Capitolo 6

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Non so per quanto ho dormito ma mi sono svegliata quando Frederik è entrato nella stanza e si è steso nel letto. Da allora non sono più riuscita a dormire, il freddo non è la principale causa, nel profondo del cuore ho paura che possa rifarlo. Sono tesa come una corda della chitarra e spero che Frederik non se ne accorga. Sono una pallina di carne da così tanto che più mi stringo in me stessa più sento freddo. Mi abituerò mai a questo freddo? Non mi sento più le dita dei piedi e anche le mani si stanno congelando.

 Frederik si avvicina a me e io mi allontano. Si avvicina lentamente come un predatore che aspetta il momento giusto per attaccare.

 Ancora un po' e cado dal letto, potrei andare a dormire sul divano e nulla cambierebbe. Freddo ho e freddo avrò. Faccio per alzarmi quando Frederik mi prende per un braccio e mi tira indietro. Istintivamente inizio a combatterlo, il ricordo è lì e si mescola con la realtà. Mi preme contro il suo petto e mi blocca le braccia contro il mio di petto. Provo a tirargli calci ma mi blocca le gambe con le sue, che sono il doppio.

-shh...non ti agitare, non ti voglio fare male- cerca di calmarmi a parole.

-non ti agitare tu cazzo. Lasciami!-

Continuo a dimenarmi e provo a tirargli testate dato che la testa è l'unica parte del corpo libera, ma scopro che è del tutto inutile perché non fa assolutamente niente per impedirmelo.

-ti sei calmata?-

-vaffanculo stronzo-

Stavolta gli mordo il braccio destro, che si trova sotto il mio collo. Mordo più forte che posso e la sua mano sinistra cerca di staccarmi tirandola testa all'indietro. Alla fine riesce a staccarmi dal suo braccio, ma questo gli avrà fatto male di sicuro. Sorrido notando che l'ho fatto sanguinare e il sapore del suo sangue non è male.

-non dovevi mordermi-

-e perché no?-

-perché ti sei messa in una posizione peggiore-

-ah perché esiste una situazione peggiore di così? Scusa non lo sapevo, colpa mia-

Il suo apparato genitale preme contro la mia schiena. Sbaglio o sembra più duro di prima?

-finora sono stato gentile con te. Questo lo lascio correre, la prossima avrai delle brutte conseguenze da pagare-

-sei stato super gentile a violentarmi e a rompermi la testa sul tavolo, molte grazie.-

-non ti ho rotto la testa sul tavolo, l'ho semplicemente sbattuta e questo perché tu non mi hai obbedito. Se avresti mangiato la ciocc...-

-non mi piace la cioccolata- lo interrompo.

-non ti piace la cioccolata?- ripete lui sbalordito.

-esatto-

-e non potevi dirlo? Ti avrei preparato qualcos'altro-

-ah si giusto perché ora devo dirti quello che mi piace e quello che non mi piace come se dovessimo conoscerci o vivere insieme? Io non voglio tutto questo e non lascerò che governi la mia vita-

-stavi morendo di freddo perché non hai voluto ascoltarmi riguardo i vestiti pesanti, io non soffro il freddo per cui non c'è legna e non ci sono vestiti pesanti. E che ti piaccia o no ormai sei qui e dovrai fare quello che ti dico e vivere come ti dico-

-scordatelo, forse nei tuoi sogni accadrà una cosa simile-

-tu e la tua testardaggine. Ti piace proprio tanto renderti la vita un inferno-

-sei tu che mi stai rendendo la vita un infermo, stronzo. Lasciami andare subito!-

-non ti sei accorta che hai smesso di tremare?-

Cosa? Non sto tremando e non sento freddo. Tutto il mio corpo si sta scaldando. Sarà perché sono a contatto con il corpo caldo di Frederik?

-non c'entra nulla. Lasciami-

-cos'altro non ti piace?- Frederik cerca di fare conversazione.

-tu- rispondo senza pensarci.

-non mi conosci nemmeno- dice con il tono della voce basso.

Sembra ferito e stavo per consolarlo quando mi viene in mente che lui sta cercando di manipolarmi. Con il gioco del bastone e della carota, ma non funzionerà.

-quello che ho visto mi basta per capire che persona sei-

-e che persona sono?- 

-tu come ti vedi?- domando invece che rispondere.

-forte, bello, un leader nato e buono-

All'ultima parola scoppio a ridere. Sul serio si descriverebbe con buono?

-perché ridi?-

-perché- non riesco a smettere di ridere -tu buono non sei-

-dammi una possibilità per mostrartelo-

Mi arrendo, mi arrendo alla sua presa e smetto di combatterlo. Lascio che il suo calore mi riscaldi e che le sue braccia mi tengano strette a lui.

-una possibilità eh? L'avresti ottenuta se l'avessi chiesta prima. Ora è tardi-

-non è mai troppo tardi- 

Frederik mi fa voltare finendo con la schiena sul materasso e lui sopra di me. Il peso del suo corpo è sul gomito destro mentre la sua mano sinistra mi tiene i polsi bloccati. Il suo volto è dannatamente vicino al mio e ammetto che bello non è la parola giusta per lui. E' bellissimo, i capelli corti mettono in mostra i suoi occhi scuri come una notte nuvolosa, infatti sembra ci siano delle sfumature di diversi colori. 

-è tardi, mi hai rapita, picchiata e stuprata. Dimmi come può non essere tardi?-

-Se non ti avessi presa non avresti voluto venire e il resto sei tu che l'hai scelto-

-finiamo sempre qua. Io che dico una cosa e tu l'altra. TU hai scelto di farmi del male e devi prenderti le tue responsabilità. E non puoi sapere, forse ti avrei detto di si-

Apre la bocca per parlare ma non esce nulla. E poi come la magia di Cenerentola dello scoccare della mezzanotte cambia atteggiamento. Torna a essere freddo e distaccato. Torna a stendersi sul letto e mi stringe più forte a lui. 

-dormi che è tardi-

-non mi dici cosa fare-

-va bene-

Provo a liberarmi ma tutto è inutile, è come se fossi bloccata in una botte di ferro. La stanchezza si fa sentire e non riesco a tenere gli occhi aperti. Le palpebre si chiudono e sprofondo in un sonno intenso.

Lei è mia e solo miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora