Capitolo 2

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"Sei qui e non hai nemmeno un po' d'ansia?" Continua a ridacchiare.
"Nemmeno un po' " gli rispondo guardandolo dritto negli occhi.
Occhi neri come la pece, profondi e ammalianti, perfetti sulla sua pelle scura e le sue labbra carnose.
Un piacere per gli occhi, ma non per i miei nervi.
Il fatto che stia ridendo e che mi stia sfidando senza nemmeno conoscermi mi urta, non so chi si crede di essere ma di sicuro con me non attacca.

"E perché?" Si avvicina lentamente, da vero incantatore devo dire.
"Perché sono sicura di me" gli rispondo con un sorriso cercando di farlo sembrare il meno tirato possibile.
"Mh, mi piace" quasi sussurra.
"dai pure a me le tue cose Camila" mi dice Amir facendomi distogliere lo sguardo dal famoso cantante.
Amir prende le mie cose ed esce dalla stanza.
"Non ti sei presentata" mi dice poi camminando verso un divanetto grigio posizionato proprio accanto ad una finestra dando spazio ad un bellissimo panorama.
"Presumo che tu già sappia chi sono" rispondo rimanendo al mio posto.
"Sei così sicura di te che rimani lì impalata senza avvicinarti?" ridacchia ancora un po'.
"Rispondi sempre ad una domanda con un'altra domanda?"
"Non l'hai appena fatto anche tu?"

Quasi mi viene da sbuffare ma devo contenermi, mi avvicino lentamente e mi siedo accanto a lui.
È vestito tutto di nero, t-shirt nera, pantalone di pelle nero e una giacca di pelle lunga fino al ginocchio.
È seduto comodamente con le gambe accavallate e le braccia sullo schienale del divanetto.
"Allora mi presento io, sono Abel Tesfaye, sempre se già non mi conosci" sorride.
"Credevo che The weekend fosse il tuo nome"
Aggrotta le sopracciglia in un modo buffo e finalmente smette di sorridere, sono riuscita a togliergli quel sorrisetto fastidioso dalle labbra.
Amir fa ritorno in stanza, Abel si alza e fa battere le mani.
"Allora, vogliamo andare in sala a vedere quella meraviglia ballare?"
Il complimento mi spiazza ma non lo lascio vedere nella speranza che le mie guance non si siano già colorite di rosso.
"Certo, sei pronta?" Mi chiede Amir gentilmente.
"Si" gli rispondo con un sorriso, mi alzo e li seguo.

Arriviamo nella stanza accanto, una sala ampia piena di specchi interamente dipinta di bianco, al lato destro c'è una sbarra e dove non ci sono gli specchi ci sono dei piccoli quadretti colorati, mentre invece a sinistra accanto a me c'è una piccola scrivania con un computer e una cassa collegata.

"Hai la chiavetta USB?" Mi chiede Amir mentre Abel si siede comodamente.
"Si" la infilo nel computer accanto a me.
Mi metto in posizione al centro della stanza sotto gli occhi attenti di Abel.
Amir preme il dito sul pulsante e la musica parte.
Liberian girl di Michael Jackson mi invade e mi trasporta, mi lascio andare completamente facendo la mia coreografia.

Mi prendo tutto lo spazio arrivando davanti ad Amir e Abel.
Vado a terra inginocchiandomi e gattonando, questa è la coreografia, guardo negli occhi Abel e anche lui lo fa, non riesce a staccare lo sguardo.
Nei suoi occhi leggo che è divertito e forse anche stupito, mi rialzo e finisco la mia coreografia.

Parte subito un applauso da Amir poi seguito da quello di Abel, io sorrido e riprendo fiato.
"Sei bravissima" mi dice Amir.
"Grazie" faccio un piccolo inchino.
"Si concordo" dice invece il cantante, anche se non sembra molto soddisfatto.
"Balla ancora" dice.
"Cosa?" Chiede Amir.
"Balla ancora" ripete questa volta più sicuro.

Seguo il suo sguardo che scivola per tutto il mio corpo, sento le guance andarmi a fuoco e mi giro subito di spalle per andare verso il computer, cerco nelle canzoni salvate sulla mia chiavetta e trovo una samba brasiliana. 
"Puoi farla partire tu?" Domando guardando Amir, lui annuisce alzandosi e mettendosi vicino al computer, io mi prendo la posizione e gli dò l'okay.

La canzone parte ed io inizio a muovermi lentamente facendo una batucada aumentando sempre di più la velocità con la canzone.
La mia insegnante mi diceva sempre che avevo un senso del ritmo molto sviluppato e il potere di saper improvvisare perfettamente.
Era una cosa unica, le altre ragazze non riuscivano bene a farlo e infatti mi sono ritrovata da sola, alcune persone mi hanno presa in giro, dicendomi che ero troppo quando ballavo.
Una volta pensavo che il troppo andasse bene, poi ho capito guardando altre persone alle gare di ballo che non era così.
Il troppo non ti esalta anzi ti fa sembrare più impacciata,  ma è solo un mio parere.

La danza mi ha portato tanto, ma mi ha tolto anche tanto altro.
Ma la amo, in tutte le sue sfaccettature.

Finisco il ballo con molto più affanno di prima e guardo Amir e Abel.
Abel si alza e viene verso di me.
"Ottima scelta di canzone prima, sei brava e starai perfettamente sul mio palco" mi dice, mi guarda negli occhi così intensamente che forse mi tremano le gambe, poi si gira e va via.

Fake Heartless~ The weeknd/ Abel Tesfaye~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora