Isabella si avvicina con uno sguardo comprensivo, io ho finalmente il mio Manhattan tra le mani.
"Smettila di bere così velocemente" mi dice lei sedendosi accanto a me.
"Ne ho bisogno" mando giù un sorso.
"Vuoi parlarne?"
La guardo sorridendo, forse questa ragazza è l'unica normale tra tutte.
"In verità no, ma forse mi servirebbe"
"Andiamo" mi fa un sorriso dolce e mi tende la mano.
Mando giù l'ultimo sorso, afferro la sua mano e andiamo verso l'uscita.Cerchiamo di farci spazio tra le persone, sento mille occhi su di me, tutti mi guardano ma io non guardo nessuno.
Arriviamo finalmente fuori, faccio qualche passo prendendo un bel respiro profondo, incrocio le braccia al petto.
L'aria fresca della sera mi fa venire qualche brivido, mi stringo e torno a guardare Isabella.
"Non lo so" dico.
"Cosa Camila?"
"Lui è" mi blocco cercando le parole giuste.
"Lui è un mistero, mi sorride, mi tratta bene, perché lo fa?" Sbuffo.
"Non è lui che è un mistero, sei tu che non riesci a capirti" mi dice.
"Certo che riesco a capirmi! L'unica cosa che non riesco a capire è il perché mi batte così forte il cuore se lui mi è vicino"
Isabella sospira, si avvicina e mi accarezza il viso con premura, questa ragazza è un angelo sceso sulla terra per me.
" è difficile capire quando inizi a provare qualcosa per qualcuno, soprattutto se hai passato delle cose brutte"Mi viene da piangere ma mi trattengo, non riesco a credere al fatto che Abel mi possa piacere, non ci voglio credere perché se iniziassi a farlo, sarebbe la mia fine.
Non voglio soffrire."Non vorrei provarle" sento gli occhi pizzicarmi
"Non puoi farci nulla, non puoi comandare i tuoi sentimenti"
È esattamente quello che ho fatto fin ora, vorrei dirle.
Ma anche se Isabella è tanto carina e gentile, non voglio aprirmi così tanto.
"Quando mi sono allontanata da lui e ho visto i suoi occhi tristi, mi sono sentita come se mi avessero dato un pugno al petto" dico, potrei avere una crisi da un momento all'altro.Mi sono detta che dovevo combattere contro i mostri che mi porto dentro, ma è così difficile farlo.
"Voglio tornare a casa" le volto le spalle iniziando a camminare.
"Da sola? A piedi?"
"Si"
"Non puoi, vieni ti accompagno"
Mi giro verso di lei.
"Grazie ma non ce n'è bisogno"
"Ti prometto che non dirò una singola parola"
Sospiro esausta.
"Va bene"
Io e Isabella ci dirigiamo verso la sua macchina, o meglio, verso una delle macchine che la troupe ci mette a disposizione.
Rimaniamo in completo silenzio per tutto il viaggio verso l'hotel, arrivate poi la ringrazio e ritorno nella mia stanza.Ero così felice che Abel avesse deciso di andare con me alla festa, ero così felice quando sfrecciavamo via per le strade di Manchester, ero così felice eppure ho rovinato tutto.
Nei giorni a seguire evito qualche tipo di contatto con chiunque, avevo bisogno ancora di stare da sola.
Isabella, Cecilia e Clara hanno provato più volte a parlarmi, a stare con me, ma io non volevo.E così i giorni sono trascorsi velocemente, mi sono isolata anche sul jet privato, destinazione Horsens, Danimarca.
Concerto Horsens, arena Nordstern
Siamo in Danimarca, mi sono già preparata per le prove e sto camminando verso l'arena.
Questi giorni di solitudine mi sono serviti, ho pensato che forse dovrei concentrarmi meno sulla mia ansia, dovrei avere più attenzione invece verso i miei sentimenti, e questa è una cosa che non faccio da troppo tempo.
Imparerai pian piano Camila, mi sono detta.
Perché se non credo prima io in me stessa nessuno lo farà per me.
Nessuno può leggermi dentro meglio di me stessa.
E ho cercato di fare questo, negli ultimi due giorni, ho cercato di leggermi dentro e capire che le parole di Michelle sono vere.Abel mi piace.
Per questo mi batte il cuore quando mi è vicino, no?
Per questo ora desidero così tanto che mi parli, no?Entro nell'arena e vado verso gli spogliatoi, dentro poso in un angolo il mio borsone e inizio a fare un po' di riscaldamento.
Vorrei andare da lui, ma ho paura che mi mandi a fanculo.Finisco il riscaldamento e corro sul palco, nello spogliatoio non c'era nessuna delle ragazze quindi suppongo che siano già tutte in posizione.
Arrivo, passo davanti ad Abel che è impegnato ad aggiustare il microfono, non mi nota nemmeno.
Mi posiziono, Amir dà l'okay e la musica parte.
Inizio a ballare ma i miei occhi cercano sempre lui, lo guardo ogni volta che posso.
Balliamo intorno all'enorme statuta placcata in argento, ma io guardo lui, mentre canta e si muove.
Mi piacciono le sue mosse, sono strane ma fighe nel contesto.Finite le prove torno nello spogliatoio, mi cambio velocemente i vestiti , metto il borsone in spalla ed esco.
Attraverso un piccolo corridoio per andare verso l'uscita, vedo Abel da lontano che sta per entrare nel suo camerino.
"Abel!" Cammino velocemente verso di lui.
Abel mi guarda, per la prima volta oggi, non sembra felice.
Si ferma davanti la porta con la mano a mezz'aria.
"Ciao" mi saluta.La sua freddezza mi provoca una fitta allo stomaco.
"Come stai?" Mi fermo proprio davanti a lui.
"Certo che sei proprio una lunatica di merda" si passa una mano sulla faccia.
Non capisco se offendermi oppure no.
"Mi dispiace" dico nel dubbio, ma mi dispiace davvero.
Abel forse non avrebbe mai pensato che dalla mia bocca potessero uscire certe parole, in effetti rimane per un attimo senza in silenzio.
"Ho rovinato tutto" continuo
"Cosa pensi di aver rovinato?" I suoi occhi sono spenti, non c'è un briciolo di emozione.
"Era un bel momento"
"Non importa"
Fa per entrare nel camerino aprendo la porta, lo fermo appoggiando la mia mano sul suo braccio.
Si gira a guardarmi e finalmente noto una luce singolare nei suoi occhi, avevo timore di non vederla più, vedere i suoi occhi tristi e spenti non mi piace."Andiamo a cena insieme? Per farmi perdonare" gli sorrido timorosa.
Abel sospira, guarda la mia mano ancora poggiata sul suo braccio, vorrei tanto stringere la presa ma non posso, non so nemmeno perché vorrei farlo.
Forse perché ho paura che mi scappi via, porca puttana questa sensazione è orribile!
La cosa che più mi spaventa è che tutto questo non l'ho mai sentito con Noah.
Michelle lo chiama interesse, io lo chiamerei incubo.
Questa tachicardia che mi assale ogni volta che i miei occhi incontrano i suoi non la sopporto, il fatto che vederlo stare male mi fa male non lo sopporto, il fatto che mi vengano i brividi, che ho sempre voglia di parlargli, niente , non sopporto niente di tutto questo.
"Va bene, ma scelgo io il posto. Tu non devi fare nulla" mi dice, entra subito dentro chiudendosi la porta alle spalle, ma non mi importa.
Sono troppo impegnata a cercare di non farmi esplodere il cuore.Sorrido come una stupida da sola mentre corro verso l'hotel per andare subito a prepararmi.
Non credo sia un appuntamento, ma qualunque cosa sia, non credo di essere mai stata così felice di uscire con qualcuno.
Credevo di non riuscire a provare più di quello che avevo provato con Noah, ma mi sbagliavo.
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Fake Heartless~ The weeknd/ Abel Tesfaye~
FanfictionCamila Turner ha avuto momenti migliori nella sua vita, per colpa delle cose che le sono successe è diventata apatica alla vita, insegue un sogno da tutta la vita: ballare su un palco davanti a milioni di persone ed è proprio per questo che una dell...