Capitolo 12

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12 ottobre 2023

Siamo ancora a letto, sento Taylor che mi sveglia dandomi baci delicati sul viso, io mi nascondo nel cuscino mugugnando qualcosa di incomprensibile.
«Piccolo sveglia su» mi dice ridendo.
Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è questo bellissimo uomo che mi sorride, vorrei svegliarmi così tutti i giorni.

Dopo esserci preparati raggiungiamo i miei per la colazione, Taylor è già lì da loro mentre io sono uscito dopo dalla camera per non dare sospetti, ma credo che i miei l'abbiano già capito.

Dopo aver fatto colazione andiamo tutti quanti nella spiaggia privata, io stendo l'asciugamano mettendomi a pancia in giù, prendo il mio libro e leggo, mentre Taylor si va a fare una nuotata.
Dopo aver letto un po' faccio delle foto al paesaggio, inquadro il mare e nel mentre vedo Taylor uscire dall'acqua, come un modello, statuario e bellissimo, mi incanto a guardarlo, le gocce d'acqua gli illuminano il corpo a contatto con la luce del sole, sembra risplendere. Si avvicina verso di me e mi si butta addosso bagnandomi tutto.
«Taylor che fai! Ho il telefono attento!» gli urlo ridendo e lui scuote i capelli bagnandomi come se fosse un cane, si siede accanto a me.
«Oh mi scusi Altezza non avevo idea che lei avesse paura dell'acqua»
«Sei un cretino, avevo il telefono in mano» lo guardo distraendomi facilmente.
«Lo so orsacchiotto» dice ad un certo punto, poi si gira verso di me per vedere la mia reazione, io faccio una risata imbarazzata.
«Orsacchiotto? Siamo già a questo punto della relazione?» lo guardo ridendo.
«Sto cercando un soprannome da darti» ride con me.
«Mi piace "baby"» mi stendo sul fianco.
«Che ne dici di "babygirl"?» mi imita nelle movenze.
«Perché "girl" semmai "babyboy"» lo correggo.
«Non lo so sui social ti chiamano così e a me piace» cerca di prendermi la mano ma io stringo il pugno.
«Facciamo "baby" e basta che ne dici?» guardo la sua mano poi salgo col lo sguardo per vedere lui.
"Non possiamo farci scoprire."
«Ma certo, baby» mi prende in giro. «Non fai il bagno? L'acqua è stupenda»
"È più bello chi c'era in acqua prima"
«Mmh forse dopo» faccio il vago.
«Che? No no signorino, lo facciamo insieme» si alza di scatto prendendomi in braccio come se fossi un bambino e mi porta fino a riva entrando in acqua.
«No Taylor! Oddio non farmi cadere!» mi aggrappo a lui, neanche me ne accorgo che mi fa fare un tuffo, poi si tuffa anche lui, risalgo cercandolo e appena riappare cerco di affogarlo per lo scherzo di cattivo gusto. Ridiamo come due scemi.
"Voglio troppo baciarlo".

Dopo pranzo facciamo una doccia e ci cambiamo per il pomeriggio, andremo nella Polis di Atene per esplorarla come veri turisti (soprattutto Taylor).
Lui si veste davvero da turista, con canottiera pantaloncini color cachi e cappellino da pescatore abbinato, col suoi famoso paio di occhiali da sole gialli.
«Sei bruttissimo» gli dico dopo minuti che lo fisso, lui mi butta su letto spingendomi e gli rido in faccia.
«Perché tu sei bello?» mi domanda.
«Più bello di te sicuro ciccio» mi alzo facendogli l'occhiolino e mi sistemo i capelli.
«La fama ti ha dato la testa forse? Hai paura di essere riconosciuto?» gli tolgo il cappello.
«Non è per la fama idiota è per il sole che mi viene in testa, mettilo anche tu guarda ne te ho preso uno anche per te» mi da un cappello da pescatore rosa.
«Rosa?» me lo metto.
« "babygirl" » mi fa uno di quei suoi sorrisetti idioti.
«Ti prenderei a cuscinate ora»
«Fatti sotto» si gonfia il petto, io gli metto le braccia al collo baciandolo, era da stamattina che volevo farlo.
«Mi sono mancati i tuoi baci» mi abbraccia.
«Non possiamo dare sospetti davanti a miei, per il momento... ci riesci?» lo imploro, prima o poi lo dirò ai miei, ma non ora.
«Stai tranquillo baby, rispetterò i tuoi tempi» mi sorride dandomi un'altro bacio a stampo.
"Quanto lo amo."

Stiamo visitando Atene come dei turisti, solo che ad ogni negozio di souvenir mia madre e Taylor si fermano sempre per scegliere i regalini da fare.
«Lora hai già preso i souvenir! Andiamo» la rimprovera mio padre già stanco della cosa.
«Tesoro arrivo!» grida mia madre da dentro il negozio.
«Dobbiamo sempre farci riconoscere con vostra madre» dice mio padre a me e mia sorella, noi ce la ridiamo.

"Dear Bambi"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora