CAPITOLO 24

1.1K 125 12
                                    

Fabian oltrepassò le porte del Pronto Soccorso e andò dritto all'accettazione per chiedere di Keira. Mentì clamorosamente, dicendo di essere suo marito e chiedendo, quindi, di poterla vedere. Una delle infermiere lo accompagnò attraverso una serie di porte, gli indicò un corridoio e gli disse che 'sua moglie' riposava nella stanza numero sedici.

Mentre percorreva la corsia a passo spedito, vide Darrell che aspettava nel corridoio. Stava per chiamarlo quando la porta si aprì e dalla stanza di Keira uscì Matilda. Darrell mise il suo braccio intorno alla vita di sua moglie ed iniziarono a camminare nella sua direzione. Tutti e due lo fissavano con rabbia ed incredulità.

Sapeva che, per il momento, non era nelle grazie di Matilda, visto che Keira era la sua migliore amica e che di sicuro sapeva qualunque cosa fosse successa tra loro due, ma l'espressione adirata che vide sul viso del suo migliore amico lo sorprese moltissimo.

"Come sta?" gli chiese, provando a girare intorno a Darrell per entrare nella stanza di Keira e vedere di persona come stava veramente.

Ma, senza dirgli una parola, Darrell lo bloccò subito. Poi Matilda gli appoggiò una mano sul braccio, gesto che quasi gli gelò il sangue nelle vene. Non si mosse più.

"Fabian, ti prego..." gli disse Matilda con tono molto calmo, forse troppo. "Lasciala in pace... Lascia stare Kia, specialmente adesso."

Lui indietreggiò e si passò una mano fra i capelli.

"Lasciarla in pace?! Ma io devo vederla. Ho bisogno di accertarmi che stia bene. Non immaginate quello che ho passato, quello che ho sentito quando sono arrivato sotto casa sua e ho visto tutto quanto in fiamme... Ho pensato che fosse bloccata in quell'inferno... Ho pensato il peggio..."

Solo il pensiero lo fece stare male fisicamente. Era un'immagine che sarebbe rimasta con lui per sempre, come un promemoria lugubre.

"È esausta, Fabian. Ha tanto bisogno di riposare. E la tua presenza... Insomma, Kia è troppo vulnerabile adesso."

Quella descrizione così incerta lo rese ancora più determinato ad entrare. Con fare molto deciso, Matilda gli sbarrò letteralmente la strada.

"Lasciala riposare. Hai già fatto abbastanza per questa notte. Non puoi entrare nella sua stanza e farla agitare di nuovo. Ha passato l'inferno, Fabian. Ha bisogno di un po' di pace in questo momento. Non sa nemmeno che sei stato tu ad avvisarci. Non ci ha nemmeno chiesto come facevamo a sapere che si trovasse qui."

Fabian socchiuse gli occhi e si sentì avvolgere da una sensazione di desolazione totale.

"Lei mi odia..."

"No, idiota che non sei altro, lei ti ama. Kia ti ama come non ha mai amato da quando la conosco," gli rispose Matilda cercando di mostrarsi arrabbiata, ma senza troppo successo. "Ed è proprio questo il problema, testa dura. Per questo non puoi ora andare lì dentro e approfittarti della sua fragilità, della sua debolezza. Ti prego, stalle lontano o, almeno, dalle il tempo necessario per riprendersi. Kia è veramente a pezzi, Fab. Ed è in gran parte, colpa tua."

"Non farla stare peggio," aggiunse anche Darrell, parlando per la prima volta dal loro incontro. "Matty ha ragione. In questo momento, Kia è terribilmente fragile. Piombando nella sua stanza in questo modo, desiderando disperatamente di placare il tuo senso di colpa non la farà stare meglio, non aggiusterà magicamente la situazione. Per la prima fottutissima volta, da quando hai iniziato a starle addosso, pensa a Kia, Fabian, non a te stesso."

Il tono brusco, freddo, che aveva usato Darrell, lasciò Fabian di stucco.

"Qui non si tratta di placcare il mio senso di colpa," replicò Fabian con frustrazione. "Dannazione, IO LA AMO! Devo dirglielo. Non posso lasciare che le cose tra di noi finiscano così. Devo confessarle quello che sento veramente per lei."

UN ACCORDO MOLTO PERSONALE (4 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora