CAPITOLO 8

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Keira continuava a camminare avanti e indietro per la stanza, cercando di non guardare il bastoncino appoggiato sul tavolino, a qualche passo di distanza.

"Respira, Kia... Non è arrivato ancora il momento," disse Matilda quando Keira si fermò ed esitò.

"Merda! Ma perché ci mette così tanto?" esplose lei.

Non ce la faceva più ad aspettare. Le ultime settimane erano state di uno stress inaudito, con Fabian che l'assillava di telefonate, chiedendole in continuazione se sapeva qualcosa.

L'ultima volta che l'aveva fatto, prima di sbattergli il telefono in faccia, lo aveva mandato a quel paese... Forse, alla fine, aveva capito che non doveva starle addosso così perché erano due giorni che non si faceva vivo.

Quello che la faceva impazzire ancora di più era il fatto che Fabian sembrava preoccupato, che si comportava come se gli importasse qualcosa della gravidanza o di lei. Come se il fatto che lei potesse essere incinta la rendesse la persona più importante nella vita di Fabian. Per cui, lui si sentiva 'in dovere' di chiamarla frequentemente.

Il suo atteggiamento la stava facendo diventare matta.

"Sono passati appena due minuti, Kia," disse Matilda cercando di calmarla. "Non è che se ti metti lì, seduta, a fissarlo, si velocizzano i tempi. Non funziona così."

Keira sprofondò sul divano.

"Okay... Hai ragione, come sempre. Ma, dannazione, quest'attesa mi fa andare fuori di testa. Comunque, me lo sento, Matty. Lo sento dentro di me... Sono incinta. E non dirmi che è tutta suggestione, non venirmi con chissà che spiegazioni di natura psicologica... Ti posso assicurare che non m'immagino i sintomi."

"Forse ti conviene aspettare il risultato del test..."

"Ascoltami, posso fare dieci test di gravidanza... Il risultato sarà lo stesso. Ti dico che sono giorni che mi sento... strana... diversa... Ho i seni gonfi e dolenti e ho la nausea. E poi, mi danno fastidio certi odori, come quello dei cupcake. Ti sembra normale per una che adora fargli? A chi diavolo viene la nausea se sente l'odore di cupcake?"

Matilda sorrise dolcemente, rassicurandola.

"Okay, tesoro... Capisco bene quello che stai dicendo. Però, per adesso, aspettiamo i risultati e poi troveremo insieme una soluzione. Che ne pensi?"

Keira emise un roco brontolio e chiuse gli occhi. Le ultime tre settimane erano state una forma di tortura che non voleva nella maniera più assoluta che si ripetesse. Non faceva che cambiare idea in continuazione. Un giorno pensava che avere un bambino sarebbe stato meraviglioso, quello dopo la sola idea di diventare madre la terrorizzava.

Che dire? Si sentiva ogni giorno una stupida.

Una gravidanza indesiderata alla sua età?

Non era una ragazzina sprovveduta che se ne andava in giro a praticare sesso senza protezione. Assolutamente, no, merda! Era sempre stata così attenta! SEMPRE!

Non si era mai considerata una donna all'antica, però, preferiva avere dei figli all'interno di una relazione stabile. Preferiva avere un bambino con un uomo innamorato veramente di lei e che lei amasse con tutta sé stessa.

"Bene, ci siamo... Puoi guardare adesso."

Keira la fissò e si sentì lo stomaco stringersi così forte da fare fatica a respirare.

"No... Guarda tu, Matty," le disse agitata. "Io non ce la faccio."

Matilda si protese verso di lei e le prese la mano.

UN ACCORDO MOLTO PERSONALE (4 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora