Aegnor e Andreth

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Appena l'elfo uscì mi alzai in piedi; al fondo della stanza scorsi uno specchio.

Mi diressi verso esso e quando mi affacciai rimasi esterrefatta: ero orribile!

Il mio vestito bianco era sporco e logoro per la corsa, i miei capelli castani erano arruffati e in disordine e la mia faccia era peggio: tutta sporca, qua e là si vedevano dei graffi e sulla mia fronte era legata una benda dalla quale s'intravedevano macchioline rosse.

Ritornai dal mio letto e tolsi la benda, la ferita bruciava ancora ma aveva smesso di sanguinare. Notai che appoggiate al capezzale erano stati posti dei vestiti puliti e comodi: una maglia con le maniche lunghe bianca, un corsetto di cuoio, dei pantaloni leggeri neri, una gonna lunga marrone scuro e una cintura anch'essa di cuoio dove infilare eventuali armi.

Mi tolsi il vestito vecchio e mi misi quelli nuovi, mi legai la cintura e ci infilai i pugnali.

Erano pugnali provenienti dal mio regno, che non ricordavo quale fosse, leggermente ricurvi e affilati.

Li osservai per un po' e notai sul manico un'incisione, avvicinai i pugnali agli occhi e guardai meglio.

C'era scritto:

"A Isil con affetto Aegnor & Andreth

Lothlorien"

Ecco da dove provenivo! Lothlorien! Aegnor e Andreth... Probabilmente erano i miei genitori. Guardai fuori dalla piccola finestra sopra il mio letto: il sole era calato e ormai si potevano vedere le stelle. La testa mi pulsava... sarebbe stato inutile cercare qualcosa su di loro, così mi distesi sul letto e mi addormentai.

La mattina delle curatrici mi svegliarono portandomi la colazione e dicendo che la ferita stava guarendo bene. Mangiai tutto ciò che mi era stato offerto e feci un bagno per lavare via il sangue secco dalle piccole ferite. Dopodiché uscii dalla stanza

"Ci sarà una biblioteca qui, vero?" pensai mentre scendevo delle scale senza sapere dove portassero

"Scusatemi! sapete per caso se posso trovare una biblioteca?" Domandai ad un elfo che mi passò accanto.

"Non arrivi da qui vero?" Disse l'elfo sorridendo "No, non ci sono biblioteche. Però ci sono delle pergamene nell'aula delle lezioni, dovete andare dritto per cinque rampe di scale e poi girare a destra, la prima porta."

"Grazie davvero!" Ringraziai l'elfo e iniziai a correre.

Dopo cinque rampe di scale a corsa e un po' di inciampi arrivai alla porta.

La stanza era deserta, c'erano tre scaffali con libri e pergamene, per terra c'era un tappeto con sopra dei cuscini che fungevano da sedia.

Dei libri erano appoggiati a terra, ne presi uno e lessi il titolo: " Le origini degli elfi, volume 1" sfogliai le prime pagine dedicate alla creazione del mondo per mano del dio Eru, chiusi il libro e cercai negli scaffali.

Dopo un'ora circa non avevo trovato praticamente niente sul conto dei miei genitori, non un titolo, non un accenno... niente. Poi vidi un libro con la copertina in oro.

"Leggende della Terra di Mezzo" lo sfogliai e finalmente trovai quello che cercavo:

"AEGNOR & ANDRETH"

Iniziai a leggere

"Aegnor era il terzogenito (o quartogenito) di Finarfin e Earwen.

Egli è noto sopratutto per aver tenuto il Dorthonion come vassallo di Findor durante il lungo assedio di Angband , e per essere perito durante la Battaglia della Fiamma Improvvisa.

Tuttavia egli è anche noto per un racconto, ancora oggi "indecifrato" infatti anche i più saggi non sanno dire ciò che è vero e ciò che è falso all'interno di esso.

La storia narra del suo amore per la Fanciulla Andreth, sorella del nonno di Beren.

Stando a questo racconto, nell'epoca della giovinezza di Andreth i due si innamorarono, ma Aegnor, sapendo che gli elfi non erano soliti sposarsi in tempo di guerra, e presentendo che sarebbe ben presto morto ( prima della sua amata ), preferì abbandonare Andreth, e dopo il loro ultimo incontro presso il lago Aeluin, " in cui vide il riflesso di una stella intrappolata nei suoi capelli ", non tornò mai più da lei.

Andreth si convinse che l' elfo l' avesse abbandonata per un disprezzo nei confronti della sua razza, e per questo sviluppò una grande amarezza nei confronti degli Eldar. Fu infine Finrod, suo caro amico e fratello maggiore di Aegnor, a rivelarle che il guerriero l' amava, e per amor suo non avrebbe mai sposato nessun'altra donna, e non sarebbe mai più tornato dalla morte. I due, quindi, non si sposarono né ebbero mai figli"

Chiusi il libro.

Le lacrime rigavano il mio viso... Mio padre era morto da molto tempo, mia madre probabilmente anche ed io non mi ricordavo niente di loro.

Capii che anche io era abbastanza "vecchia" per un elfo... se mi madre era la sorella del nonno di Beren allora era vissuta molte lune fa.

La leggenda diceva che i due si lasciarono e non ebbero mai figli, ma se invece non fosse così? Se invece ebbero una figlia che tennero nascosta per paura di essere rimproverati?

Era così, loro erano i miei genitori, me lo sentivo. Alla fine della pagina c'era un disegno: Aegnor che teneva nelle mani le redini di un cavallo e sopra di esso era seduta Andreth. Sorridevano, ma nel volto dell'elfo s'intravedeva una certa tristezza.

Notai che c'era una grande somiglianza tra me e la donna ritratta nell'immagine, non avevo dubbi... erano loro i miei genitori.


Narsilion- il canto del sole e della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora