Capitolo 8 /3 - Lunatico

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L'allenamento iniziò, i ragazzi erano disposti in fila uno dietro l'altro. Dovevano affrontare a turno i due difensori per poi arrivare davanti alla porta e trovare un nuovo nemico: il portiere, Danny. L'obiettivo, ovviamente, era fare Goal. Il Coach fischiò frettolosamente e urlò ''Il prossimo!'' Scott si preparò per l'esercizio e prese la palla con la sua racchetta bianca. ''Stai bene Scott?'' Gli sussurrò Stiles, notando il suo nervosismo. Stiles, essendo minuto, risultava molto buffo con l'enorme casco rosso da Lacrosse che scuriva i suoi occhi grandi e attenti. ''Abbiamo avuto ottime notizie ma mancano sette ore alla luna piena, capito?'' Disse. Scott sembrava non ascoltarlo e poco dopo il coach urlò ''VAI!'' così lui scattò in avanti. Si preparò ad affrontare i due difensori, ma questi lo bloccarono subito in malo modo. Jackson era ancora in fila e sorrise con gusto nel vedere la caduta di Scott. Il coach invece si lasciò sprofondare in una delle sue risate esaltate. Poi lo raggiunse, con il sorriso stampato sul volto. Aveva una maglia rosso mattone con su scritto ''Coach''. ''Qualcuno non è contento del nuovo capitano!'' Disse sarcasticamente. Poi riguardò i ragazzi e fischiò, ''A chi tocca? Forza!'' Il turno era di Stiles. Scott si rialzò, in silenzio. Un silenzio colmo di rabbia, di collera.

''Problemi Bilinski?'' Chiese il coach notando l'espressione spaventata di Stiles.

''Che cosa? No..'' Mentì.

''Allora dai, ragazzo!''

Stiles si preparò a partire ma Scott lo bloccò con la mazza. ''Sì, così McCall! Questo è lo spirito! FORZA!'' Urlò il coach. Scott voleva riprovarci. Ma non da umano. I suoi occhi si colorarono di giallo rimanendo nascosti dall'ombra del casco. La sua vista migliorò notevolmente come i suoi riflessi. Guardò i due difensori con più cattiveria, senza pietà. Il coach fischiò e lui iniziò a correre. Buttò a terra entrambi i due ragazzi, poi si precipitò davanti alla porta. Diede un pugno in faccia a Danny, il portiere, e poi lanciò la palla in rete. Danny rimase a terra, con il sangue dal naso che gli colava lungo il viso. Tutti corsero verso di lui, per soccorrerlo. Stiles, invece, raggiunse Scott, e quest'ultimo si tolse il casco.

''Ehi che cavolo fai?'' Chiese, allargando le braccia.

''E' due volte più grosso di me.''

''Tutti adorano Danny! E ora tutti odieranno te!''

''Non mi interessa.'' Rispose Scott.

Lydia scese in campo e raggiunse Jackson.

''Sta bene?'' Chiese.

''Sì, solo un po' di sangue dal naso.'' Rispose freddamente, guardandola. Notò che Lydia era sporca di rossetto sopra la bocca.

''Che c'è?'' gli chiese, notando il suo sguardo sospettoso.

''Il rossetto.'' Rispose Jackson, sospettoso.

Lydia cercò nella borsa lo specchietto, poi si guardò e finse di non saperne nulla.

''Oh! Chissà come mai.''

''Sì.. Chissà.''

Stiles rimase pietrificato. Li aveva ascoltati. E aveva capito ciò che era successo tra Lydia e Scott.



A casa Argent, zia Kate era occupata a d allenare Allison. Quest'ultima aveva in mano una pistola elettrica puntata contro la faccia amichevole di un orsetto di peluche.

''Allora, non puoi dire niente a tuo padre.'' Disse Kate, sorridendo. ''Perchè mi ucciderebbe.''

Allison annuì.

''Bene.. E qual è il nome della nostra vittima?'' Chiese Kate con voce maliziosa.

''Mr. Peluche.'' Il puntino rosso del laser mirava il collo dell'orsetto.

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