LIZA
L'interno della bottega si presentò ai tre ospiti tetro e opprimente, ammesso e non concesso che fossero i primi visitatori di quel tugurio dopo molto tempo.
Non c'erano finestre e l'aria era appesantita da una moltitudine di odori: fragranze di spezie pepate, un vago accenno di incenso bruciato da pochissimo; il profumo della cartastraccia bagnata che a chiazze ricopriva il pavimento di legno. Il bancone di servizio era celato da fastelli d'erba lasciati a seccare a testa in giù, boccette contenenti liquidi fluorescenti e candele, impilate le une sulle altre. Le quattro mura non erano altrettanto visibili, nascoste da scaffali impolverati in cui era stato stipato quello che a un occhio poco attento sarebbe parso del semplice ciarpame.
Liza inciampò in un'asse sporgente del pavimento e finì per rovesciare una pila di vecchi tomi, una delle più alte che ebbe la sfortuna di capitarle a tiro. Altea si voltò a rimproverarla con gli occhi prima ancora di udire la serie di tonfi, istigata dall'istinto, le pupille ridotte a una punta di uno spillo.
Liza le sorrise nervosa di rimando, malgrado il volto mezzo coperto dalla mantella blu, già in ginocchio con tre volumi stretti al petto per rimediare. Aveva sbattuto la punta dello stivaletto mentre distrattamente scrutava la macabra collezione dell'arcanista tiefling, come due dita di goblin conservate nello spirito di vino o quello che sembrava essere un cervello sezionato in più punti. Accanto alla catasta di recipienti c'erano disposti talismani dalle svariate forme e dimensioni, ma tutti accumunati dalle gemme completamente nere incastonate nei ciondoli principali.
Sid parve volutamente ignorare il piccolo incidente. Si avvicinò al bancone e intrappolò nel pugno la fiammella dell'unica candela accesa. Schioccò le dita e una valanga di minuscoli bagliori, scaturiti da quell'unico seme di fuoco, accesero in successione tutti gli stoppini spenti, facendo trasalire Ragor e Liza dalla sorpresa. Lei non fu in grado di individuare quale delle decine di catalizzatori che indossava avesse utilizzato per duplicare il fuoco.
"Oh, selèl, sta tranquilla, sta tranquilla" si rivolse poi a Liza e con un semplice gesto della mano le portò via i tomi dalle braccia. Ricompose la pila a distanza simulando un arpeggio immaginario con le dita. "Mi annoia da morire fare pulizia e ogni tanto ci inciampo anche io".
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No human has shark teeth
Fantasy«Io che sono nato tra le ombre, ho giurato a Vankane d'insegnarti a sottomettere Far-Shee». * 4821. Elizabeth ha sette anni quando viene tratta in salvo da un isolotto disabitato dell'Arcipelago orientale, unica superstite di una spedizione di profa...