrato sull'erba. I loro sguardi si intrecciarono di nuovo.
«E ora cosa vedi?» mormorò Ezio. Leonardo lo baciò, e l'Assassino gli sostenne con una mano la nuca mentre si abbandonava a lui. Si lasciarono cadere sul prato, senza smettere di dedicarsi l'uno all'altro.
Ezio sentì il cardo pungergli la guancia. L'odore tenue d'erba gli accarezzava il naso, le labbra di Leonardo la bocca. Continuarono ad amoreggiare per qualche minuto, catturati in un fuoco che si alimentava delle sue stesse ceneri.
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Queste quiete stanze [AC2]
FanfictionDopo la morte di Giuliano de' Medici e il fallimento della Congiura dei Pazzi, Ezio Auditore entra nell'ambiente della corte di Lorenzo. Il ritrovamento di alcune pagine del Codice, custodite dagli Assassini di Firenze, lo porterà ad avvicinarsi sem...