La Balboa Race

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Partecipare alla Balboa Race sapendo che un mio amico si trova in carcere da innocente, il mio ex non vorrebbe trovarmi lì, e l'uomo di cui mi sono innamorata mi ha appena spezzato il cuore, non è proprio il modo in cui avevo sperato andasse la serata.

In aggiunta a questo, come ciliegina sulla torta, ho anche avuto una discussione con Olivia, prima di uscire.

Comprendo pienamente il fatto che lei abbia trovato "l'amore della sua vita", e che intenda passare la maggior parte del tempo insieme a lui... ma questo non la giustifica dal dimenticarsi delle amicizie.

Sempre che mi abbia considerata come una vera amica, s'intende.

E, visto come sono andate le cose nell'ultimo periodo, non ne sono nemmeno più così sicura.

Eppure, spesso, per quanto qualcosa possa ucciderci da dentro, bisogna andare avanti fingendo che non faccia male.

Ho da poco finito il turno al Ruby's, e riesco a raggiungere il luogo indicato in qualche minuto.

Per fortuna, oggi niente clienti sospetti o spaccio di caffè speciale al bar.

Tutankhamon deve aver deciso di risparmiarmi almeno in questo caso.

Arrivo al Newport Beach Pier con un uragano di sensazioni nel petto, e sono quasi tentata di voltarmi e tornare indietro.

Non sono sicura di avere la concentrazione necessaria per poter svolgere questa gara ed uscirne intatta.

Tra il mio cuore infranto e le mie amicizie scomparse, mi sento una piccola mosca bianca qui in mezzo.

Una compagnia di circa quindici ragazzi sta accerchiando altri tre tizi seduti a cavalcioni sulle loro moto, e questo mi fa intuire che devo essere una tra gli ultimi arrivati.

Percorro il ponte sul tratto di asfalto, decelerando gradualmente, fino a rallentare quasi del tutto quando arrivo davanti alla massa di gente che mi fissa incuriosita.

Immagino che nessuno mi abbia riconosciuta, io non conosco nessuno di loro.

All'improvviso, tutta la mia spavalderia e sicurezza iniziale sembrano volatilizzarsi nel giro di un secondo.

Magari sono ancora in tempo a tornare indietro, o a gettarmi da una delle ringhiere del ponte.

No, non mi chiamo zia Lucy, e l'acqua salata che sta al di sotto non mi piace neanche tanto.

Forse complice il fatto che la stagione estiva è finita da un pezzo, o che è un orario un po' inoltrato, per strada girano poche macchine, il che è un bene, visto che il tratto che dovremo percorrere attraversa la parte centrale della penisola di Balboa.

Faccio appena in tempo a spegnere il mio gioiellino, ringraziando mentalmente il fatto di essermi ricordata di aver controllato prima il livello dell'olio e aver rabboccato il serbatoio, quando un gruppo di ragazzi mi si avvicina.

Oh mio dio, che facce da brutti ceffi.

Scappa, Nesta.

Chi diavolo te l'ha fatto fare di venire qui?

Prima ancora che possa prendere una decisione in maniera autonoma, una ragazza con la pancia di fuori, i tatuaggi in bella vista, ed il corpo ricoperto da scintillanti piercing, viene verso di me per convincermi a rimuovere il casco.

« Tu partecipi?»

Annuisco, ormai è tardi per tirarsi indietro, e nel farlo mi decido a togliere il casco, sollevando un boato di commenti generale.

« Una ragazza?!»

« Sei seria, piccoletta?»

« Hai bisogno di un pannolino? Sembra che tu stia per fartela addosso!»

MR. POLICEMANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora