Camila pov
Sono nella mia sala da ballo a provare la mia coreografia da ore ormai, anche se so ogni passo a memoria continuo ad allenarmi per tenermi pronta, forse troppo.
Forse è solo perché non voglio pensare a tutto quello che mi è successo, stare così su e poi cadere così velocemente da un momento all'altro.La musica finisce, il mio corpo si arresta e mi accascio a terra , sono stanca, sudata e presa male.
Fisso il soffitto sdraiata sul parquet, ho bisogno di un bel bagno , si forse è meglio smettere di provare per oggi.
Oggi avrei dovuto salire ancora su quel palco per il leg 3 , e invece sono qui nella mia sala prove a distruggermi.
Chissà lui come sta, cosa pensa, se è già salito sul palco a prendersi l'amore che la gente ha per lui.
Mi rimetto seduta e mi riprendo ancora un po' dal fiatone quando sento il mio telefono squillare.
Credevo di aver messo il silenzioso, mi alzo e vado verso il tavolino dove l'avevo poggiato.
Lo afferro e guardo il nome sullo schermo.
Le gambe mi tremano e ormai non capisco se è per l'allenamento lungo oppure per il suo nome che illumina il display del mio cellulare.
Come fosse un gesto involontario, che non riesco a comandare, premo il tastino verde , sono in totale stato di trance, non mi passa alcun pensiero per la mente, il mio corpo si muove da solo senza che io possa fare altro.Appoggio il telefono all'orecchio in attesa di sentire la sua voce, ma c'è solo silenzio ed io inizio a sentire un buco in petto.
"Camila" il suo tono di voce è basso, il mio nome lo sento a stento e d'istinto stingo il mio telefono ancora di più nella mano.
Non dico niente, le parole mi muoiono in gola, inoltre non saprei nemmeno cosa dire, non so nemmeno perché mi ha chiamata.
Il vuoto al petto sta iniziando a tramutarsi in rabbia, il mio orgoglio mi chiede perché cazzo ho premuto quel tastino verde di merda.
E onestamente, non so darmi una risposta."Camila, mi ascolti?" Questa volta sembra più deciso il suo tono di voce, sento il cuore a mille, ma continuo a non rispondere.
"Non riesco a salire su quel cazzo di palco se tu non ci sei, tu sei la mia ballerina, quella che spicca di più... io, io... ascolta mi dispiace, non doveva andare così, sono uno stronzo lo so, ma lascia che..."
"Non ho bisogno delle tue scuse, non ho bisogno delle tue paroline da ingannatore quale sei, Abel ho capito perfettamente chi sei e non voglio avere più niente a che fare con te, lasciami in pace" il mio orgoglio prevale e le uniche parole che riesco a sputare fuori sono queste, ma infondo, anche io vorrei essere su quel palco, a ballare sulla sua musica.Non devo darmi colpe, non ne ho, lui mi ha presa in giro, mi ha fatto credere di potermi fidare, di potermi mettere di nuovo in gioco e a nudo per un'altra persona.
Tutto sbagliato.Lo sento sospirare dall'altro capo del telefono e mi sale una tristezza infinita a pensare a come sta ora.
Ma perché dovrebbe dispiacermi se questo l'ha voluto lui?
"Mi credi un ingannatore? È quello che sono stato per gran parte della mia vita. Non mi conosci Camila, non sai cosa ho fatto per essere la persona che sono oggi, e la persona che sono oggi crede fermamente di volere te non solo su quel palco"
Queste parole sono come un macigno sul mio cuore.
"Potevi pensarci prima, quante volte dopo aver scopato me sei andato a scopare anche lei? Quante Abel dimmi? Quante cazzo di volte sei andato da lei mentre io credevo che tu fossi solo mio e che quello che si stava creando era un qualcosa di speciale?" Urlo quasi, mi gira la testa e mi accascio sulla sedia accanto alla scrivania.
"Mai, non sono mai andato a scopare con lei. La vedevo ma non per quello che pensi tu"
"Non ti credo" una lacrima mi riga il viso, scotta come la sensazione di essermi fidata ancora e aver ancora avuto la conferma che è meglio starsene da soli.
Mi sento ridicola perché era solo un inizio e io ci sto così male, perché ci sto così?
Perché non posso semplicemente andare avanti e guardare altrove come farebbe ogni persona normale?Mi aggrappo a questo cazzo di telefono come se conoscessi davvero questa persona, come se avessimo passato una vita insieme, come se ci fossimo amati all'impazzata, come se mi fosse mai appartenuto.
Invece non c'è stato nulla di tutto questo, eravamo solo ad un inizio, un inizio in cui ho creduto da sola, in cui mi sono illusa che potesse davvero funzionare con un'altra persona che non fosse Noah.
Avrei dovuto imparare la lezione una volta per tutte dopo di lui, e mi viene da fare un sorriso amaro pensando che adesso sono ancorata a questo cazzo di telefono aspettando di ascoltare ancora la sua voce.
"Dammi una possibilità" lo sento sussurrare.
"Posso dimostrarti che voglio te Camila? Non riesco a toglierti dalla mia cazzo di testa!"
"Hai perso in partenza"
Sposto il telefono dall'orecchio e stacco la chiamata in fretta e furia, ho il respiro irregolare e il mio petto va su e giù troppo velocemente.Continuo a ripetermi che sono una stupida, da quando ero solo una bambina l'umanità che mi circonda mi ha dimostrato di non potermi fidare di nessuno, quindi perché continuo a fare lo stesso errore?
Cosa sto sbagliando?
Cosa sto facendo della mia vita se non vivermela in totale apatia?
Mi spaventa tutto, l'unica cosa in cui riesco a mettermi in gioco è il ballo.
La mia unica certezza.Eppure sento una strana sensazione, mentre continuo a fissare il display nero del telefono sulle mie gambe appiccicose, una sensazione che non so spiegarmi, e che mi fa venire un solo pensiero in mente.
Perché sento che il mio cuore gli appartiene?
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Fake Heartless~ The weeknd/ Abel Tesfaye~
Fiksi PenggemarCamila Turner ha avuto momenti migliori nella sua vita, per colpa delle cose che le sono successe è diventata apatica alla vita, insegue un sogno da tutta la vita: ballare su un palco davanti a milioni di persone ed è proprio per questo che una dell...