La compagnia si scioglie

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|| Isil pov's||

Percorremmo un lungo tratto a sud, dove tutte e due le sponde erano fiancheggiate da boschi. Il fiume scorreva tranquillo e non si sentiva nessun canto d'uccello. Il mio sguardo si spostò su Frodo, il quale dormiva beatamente, per poi passare sugl'altri membri della compagnia. Era incredibile come sembrassero diventati scuri i loro animi una volta usciti da Lothlorien, come biasimarli? Ora eravamo completamente soli e non sapevamo a chi affidarci, o forse solo io non sapevo a chi affidarmi: non potevo parlare con nessuno di come mi sentivo e se ci fossero stati dei problemi a chi mi sarei rivolta? Non sapevo proprio cosa fare...

"Orecchie a punta, tutto bene?" mi domandò Gimli

"Eh? Ah, sì sì benissimo"

"Sembri pensierosa, te ne stai lì zitta, zitta..."

"No sul serio, sto bene. Ho solo un po' di paura per ciò che verrà"

"Credo che tutti ne abbiano" aggiunse

"Già, senza Gandalf è diventato tutto più difficile"

"Ce la faremo... cioè io di sicuro, non garantisco per voi fatine dai capelli lisci"

"Grazie" risposi sorridendo

Quando scese la sera decidemmo di accamparci vicino alla sponde del fiume.

Ci avvolgemmo tutti in calde coperte e dormimmo fino alle prime luci dell'alba.

Appena arrivò il mattino, Aragorn ci svegliò e ci disse di preparaci per la partenza. Tutti ci sentivamo... strani, in un certo senso. Da un lato volevamo arrivare a Rauros, ma dall'altra parte non volevamo affrontare l'ardua decisione sulla strada da prendere poiché sapevamo che la compagnia si sarebbe divisa.

Per risparmiare le forze, ci lasciammo trasportare dalle corrente del fiume.

Nei giorni a seguire, una volta arrivate nelle Terre Brune, diventammo, per qualche ragione, più irrequieti e iniziammo a remare di più per poter lasciare quelle terre avvertendo la presenza di una minaccia senza volto. Ognuno di noi era lontano da quei luoghi con la mente, tutti pensavamo ad altro: cieli stellati, caldi letti, radure di Lothlorien...

Ma quella sera qualcosa andò storto: c'eravamo da poco accampati quando sentii Frodo bisbigliare qualcosa su una creatura che credeva di aver sognato. Capii che parlava di Gollum, la cui mente era stata persuasa dal potere dell'anello, Gandalf mi aveva detto che ci stava seguendo perché l'anello era la sua ossessione facendomi capire che prima o poi si sarebbe fatto vivo.

Decisi di non curarmene troppo e andai a cercare un po' di legna per riscaldarci.

"Frodo, non stare lontano dal fuoco, fa molto freddo" dissi facendo cenno all'hobbit di avvicinarsi, egli si alzò per poi sedersi vicino al focolare.

"Come stai?" domandai guardandolo

"Non posso dire di star bene, la perdita di Gandalf è ancora inconcepibile per me... è come se lo stessi ancora aspettando, come se da un momento all'altro lo vedrò spuntare da un bosco con il suo cappello a punta" disse incupito

"Eri molto legato a lui"

"Fin da quando sono nato. Nella contea veniva sempre a festeggiare il compleanno di mio zio Bilbo e portava con sé tutti i suoi meravigliosi fuochi d'artificio. Raccontava un sacco di storie su avventure passate, specialmente quella di Smaug. Per molto tempo ho desiderato anche io far parte di una di quelle storie, ma ora non sono sicuro di riuscire a portare a termine la mia" in poche parole aveva perfettamente espresso il mio stato d'animo, eravamo così simili, legati da un destino infelice

Narsilion- il canto del sole e della lunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora