Capitolo 17

83 4 0
                                    

Michelle corre verso di me dopo aver fatto uscire Abel e aver chiuso la porta.
Mi porge il telefono e mi guarda preoccupata perché sa che in questi momenti la mia testa è una macchina che sforna pensieri senza fine.
Afferro il telefono con la mano che mi trema, sto per sentire la sua voce.
Ricordo la sua voce quando eravamo solo dei ragazzini, ma adesso...adesso sarà cambiata, sarà la voce di un uomo.
"P-pronto" mi trema la voce dal pianto ma sto cercando di trattenermi il più possibile per non farlo sentire a lui.
"Camila" la sua voce mi arriva forte e chiaro all'orecchio, sento i brividi per la schiena e improvvisamente mi avvolge un vento gelido.
La sua voce è cresciuta, non lo riconosco e il mio nome che esce dalle due labbra è così strano, è strano sentirlo di nuovo dopo così tanto tempo, dopo che mai avrei pensato di sentirlo ancora.
"Noah" rispondo in modo più naturale possibile.
"Possiamo vederci?" Mi chiede e il mio cuore perde un battito per poi battere veloce e forte.
Guardo Michelle negli occhi e anche lei li ha pieni di lacrime, lo so che le fa male vedermi così.

"Si, si certo" gli rispondo e accarezzo il viso di Michelle mentre una lacrima mi riga il viso.
"Ci vediamo nel nostro posto" mi dice ma non mi lascia neanche il tempo di ribattere perché stacca la chiamata.
Il nostro posto, il Gloria Molina Grand Park.
Ci andavamo sempre e ci stendevamo sull'erba a mangiare pop-corn e parlare dei nostri sogni.
Il mio non era di certo perderlo.

Michelle mi abbraccia più forte che può e io mi lascio andare nelle sue braccia sfogandomi e cacciando tutte le lacrime che avevo dentro.

Prende il telefono e me lo gira facendomi vedere un messaggio di Noah.
<ci vediamo domani al solito posto per le 12:00> io annuisco e mi preparo psicologicamente per l'indomani.

Flashback
"Noah, tu cosa vorresti fare da grande?" Gli chiedo mentre mi perdo a guardare le stelline luccicanti attaccate al soffitto della sua camera.
"Io voglio fare il poliziotto, e tu invece?" Mi accarezza i capelli.
"La ballerina" gli rispondo.
Mi stampa un bacio sulla fronte.
"Vorrei che tu fossi la mia ragazza Cam" si gira verso di me e mi guarda.
Mi giro anch'io verso di lui e gli sorrido.
"Anch'io lo vorrei"
Noah si avvicina e mi stampa un bacio delicato sulle labbra, il suo viso è perfetto , i suoi capelli sono cresciuti più del solito, ha detto che li vorrebbe più lunghi.
Le sue labbra sono schiuse in un sorriso genuino che mi mette una pace interiore.
Io e Noah abbiamo solo 13 e 14 anni ma sono sicura che staremo per sempre insieme, non ci lasceremo mai per niente al mondo soprattutto ora che mi ha detto che vuole essere il mio ragazzo.
Cresceremo insieme e invecchieremo insieme, io e Noah.
"Per me sei tutte le stelle dell'universo" mi dice stringendomi.
Mi sento così felice che vorrei poter fermare quest'attimo per sempre.
"Tu sei la mia luce"

I let you down, I led you on
I never thought I'd be here without you
Don't let me drown inside your arms
Bad thoughts inside my mind
When the darkness comes, you're my light, baby
My light, baby, my light when it's dark, yeah
I'm too high, baby, too high, baby
'Cause I know right now, that I lost it (hey)
It's way too late to save our souls, baby (oh, oh, yeah)
It's way too late, we're on our own (baby, on my own)
I made mistakes, I did you wrong, baby (oh, oh, yeah)
It's way too late to save my

Il giorno dopo parto presto, arrivo al Gloria Molina Grand Park mezz'ora prima dell'appuntamento.
Tiro un gran sospiro e mi siedo su una panchina.
Sta notte non ho chiuso occhio , lo stomaco mi faceva troppo male e la testa faceva troppo rumore con i pensieri e i ricordi.
Soprattutto i ricordi.
Non so spiegare quanto sono felice di poterlo rivedere, di potergli parlare, di poter spiegare la mia versione dopo 12 anni.

Mi dà un senso di pace e gioia poterlo rivedere, il pensiero di stare anche solo per chiarirci con lui mi mette di buon umore.
Anche se forse dalla mia faccia non si direbbe, perché allo stesso tempo sono nervosa al massimo.
Nemmeno alla mia prima gara lo ero così tanto.
Prendo le mie cuffie dalla borsa e le infilo per ammazzare il tempo, riproduco Faith di The weeknd e mi perdo nella sua voce,nelle parole che dice e nel paesaggio davanti ai miei occhi.

Oggi è un giorno grigio, il tempo non è dei migliori quindi spero che Noah arrivi presto.
Quando eravamo ragazzi mai avremmo pensato di separarci, non l'abbiamo mai fatto, ci sentivamo tutti i giorni se non avevamo la possibilità di vederci.
Ci siamo conosciuti tramite dei miei amici che lo conoscevano, eravamo tutti di New York, poi lui è andato via per il lavoro di suo padre ma abbiamo fatto sempre di tutto pur di vederci.
Quando abbiamo litigato e lui non mi ha più parlato ho pensato che il metterci insieme fosse stato un grosso sbaglio, pensavo che se avessi potuto tornare indietro quel pomeriggio a casa sua gli avrei detto di no.
Ad oggi mi sono rassegnata al fatto che forse doveva andare così, anche se avremmo potuto parlare molto molto tempo fa per chiarire questa questione.
Gli ho fatto male e lo so, ma meritavo di spiegare, meritavamo una seconda possibilità.

Guardo l'orario sul cellulare e sono le 12:10, spero solo che non mi faccia aspettare tanto perché ho iniziato a torturarmi le mani e sento un vuoto nello stomaco.

Il tempo passa, 12:20, 12:30, 12:40 e arrivano le 13:00, aspetto ancora e ancora e ancora, nella speranza che arrivi ma ormai sono le 16:00 e ha iniziato a piovere da mezz'ora, sono rimasta sola qui e le lacrime mi rigano il viso già da ore.

Fake Heartless~ The weeknd/ Abel Tesfaye~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora