Trenta - Ti Parlo Col Cuore.

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Hawke.
Tredici Novembre - 3:07.



Probabilmente Elizabeth voleva parlarmi della notte del mio compleanno. Me lo sentivo sussurrare dal fruscio dei miei capelli scomposti, me lo diceva il cuore che aveva iniziato a battere forte appena avevo letto il messaggio e continuava ancora in quel momento. Per non dimenticare le vampate di calore che mi inducevano ad abbassare i finestrini.
   Volevo tenere la macchina calda per Elizabeth, perché sapevo quanto soffrisse il freddo, ma stavo per morire. Non appena la biondina si sedette accanto a me, e fece un sorrisino timido, tutto si affievolì, ma non scomparve come speravo.
   «Dove andiamo?» Domandò.
   «Dove vuoi» mi voltai verso di lei. «Scegli un posto e ci andiamo.»
La osservai mentre ci pensava. «Andiamo al '92? Mi piacciono i milkshake che fanno lì.»

   Ci sedemmo allo stesso tavolo della prima volta, con le stesse bevande. Attesi che lei mi parlasse di quel bacio, ma non lo fece mai. Forse mi stavo sbagliando io.
   «Beth» presi iniziativa io, «non dovremmo, forse, parlare di...»
I suoi occhi verdi scattarono su di me, e annuì.
   Non ci aveva neanche pensato, erano tutte paranoie nella mia testa. Ovviamente, mi ero fatto venire l'ansia per niente.
   «Cosa ha significato per te?» Chiese, facendo un sorso al milkshake. «Anche se credo di saperlo già, vorrei sentirmelo dire da te.»
   «Beh... ti ho già detto cosa provo per te, quindi... non so, ho pensato che magari tu volessi provarci.» Con mia grande sorpresa annuì.
   «Si, voglio provarci» distolse lo sguardo per qualche secondo.
Voleva provarci davvero.
   Chi ero io, per avere questo privilegio?
   «Per te, cosa ha significato?» La interrogai, senza rendermi veramente conto che me lo aveva appena detto. Scoppiai a ridere «scusa, non me ne sono reso conto.»
Rise anche lei.
   «Comunque, ho detto che voglio provarci, ma...» fece una pausa «non ti assicuro che sarà facile... io non sono facile. Sono molto complicata e credo che tu l'abbia notato.»
   «Non mi interessa. Potresti avere tutti i problemi del mondo e io continuerei a voler stare con te. È quello che voglio. Anche se un giorno tu cambiassi idea, per me non sarà altrettanto. Di questo ne sono certo.»
Dalla sua faccia sentii che doveva dirmi qualcosa che non avrei accettato.
   «Hawke...» sospirò «ci sono alcune persone pessime che hanno fatto parte della mia vita. Non sono mai andate via, e so che torneranno. Perciò, quando succederà, non sarò io a lasciare te, ma il contrario.»
   «Se torneranno, non quando» la corressi, prendendole una mano con la mia. «E poi dai per scontato che, se mai dovessero tornare, io li ascolterei. Non ti lascio, Beth, ti parlo con il cuore in mano» scosse la testa, poco convinta.
   «Chi sono queste persone, comunque?»
   «Nash, il ragazzo che ha ucciso Xenia, e altri che facevano parte del gruppo. Non so se sono ancora uniti, e sinceramente non voglio saperlo.» Comprensibile.
   «Da come mi hai detto, non hanno fatto del male solo e te, giusto?»
   «Fanno del male a chiunque viene reputato da loro "inferiore". I genitori hanno posti di lavoro che altri non possono permettersi, è questo che guardano quelli come Nash. E i miei non ce l'hanno mai avuto quel tipo di vita» disse girando il milkshake con la cannuccia, fissando distrattamente la bevanda. «Perciò, più un ragazzo è viziato e ricco, più viene rispettato. Questa è la loro politica. Los Angeles sa essere davvero malata. Credo che sia stato questo a influenzare le loro menti.»
Parlava in modo così...
   Non riuscivo a descrivere quanto mi facesse impazzire il suo modo di esporsi. E poi la sua voce era qualcosa di davvero dolce e incredibilmente rilassante.
   «A quanti anni hanno iniziato a infastidirti?»
   «Appena entrata alle medie, e per fortuna non eravamo in classe insieme.»
   «E al liceo, invece? Quanto più grande è di te questo Nash?»
   «Al liceo neanche, ma riusciva a trovare il modo di assillarmi a ogni occasione. Mi sembra... mi sembra fosse più grande di quattro o cinque anni, ed è stato bocciato più volte, sia alle medie che al liceo.»
Cazzo, quel ragazzo doveva essere proprio un coglione.
   «Avrei così tante cose da dirti, che non me ne viene in mente neanche una. Ma non voglio farlo adesso, voglio passare del tempo con te in altri modi che non riguardano Nash e il mio passato.»
Le sorrisi. «Allora usiamolo parlando e facendo altro, a partire da adesso.»

Grunge, karma, angel. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora