La fine di ogni cosa

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Mi risvegliai alle prime luci dell'alba in un letto che non era il mio e, ripensando alla notte precedente non potei che sorridere. Mi girai verso Legolas osservandolo dormire beatamente, la bocca leggermente aperta, una mano sotto la nuca e l'altra posata sul mio fianco, i capelli che ricadevano morbidi sul suo viso...

Scostai con delicatezza la sua mano e mi alzai dal letto, indossando velocemente i miei vestiti; mi accostai alla porta e prima di uscire guardai che nessuno fosse nei paraggi per poi sgattaiolare fuori dirigendomi verso la mia stanza.

Una volta dentro mi lascia cadere sul letto. La testa mi girava mostruosamente e avvertivo un fastidioso formicolio lungo le braccia. Aprii il comodino in cerca del carbone ricordando che però era finito.

Ancora poche ore ti prego, non puoi mollare ora.

Feci un rapido bagno freddo, dato che non avevo tempo di riscaldare l'acqua, indossai i vestiti per la battaglia e raccolsi i capelli in una coda alta. Mi sedetti sul bordo del letto appoggiando la faccia sulle ginocchia. La mia pelle era sudata e molto pallida ed ero costantemente percossa da brividi: mancava poco, lo sapevo ormai.

Dopo alcuni minuti uscii dalla mia stanza recandomi al punto di ritrovo dove già molti cavalli erano pronti alla partenza, in testa c'era Aragorn nella sua armatura scintillante intento a parlare con Gandalf.

"Non è cortese sgattaiolare via all'alba" sussurrò una voce al mio orecchio, sobbalzai voltandomi e incontrando quegli occhi blu

"Ti pare che sarei potuta restare? Se mi fossi addormentata avrei potuto svegliarmi troppo tardi e mi sarei persa il divertimento" dissi ghignando

"Se la metti così" disse lui sorridendo "Stai tremando" aggiunse poi prendendomi una mano

"Sì... è strano partire sapendo di non ritornare" risposi guardando in basso

"Te l'ho già detto: non ti succederà nulla finché sarò in vita" un'immagine terribile mi sfiorò la mente: il corpo dell'elfo disteso a terra immobile circondato da sangue rosso vivido, gli occhi sbarrati privi della loro luce, il viso deformato in una smorfia di dolore, l'arco spezzato poco più in là. Allontanai subito quell'immagine e scossi la testa

"No! IO non premetterò che ti succeda nulla! Tu oggi non morirai lo giuro sulla mia stessa vita" dissi guardandolo dritto negli occhi. Per un attimo sembrò aprire la bocca per parlare ma poi si limitò a stingermi baciandomi la fronte.

L'uscita dalla città fu... triste. Tutti sapevamo che pochi di noi (se non nessuno) sarebbero tornati, le donne lasciarono cadere dei fiori sulla nostra strada sperando di rivedere i mariti o i figli una volta finito lo scontro. Di certo non rivedranno me. Il viaggio fino ai cancelli fu silenzioso, nessuno osava parlare tutti troppo intenti a pensare a che cosa sarebbe successo. Eravamo in numero sicuramente inferiore ma mi aveva colpito il fatto che molti avessero accettato di sacrificarsi per la propria terra.

Una volta arrivati davanti alle porte la nostra compagina si fermò, Aragorn fece disporre l'esercito nei migliori dei modi e poi ci intimò a proseguire per poter prima parlare almeno con un ambasciatore o una qualsiasi creatura per poter attirare l'attenzione.

Inizialmente nessuno sembrò far caso a noi, anche dopo numerosi squilli di trombe. Poi il Nero cancello si aprì e ne usci una figura completamente vestita di nero, non aveva occhi solo grandi fauci con denti molto sporgenti, decisamente ripugnante.

"C'è qualcuno con cui io possa trattare? Di certo non con questo ramingo che si crede Re!" disse con voce rauca il messaggero

"Parla con me se proprio lo desideri ma mi aspetto più rispetto" rispose avanzando Gandalf

Narsilion- il canto del sole e della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora